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Metroid - review

Wii U ci riporta su Zebes.

L'arrivo di Metroid nel parco giochi della Virtual Console Wii U è una di quelle notizie capaci di migliorare la giornata di un retrogamer malinconico. Il capostipite della saga per NES ideata da Yokoi, Sakamoto e soci, nonché episodio migliore di un franchise che ha scandito l'evoluzione dell'hardware Nintendo, torna dal 1986 in tutto il suo splendore, avventuroso, profondo, labirintico e crudele oggi come allora, pronto a far sudare sette camicie prima di arrivare ai credits. Ma si sa, anche questo giova al suo fascino.

Partiamo con la doverosa lezione di storia, rispondendo alla domanda che molti di voi si staranno chiedendo: cos'è un Metroid? Trattasi di una creatura aliena sconosciuta nell'anno spaziale 20X5, simile ad una medusa volante e capace di succhiare l'energia vitale dalla testa dello sfortunato di turno per convogliarla nel proprio sistema cerebrale. Una creaturina da compagnia, insomma.

In seguito agli esperimenti di alcuni pirati spaziali per trasformare i Metroid in armi, la cacciatrice di taglie Samus Aran viene spedita dalla Federazione Galattica nel pianeta Zebes per terminare l'attività criminale. La strada per raggiungere il Cervello Madre, capo dei pirati, è insidiosa anche per la più abile tagliagole della galassia, che a fianco di una tenacia invidiabile avrà bisogno di un pizzico di tecnologia aggiuntiva.

Il titolo di Nintendo vanta oltre 25 tipologie di nemici. Niente male per un gioco di quasi 30 anni!

Ed ecco che incontriamo uno dei punti cardine dell'esperienza di Metroid, il sistema di upgrade. Sbarcata su Zebes, Samus è poco più di una turista con la possibilità di stanare il Cervello Madre pari a zero, figuriamoci di sconfiggerlo. Molte strade sono bloccate, altre collocate in posizioni inaccessibili, altre ancora pattugliate da nemici resistenti agli attacchi base. Più ci si addentra nel pianeta, più sono i gingilli a disposizione che permettono all'eroina di raggiungere zone inizialmente precluse o di incidere maggiormente nell'attacco.

"Il capostipite della saga per NES ideata da Yokoi, Sakamoto e soci, torna dal 1986 in tutto il suo splendore"

Gli Stivali Ipersalto, la Termotuta, la Morfosfera e l'Attacco a Vite sono alcuni esempi, che si affiancano agli immancabili modificatori offensivi (proiettili potenziati e via dicendo). Se dunque al primo impatto Metroid può sembrare anche troppo claustrofobico e soffocante, l'espansione periodica dell'arsenale di Samus le permette di muoversi con maggior libertà nel pianeta alieno. E ovviamente la ficca in guai sempre maggiori.

Nel lungo cammino che la separa da Tourian, Samus deve fronteggiare un esercito di creature aliene suddivise in 25 tipologie distinte. Un numero enorme per un gioco divenuto titolo di culto non solo per l'indiscutibile qualità ma anche per la quantità dei suoi contenuti. Una varietà che si riscontra anche nella scelta degli scenari, dalla fredda pietra blu al sottobosco muschioso passando per un'area industriale post-apocalittica.

Altrettanto eccellente è la colonna sonora, che accompagna il giocatore nell'avventura spaventandolo o disorientandolo. Non trasformerà certo la battaglia contro Kraid e Ridley (i due generali del Cervello Madre) in una passeggiata, ma contribuisce a rendere ulteriormente memorabili le gesta di Samus.

Cervello Madre, il boss finale nonché capo dei terribili Pirati Spaziali.

Ormai l'avete capito, di cose lodevoli di cui parlare per ore Metroid è pieno. Non mancano però alcuni difetti, più o meno pesanti, alcuni dei quali hanno paradossalmente contribuito al successo del titolo. La totale assenza di suggerimenti in game rappresenta un ostacolo non indifferente per i giocatori più giovani, che difficilmente ricorderanno quando l' "aiutati che il ciel ti aiuta" era lo standard del gaming. Il titolo non offre una spiegazione, anzi obbliga il giocatore a capire da solo il tipo di upgrade, cosa fa, come e soprattutto quando usarlo. Trovarsi disorientati, specie nelle battute iniziali, è abbastanza frequente.

"Tecnicamente, il titolo soffre della sua stessa grandezza"

Ma c'è del buono in tutto questo. L'assenza di un tutorial obbligatorio o di una progressione forzata fa sì che il giocatore possa scoprire modi inediti e fantasiosi per farsi strada su Zebes. Alcuni oggetti possono essere utilizzati in modi non previsti, e i più ingegnosi non faticheranno a trovare soluzioni creative per aggirare avversari ancor prima di aver ottenuto l'upgrade specifico per eliminarli. Metroid diventa dunque un'avventura versatile e non lineare, che non detta un percorso obbligatorio ma, al contrario, sembra voler esortare a trovare nuove strade.

Tecnicamente, tuttavia, il titolo soffre della sua stessa grandezza. I rallentamenti non sono infrequenti, complice l'elevata densità nemica in aree circoscritte non sempre gestita in maniera impeccabile. Ben più fastidiosi sono alcuni bug di programmazione che talora rendono impossibile procedere nel playthrough o scappare da una trappola mortale. Sotto questa luce, il save state introdotto da Wii U è oro colato, ed evita la dannazione eterna a un giocatore altrimenti costretto al reset e a cominciare dall'inizio la partita.

Bug e rallentamenti a parte, Metroid mostra un forte riutilizzo di parte dei propri asset, in special modo per quanto concerne layout e aree di gioco. Zebes è un enorme labirinto di stanze simili e di geometrie ripetute. Impossibile non perdersi nei suoi lunghi corridoi, che culminano puntualmente in un'area senza uscita e costringono ad un sano backtracking alla ricerca del percorso corretto.

Ma questo è il giusto prezzo da pagare per un gioco che si fa portabandiera dell'esplorazione più pura, che lascia tutto nelle mani del giocatore premiandolo con il gusto e la soddisfazione della scoperta. Metroid offre una sfida senza compromessi, un'esperienza tanto punitiva quanto indimenticabile ancora attuale nonostante la veneranda età. Doveste esservelo fatto scappare ai tempi del NES o sulla Virtual Console di Wii, alla discutibile somma di 4.99€ (la metà qualora abbiate già acquistato Kid Icarus) potrete portarvi a casa uno dei titoli più celebri e amati dell'universo Nintendo. E forse non solo di quello.

8 / 10
Avatar di Alberto Destro
Alberto Destro: Eterno Peter Pan intrappolato nel corpo di un trentenne, ha barattato la propria ombra per tastiera e controller. Il tutto per la gioia dell'adorata moglie, che si chiede cos'ha fatto per meritarsi un tale nerd.

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