Metal Gear Solid V: The Phantom Pain - Reloaded
L'ultimo capitolo di una delle migliori saghe videoludiche, un anno e mezzo dopo.
Nel corso del 2015 a tenere banco sui siti videoludici di tutto il mondo c'era la telenovela relativa al distacco di Hideo Kojima da Konami. A fare da contraltare c'erano invece le notizie relative allo sviluppo di un gioco attesissimo, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, poi uscito a settembre 2015 in simultanea per le console di Sony e Microsoft e per Windows.
Da allora di novità ne sono arrivate parecchie, in quanto il gioco si è evoluto in maniera interessante anche se non radicalmente rispetto all'uscita. La dipartita di Kojima, accasatosi poi con Sony, ha impedito evoluzioni drastiche che avrebbero potuto toccarne le componenti multigiocatore, ovvero Metal Gear Online, ma soprattutto gli assalti alle Forward Operation Bases, uno degli aspetti più interessanti di MGSV.
Ma partiamo dalla campagna aggiornamenti che nelle prime fasi di vita del gioco è stata piuttosto intensa visto che i bachi erano parecchi, alcuni dei quali anche piuttosto importanti nel senso che impedivano di proseguire nello storyboard delle missioni, ma soprattutto rovinavano irrimediabilmente la progressione del gioco danneggiando il salvataggio. Il cosiddetto Quiet Bug, si incontrava molto avanti nel gioco in particolare nelle missioni dalla 29 alla 42, nel caso si decidesse di utilizzare come companion questo personaggio specifico.
Nei primi giorni di rilevamento del baco, il consiglio di Konami era quello di non portarsi dietro il pettoruto cecchino: sfortunatamente per loro, in una missione particolare piuttosto difficile, il suo impiego era quasi indispensabile. Altri bachi simili hanno interessato la costruzione della base, facendo apparire Snake in mezzo all'oceano per errore, il blocco del gioco nel caso di più profili e un altro bug nella missione 43 durante la difesa di una delle nostre FOB.
Nel giro di un mese la situazione è fortunatamente rientrata, con una serie di patch che hanno risolto il problema in modo trasversale su tutte le piattaforme, anche se lo scorno per chi aveva macinato oltre trenta livelli dev'essere stato piuttosto pesante. Altri bachi sono stati rilevati ma tutto sommato si è trattato di ordinaria amministrazione per un gioco a struttura aperta così complesso, che nel giro di qualche mese ha raggiunto una buona stabilità, per quanto riguardava il singleplayer.
Più complessa è stata l'evoluzione delle due componenti multigiocatore, sia quella Player VS Player puro identificata dal Metal Gear Online, sia quella in cui si possono assaltare le FOB dei giocatori per rubarne le risorse anche quando questi sono offline. La prima è stata resa disponibile da Konami agli inizi di ottobre 2015 per console, mentre agli utenti PC è arrivata nel gennaio 2016.
Come il nostro Filippo Facchetti aveva avuto modo di spiegare con dovizia di particolari nella recensione dedicata, il cambio di direzione è stato radicale e in peggio. Il sospetto di molti è stato che gli attriti tra Kojima l'azienda giapponese abbiano riguardato la scelta di far virare il gameplay più verso le sparatorie che non verso lo stealth delle versioni precedenti. Le infiltrazioni sono sempre presenti ma è chiaro che questo Metal Gear Online si è spostato nettamente verso la sparatoria, il che ha mandato giustamente fuori dai gangheri gli appassionati dell'approccio stealth, orfani di Metal Gear Solid Online 2 e 3.
Altri problemi hanno reso tutt'altro che irreprensibile l'esperienza multigiocatore. La mancanza di server dedicati ha reso le sessioni di gioco un terno al lotto nel caso l'host decidesse di lasciare la partita, visto che la migrazione dell'incontro era tutt'altro che funzionale.
Meglio è andata sotto l'aspetto degli assalti alle Forward Operating Bases che il giocatore costruisce e arricchisce di strutture difensive man mano che procede nella campagna singleplayer e sfruttando le missioni legate alla della gestione del personale reclutato, anche tramite una companion app, mentre non si gioca.
