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Microsoft deve chiarire la sua posizione sul gaming PC - editoriale

Le preoccupazioni degli sviluppatori riguardo la Universal Windows Platform sono motivate.

Si fa un gran parlare dei piani di Microsoft per la nuova Universal Windows Platform (UWP) ma in ambito di gaming si considera quasi sempre l'effetto che questa nuova filosofia avrà sul futuro di Xbox, con la piattaforma console che diventerà a tutti gli effetti un'estensione dell'ecosistema Windows 10. I possessori di Xbox dovrebbero considerare in generale questa novità come un vantaggio: la UWP rappresenta un netto cambiamento nella strategia console di Microsoft, che stravolgerà per molti versi il panorama attuale, ma nel complesso darà agli utenti una maggiore possibilità di accesso a software e funzionalità. Per il popolo delle console, non è un cattivo affare.

Osservando il tutto dalla prospettiva di un gamer PC, invece, si potrebbe essere molto meno entusiasti delle novità in arrivo. Certo, la possibilità di sfruttare giochi e applicazioni su più device UWP differenti è interessante, ma avverrà al costo del passaggio all'architettura Universal Windows Application (UWA), i cui pro e contro sono ancora ampiamente dibattuti all'interno dell'industria. Molti sviluppatori (tra cui Tim Sweeney di Epic Games) credono che le applicazioni UWA saranno più limitate e "chiuse" rispetto agli attuali programmi PC, e che siano essenzialmente concepite per dare a Microsoft molto più controllo sull'ecosistema Windows.

Ovviamente il problema non riguarda gli utenti Xbox: il software per console può essere pubblicato unicamente dal detentore di piattaforma, oppure su licenza ufficiale. Passare ad un modello simile su Windows, però, rappresenterebbe un'enorme perdita di libertà della piattaforma, un'idea che al momento gli sviluppatori non stanno prendendo molto bene.

Un'immagine che ben riassume le ambizioni di Microsoft con le Universal Windows Application.

È importante notare che questo argomento, per certi versi, è gonfiato oltre le sue reali proporzioni. UWA è solo una delle piattaforme che gli sviluppatori possono usare su Windows 10: l'altra rimane la cara vecchia Win32, ossia lo stesso standard utilizzato per decenni, privo di particolari restrizioni. Attualmente si può scaricare un gioco o un'applicazione basati su Win32 da ovunque si voglia, e farli girare sul proprio PC Windows 10 senza alcun problema. Le app UWA sono più "chiuse" in diversi e importanti aspetti (non possono essere moddate e non supportano app "secondarie", come programmi per la cattura di screenshot o cose simili), inoltre non sono compatibili con alcune feature degli store third-party come Steam, incluso (a quanto pare) lo Steam Controller.

Il problema più grande, però, è che le app UWA sono disegnate per essere distribuite attraverso il Windows Store, ossia lo store online proprietario di Microsoft. L'azienda ha reso possibile il "side-loading" di applicazioni UWA sui dispositivi senza passare attraverso lo store, ma il procedimento è chiaramente più complesso del normale e riservato agli utenti esperti. Chiaramente Microsoft vuole che gli utenti abbiano accesso a programmi e giochi principalmente tramite il suo store.

Questo rappresenta un problema per molti sviluppatori, non soltanto per le attuali limitazioni intrinseche delle UWA (molte delle quali potrebbero essere rimosse o comunque migliorate, man mano che il software maturerà), ma per la forte limitazione alla libertà della piattaforma PC che una simile filosofia va ad introdurre. Il fascino del PC, sia per gli sviluppatori che per molti utenti, sta nella possibilità di far girare qualsiasi software si desideri, nonché di modificarlo e alterarlo più o meno come si vuole. Gli sviluppatori possono creare il prodotto che vogliono e distribuirlo attraverso qualsiasi forma di store digitale o fisico; i consumatori possono comprare quello che vogliono da dove vogliono, installare mod o update sviluppati dalla community, e usare le applicazioni third-party insieme ai loro giochi per aggiungervi nuove funzionalità.

Le Universal Windows Application nascono con in mente un gesto ben preciso: questo.

Nulla di tutto ciò è possibile sulle console e neppure sulle piattaforme Apple con iOS. Android è più o meno una via di mezzo: offre uno store controllato da Google ma consente di effettuare il side-loading delle applicazioni. Il fatto è che solo gli utenti più esperti e smaliziati lo fanno realmente, tanto da rendere quasi inesistente la distribuzione di app al di fuori dello store ufficiale, il che dovrebbe dirla lunga anche per quanto riguarda Microsoft e la sua nuova filosofia UWP.