Le ambientazioni sono sempre quelle delle piattaforme ma la possibilità di personalizzare il sistema difensivo allocando le risorse e intervenendo in tempo reale in caso di un attacco da parte di un giocatore in carne ed ossa, è stato apprezzato per come aumentava l'interesse della gestione della base sotto l'aspetto delle risorse. L'unico neo in questo meccanismo la possibilità di assicurarsi un pagamento per la perdita dei beni contenuti nella FOB sborsando denaro contante, o di accelerare la costruzione e l'upgrade delle FOB a pagamento.
Ottobre è stato un mese cruciale per gli aggiornamenti, soprattutto quelli più urgenti: quello del 6 ottobre 2015, che introduceva la componente multigiocatore di Metal Gear Online, ha aggiunto numerosi elementi di gameplay sotto forma di nuove armi e tutta una serie di opzioni e funzioni extra, in particolare la possibilità di conquistare una FOB nemica senza ferire, rapire o rubare alcunché, impedendo così al nemico di replicare a un nostro attacco.
Sono poi arrivati nuovi aggiustamenti alle infiltrazioni delle FOB, legate alle penalità per disconnessioni volontarie, così come altri bilanciamenti relativi al numero di bombe nucleari possedute. Verso la fine del mese è stato rilasciato il primo grosso aggiornamento per il multiplayer di Metal Gear Online: un primo passo avanti importante rispetto alle lacune evidenziate dalla community, in particolare la connettività, il bilanciamento delle partite e le meccaniche del close quarter combat, oltre alla gestione della modalità stealth e al bilanciamento di molte armi.
Anche l'update di novembre è stato molto corposo. Tutta una serie di armi ed equipaggiamenti extra, in particolare dispositivi di monitoraggio per le FOB sono stati resi disponibili in simultanea con una patch dedicata a correggere i maggiori difetti di networking di Metal Gear Online in particolare disconnessioni e scarsa qualità del matchmaking. Quello di dicembre ha apportato numerose modifiche ed è stato accolto con grande favore dalla community di MGO per l'introduzione di un sacco di funzionalità richieste proprio dagli utenti e relative al matchmaking ma anche a bilanciamenti di armi, classi, del combattimento corpo a corpo, titoli e medaglie. Un vero toccasana per i giocatori che stavano già iniziando a rumoreggiare nei confronti di Konami ormai priva di Kojima.
L'aggiornamento di dicembre è stato ancora più azzeccato grazie all'introduzione di un elemento fondamentale nel migliorare la varietà le infiltrazioni nelle FOB, ovvero il posizionamento personalizzato di telecamere e mine. In precedenza questi strumenti, fondamentali per proteggere al meglio le proprie basi, erano piazzabili solo in zone predefinite, rendendo le infiltrazioni più facili da pianificare. Bella anche la missione in cui ci si deve infiltrare in una base protetta dagli Skulls, l'introduzione di nuovi costumi come quello di Raiden, le challenge avanzate e una nuova serie armi di livello 9 ha espanso ulteriormente l'offerta di singleplayer e multiplayer competitivo.
A due mesi di distanza, verso la metà di marzo, è probabilmente arrivato l'aggiornamento più importante in senso assoluto: proponeva un sacco di modifiche, aggiunte e cambiamenti al gameplay della modalità Metal Gear Online, moltissime delle quali richieste a gran voce dall'utenza fin dal lancio di MGO durante il mese di ottobre. Tra i tanti vanno citati l'introduzione del coltello, del server dedicato, del risveglio dei compagni storditi, il rank del giocatore, una nuova modalità di gioco intitolata Sabotage e tutta una serie di nuovi contenuti legati all'arrivo del primo DLC ufficiale, Cloaked in Silence.
Questo era dedicato a Quiet, a sua volta utilizzabile come personaggio in Metal Gear Online insieme a una serie di nuove mappe. L'aggiornamento di aprile si è concentrato su una lunga lista di bugfix insieme all'introduzione della modalità survival, mentre quello di maggio ha portato tute invisibili per le guardie delle FOB, un drone ECM, nuove armi insieme a una serie di nuove feature per il multiplayer delle FOB quali nuovi soldati, nuovi task online e la possibilità di inviare le forze d'assalto su una base nemica per ammorbidirne le difese prima della nostra infiltrazione.
Con quell'aggiornamento si è chiusa la campagna di update MGS5, e null'altro di rilevante è stato pubblicato nei mesi successivi a conferma di come il supporto da parte di Konami sia ormai concluso. Questo ha suscitato non pochi malumori, visto che le versioni console del gioco sono abbastanza ben rifinite e stabili, mentre quella PC, come potete vedere dai topic in evidenza sul forum dedicato di Steam, ha ancora problemi, in particolare all'avvio . L'ultimo aggiornamento della GeForce Experience per esempio blocca MGS5 senza possibilità di avvio nel caso l'utente tenga attiva la possibilità di salvare immagini, filmati o eseguire lo streaming del gameplay. Ci sono comunque molte altre situazioni in cui la versione PC presenta problemi di funzionamento di una certa entità.
La cosa è piuttosto fastidiosa pensando al fatto che Konami ha deciso di staccare la spina al supporto di nuovi contenuti e patch dopo aver lasciato andar via Kojima in concomitanza con l'abbandono della produzione di titoli tripla A per dedicarsi alla produzione di Pachinko a tema Metal Gear Solid. Non certo il miglior modo per salutare un pubblico che da oltre vent'anni ha idolatrato l'azienda giapponese in virtù del catalogo di Metal Gear Solid.
Una decisione incomprensibile anche alla luce delle vendite: pubblicato per cinque piattaforme diverse quasi in simultanea, è riuscito a piazzare la rispettabilissima cifra di sei milioni e mezzo di copie fino a questo momento. Una cifra da arrotondare sicuramente per difetto, ma che dà un'idea abbastanza precisa del suo successo commerciale, che peraltro propone degli spunti interessanti andando ad analizzare la composizione del venduto. Il report di VGChartz parla infatti di cinque milioni di copie vendute tra tutte le piattaforme tra cui spicca la netta prevalenza di quella PS4 con tre milioni e mezzo di pezzi e le briciole rimanenti equamente suddivise tra Xbox One (ottocentomila copie), PS3 (seicientomila copie) e nemmeno duecentomila per quella Xbox 360.
Apparentemente quella PC sarebbe la cenerentola del gruppo, ma le nemmeno diecimila pacchettizzate sono in realtà lo specchio di quanto Steam sia diventato sinonimo di monopolio videoludico per il gaming su home computer visto che le copie realmente piazzate sono state quasi un milione e mezzo. Un risultato ottimo e quasi inatteso che ha portato le vendite in linea con i risultati di MGS4, MGS3 ed MGS2. A differenza di quelle versioni tuttavia, lo sviluppo di The Phantom Pain è stato sicuramente più oneroso visto il costo di sviluppare cinque build differenti a cui era poi da aggiungere il servizio di Metal Gear Online. Questo genere di calcoli devono esserseli fatti anche in Konami, che avendo perso da tempo anche il primato di Pro Evolution Soccer a discapito di FIFA, ha probabilmente deciso di dedicare le sue risorse altrove.
Quanto la decisione sia stata alla base della fuoriuscita di Kojima dall'azienda non è dato sapere. Altre tracce di un rapporto ormai deteriorato si desumono tuttavia da altri indizi relativi ad alcune scelte di game design su cui le critiche si sono concentrate tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016. La prima ha riguardato la trama, piuttosto convoluta, piaciuta ad alcuni ma non nelle corde di molti altri. Ma questo è sempre stato un marchio di fabbrica di Kojima fin dai primi capitoli della serie. Più evidenti sono le carenze a livello del finale, con la presenza della missione 51, pubblicata da Konami tra i contenuti bonus, a far fortemente sospettare che il gioco sia stato concluso senza un finale bene definito. A ben guardare le missioni significative dal punto di vista della storia arrivano alla trentesima missione per poi iniziare a ripetersi a livelli di difficoltà maggiori.