Il futuro che gli sviluppatori come Sweeney immaginano, se Microsoft dovesse continuare su questa strada, è uno in cui il PC finirà per diventare più simile al modello degli smartphone o delle console: una piattaforma su cui chiunque potrà sviluppare un'applicazione, ma per avere una chance di successo dovrà passare attraverso i canali ufficiali di Microsoft tramite il suo Windows Store (che avrà le consuete politiche restrittive sui contenuti), pagando un 30% dei profitti al detentore della piattaforma. L'alternativa sarebbe quella di offrire il proprio software solo tramite side-loading, restringendo il mercato ad una fetta molto risicata di utenti esperti, oppure di sviluppare un'applicazione basata sul vecchio standard Win32, che potrebbe però mancare delle nuove funzionalità introdotte nei sistemi operativi moderni.

La risposta di Microsoft alle preoccupazioni attuali è stata poco chiara e poco incisiva: in una dichiarazione lasciata dopo che l'editoriale di Sweeney è stato pubblicato sul Guardian, Microsoft ha descritto UWP come un "ecosistema completamente aperto" e ha sottolineato l'esistenza del side-loading su Windows 10. Ha anche alluso al fatto che la UWP possa essere supportata da ogni store, implicando che negozi digitali come Steam o EA Origin saranno disponibili come alternative al Windows Store, anche se non è chiaro quali compromessi o cambiamenti andranno fatti alla UWP o agli stessi store in modo da far funzionare il tutto.

La risposta di Microsoft alle accuse di Sweeney sul Guardian ha lasciato alcune zone d'ombra. Alla fine è stata molto rumore per nulla?

È certamente possibile leggere le dichiarazioni di Microsoft e dare all'azienda il beneficio del dubbio, liquidando le polemiche odierne come molto rumore per nulla, ma credo che il pubblico e soprattutto la stampa non debbano mai fidarsi ciecamente delle buone intenzioni espresse a parole dalle grandi corporation. Piuttosto, Microsoft ha la responsabilità di spiegare in modo chiaro e trasparente le sue nuove politiche e i suoi piani per la UWP, rispondendo direttamente alle critiche provenienti da Sweeney e dagli altri sviluppatori, in modo da mettere a tacere le mille preoccupazioni e speculazioni.

Sul mercato attuale, in fondo, esistono già dei modelli basati sulla filosofia che Microsoft sembra voler abbracciare, e molti di essi sono ben accetti dalla comunità degli sviluppatori. In casa Apple, ad esempio, l'App store di iOS è uno scenario abbastanza da incubo per chi è abituato a sviluppare nell'ambiente Windows, ma OSX riesce a bilanciare molto meglio la natura di piattaforma "aperta" con le questioni di sicurezza e il desiderio di rendere più semplice e diretta la distribuzione di software. Di base, gli utenti OSX possono scaricare software dall'App Store o da ogni altro fornitore che sia registrato come Apple Developer (un processo economico e rapido che include la registrazione dell'identità dello sviluppatore, per ostacolare la diffusione di malware).

Le cose si complicano solo se si vuole installare un software che non proviene né dall'App Store, né da uno sviluppatore registrato: in questo caso bisogna accedere ad un pannello di controllo, inserire una password e superare alcune schermate di avviso. Si tratta, però, di una situazione veramente limite. L'App Store di OSX certamente non è perfetto e come la UWP è stato fortemente criticato per le limitazioni imposte alle applicazioni, ma è stato introdotto come nuovo sistema per ottenere software su OSX, non per rimpiazzare i preesistenti, e nel complesso non sembra aver reso OSX un sistema operativo intrinsecamente più "chiuso".

L'App Store di OSX è stato introdotto come nuovo sistema per ottenere software su OSX, non per rimpiazzare i preesistenti.

Questo, forse, è l'esempio che Microsoft dovrebbe considerare. I suoi piani per la UWP sono ambiziosi e l'idea di un software in grado di girare contemporaneamente su PC, console, telefoni e tablet è senz'altro interessante, ma il rischio di perdere ciò che rende la piattaforma PC e l'ecosistema Windows così importanti, è notevole. Il PC è una grande piattaforma non soltanto per la potenza dell'hardware, ma anche per la sua natura totalmente aperta, che incentiva l'innovazione e la creatività, assecondando il modding e lo sviluppo di comunità attive. Se le nuove iniziative di Microsoft dovessero finire per trasformare il PC in una specie di costosa console, il danno sarebbe notevole per tutti.

Senz'altro, la casa di Redmond non ha in mente di sgozzare quella che da decenni rappresenta la sua gallina dalle uova d'oro, ma se continua ad aggirarsi nel pollaio con una mannaia in mano, sarà bene che spieghi bene a tutti i suoi partner quali sono le sue reali intenzioni, per tranquillizzare al tempo stesso gli sviluppatori e noi utenti.