La sensazione che si sia voluto allungare il brodo quando si sarebbe potuto condensare tutto quanto la storia aveva da dire nelle trenta missioni iniziali è piuttosto forte e il sospetto che un Kojima effettivamente ancora nel pieno delle sue funzioni non avrebbe permesso un'operazione di riciclaggio di questo genere. Queste considerazioni sono tuttavia slegate dal valore effettivo delle meccaniche di gioco che rimangono quelle di un ottimo stealth game con un sacco di contenuti sotto tutti gli aspetti: singleplayer, Metal Gear Online, peraltro enormemente migliorato rispetto all'immediata fase di lancio e gli assalti alle FOB, affrontabili in un sacco di modi diversi.
Come sempre la diffusione di un gioco con un'importante componente multigiocatore è un elemento fondamentale per deciderne l'acquisto a distanza di tempo, visto che le community tendono a perdere consistenza rendendo difficile trovare avversari in carne ed ossa, e la stessa cosa vale anche per Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
Il venduto e la nostra esperienza diretta confermano che su PC l'utenza è ancora ragionevolmente viva nonostante le instabilità citate: siamo riusciti a trovare molte FOB di alto livello da assaltare e più di una volta fatte oggetto delle giuste ritorsioni da parte dei loro legittimi proprietari. Meno frequentato Metal Gear Online, anche se qualche partita siamo comunque riusciti a giocarla senza problemi nelle ore serali. Indubbiamente la versione PS4 con i suoi tre milioni e mezzo di copie vendute è quella da gettonare se volete avere la sicurezza di sfruttare al meglio ogni componente del gioco e indubbiamente anche quella con il minor numero di problemi tecnici. Non abbiamo dati certi sulle versioni Old Gen, ma tutto fa pensare che saranno quelle con le community meno garantite: anche quella Xbox One è indubbiamente a rischio, per quanto le sue ottocentomila copie potrebbero essere un buon viatico per spremere l'online nel corso del 2017.
Nel complesso, come possiamo valutare quello che a tutti gli effetti potrebbe essere l'ultimo Metal Gear Solid di sempre? In termini di contenuti, dobbiamo confermare quanto di buono aveva annotato il nostro Ricciotto all'epoca della recensione: un gioco veramente vasto a prescindere dalla ripetizione delle missioni finali, ma soprattutto ben realizzato sotto l'aspetto delle meccaniche stealth in un contesto open world. L'idea di assaltare le FOB nemiche per rubarne le risorse e il personale è poi veramente azzeccata e capace di aggiungere ulteriore longevità a un gioco che occupa già di suo almeno ottanta ore in singleplayer. Metal Gear Online era invece partito con il piede sbagliato, attirandosi addosso parecchie critiche, ma l'intervento di Konami ha migliorato nettamente l'esperienza di gioco, avvicinandosi, senza raggiungerli e con un certo ritardo, ai fasti dei tempi d'oro di Metal Gear Online.
Tutto questo vale l'esborso di venti euro per le versioni old-gen e una trentina per quelle PS4, PC, e Xbox One? Se siete fan del genere stealth assolutamente si, in considerazione dei miglioramenti apportati all'online e ai nuovi contenuti, in particolare le armi e numerosi gadget. Peccato per l'assenza di un DLC corposo contenente missioni inedite, ma soprattutto preparatevi a scontrarvi con una complessità di fondo di un aspetto gestionale del tutto inedito per un gioco di questo genere. Tutta la carne al fuoco in più rispetto alle normali infiltrazioni, i tempi morti dovuti agli spostamenti, e più in generale l'impegno richiesto nella gestione della base, potrebbero rendere indigesto MGSV ai Solid Snake casuali. Questi e le instabilità della versione PC, sono gli aspetti che vi consigliamo di valutare con attenzione prima di procedere all'acquisto di quello che potrebbe essere l'ultimo Metal Gear Solid ad essere partorito dalla fantasia di Hideo Kojima.