Mighty No. 9 - recensione
L'erede di Mega Man è finalmente arrivato.
I fan di Mega Man avevano quasi perso la speranza. Capcom sembra più interessata a sfruttare i marchi di Resident Evil, Street Fighter e Monster Hunter piuttosto che riprendere in mano lo sviluppo di un nuovo episodio del Blue Bomber.
Per questo motivo quando Keiji Inafune ha deciso di smarcarsi dal publisher giapponese e di avviare un Kickstarter per creare l'erede spirituale di Rockman, decine di migliaia di persone hanno investito i propri risparmi nel progetto consentendo a Mighty No. 9 di sfondare la quota richiesta, pari a 900 mila dollari, e arrivare a raccogliere 4 milioni di dollari.
Aver raccolto più del quadruplo di quanto richiesto ha generato grandi aspettative intorno al gioco di Comcept, studio che però non si è dimostrato in grado di gestire tutti questi soldi e queste pressioni. Dopo diversi rinvii, problematiche e l'appoggio di un publisher esterno, Deep Silver, finalmente il progetto è giunto ad una conclusione ed è arrivato nei negozi. Sarà in grado di mantenere le aspettative?
A nostro avviso occorre dividere il discorso in due parti. Da una parte abbiamo le aspettative sviluppate dai backers in base alle promesse fatte in sede di campagna Kickstarter, dall'altra la qualità effettiva del gioco.
Per quanto riguarda le prima, su come Inafune abbia speso i 4 milioni di dollari raccolti o stia gestendo la comunicazione post lancio del gioco, non ci esprimiamo e lasciamo a voi decidere la risposta che meglio si addice al vostro modo di vedere il mondo e alla vostra morale. Noi ci concentreremo sulla qualità del videogioco.
Per chi non lo sapesse Mighty No. 9 è un action platform in due dimensioni vecchia scuola, nel quale il protagonista dovrà affrontare livelli pieni zeppi di insidie fino al raggiungimento del classico boss finale, da abbattere a colpi di blaster.
Diciamo vecchia scuola perché Comcept ha ripreso alcuni elementi di gameplay, come l'impossibilità di chinarsi o di direzionare lo sparo, tipici dei giochi anni 80'-90'. Anche la struttura dell'esperienza è classica. Mighty No. 9 è diviso in otto stage autonomi, da affrontare nella sequenza che si preferisce, alla fine dei quali dovrete lottare contro un boss per rubargli i poteri e riutilizzarli contro i nemici successivi.
È piuttosto classico, o meglio vecchio, anche l'utilizzo della trama, che fa da semplice contorno per giustificare le vostre azioni, senza provare ad approfondire gli argomenti trattati o a dare maggiore spessore ai personaggi coinvolti.
In Mighty No. 9 assisterete ad una pericolosa rivolta da parte di alcuni dei robot più forti e più potenti del pianeta. L'unico che apparentemente non è stato infettato dal germe della rivolta è Beck, il robot numero 9, che immediatamente si metterà alla ricerca dei suoi ex compagni sia per fermare le loro folli azioni, sia per capire cosa sia successo loro.
La flebile trama è raccontata attraverso schermate statiche di non eccezionale fattura e la caratterizzazione di nemici è alleati è basata su canoni degli anni '90 e talvolta fa sorridere per la scarsa originalità e ingenuità di determinati personaggi.
In altri aspetti l'esperienza è più moderna. Ci sono check point, grazie ai quali non dover ricominciare un livello da capo dopo la morte, e ci si può appendere a sporgenze e sparare mentre si è appesi a queste ultime.
Un altro elemento piuttosto moderno è la presenza dell'aXelerazione, una meccanica che consente a Mighty No. 9 di avere un ritmo molto alto ed interessante. Il blaster di Beck, infatti, non distruggerà immediatamente i nemici ma li stordirà per qualche istante prima di disintegrarli.
Questo frangente potrà essere sfruttato per rubare loro il Xel, una misteriosa sostanza contenuta all'interno dei robot. Per farlo, il Mighty No. 9 dovrà passare loro attraverso con un dash orizzontale che gli farà assorbire la sostanza e mettere definitivamente al tappeto i nemici.
Questa abilità non solo dovrà essere sfruttata per rubare temporaneamente ai nemici i loro poteri, come per esempio una maggiore forza dei proiettili o una maggiore velocità di spostamento, ma dovrà essere utilizzata per superare alcuni baratri troppo larghi per essere affrontati con il semplice salto. Imparando ad usare a l' aXelerazione potrete oltretutto concatenare esaltanti sequenze di mosse capaci di far schizzare il vostro hi-score alle stelle e di donare al gioco un ritmo davvero indiavolato, oltre che un ottimo senso di progressione delle vostre capacità.
Come da tradizione, infatti, Mighty No. 9 è un gioco complesso che richiederà precisione nei controlli e dedizione per essere completato, esattamente come succedeva in Mega Man. Solo che qualche volta nel gioco di Comcept la difficoltà è più figlia di un design dei livelli altalenante che dell'effettiva complessità della sfida proposta. Questi alti e bassi, però, valgono anche al contrario e talvolta Inafune mostra sprazzi del suo talento creando sequenze davvero divertenti, oltre che boss battle piuttosto gratificanti.
Ogni nemico di fine livello si muoverà secondo uno schema predefinito, che andrà prima compreso e poi affrontato grazie alla giusta sequenza di mosse. Una volta sconfitto il boss darà a Beck la possibilità di utilizzare per le sue capacità nei livelli successivi, talvolta semplificandoli.
La numerazione data ai livelli non è strettamente legata alla loro difficoltà e dovrete essere voi a capire, in base alle vostre abilità, qual è la successione più corretta per arrivare al termine del percorso. Per esempio il settimo livello potrebbe sembravi più semplice del quinto, così come altri potrebbero completare il terzo prima del secondo.
Una volta sconfitti tutti gli ex compagni, potrete decidere se iniziare nuovamente Mighty No. 9 a uno dei due livelli di difficoltà superiori disponibili, se affrontare le decine di sfide EX, se combattere online altri giocatori in un multiplayer competitivo o se aspettare nuovi DLC del gioco, che aggiungeranno livelli, boss e quant'altro. Non avrete di che annoiarvi.
Quello che tradisce uno sviluppo travagliato e un budget che, nonostante le cifre raccolte, non sembra stellare, è il comparto grafico. Non solo Mighty No. 9 non stupisce sotto il profilo tecnico per colpa di una conta poligonale piuttosto scarsa e di animazioni molto legnose, ma anche per via di vistosi rallentamenti, assolutamente ingiustificabili, che affliggono il gioco su Xbox One e PS4. Sono molto vintage, ma avremmo preferito evitarli. Buoni, invece, alcuni effetti grafici e il character design, in linea con quello della tradizione di Mega Man.
A conti fatti, dunque, Mighty No. 9 non è il capolavoro che in tanti auspicavano ma nemmeno la truffa che si temeva. Si tratta di un discreto omaggio a una gloriosa serie del passato, con tanti bassi, come la realizzazione tecnica o qualche sequenza sottotono, ma anche alcuni alti, come un gameplay difficile, ma gratificante e diverse boss battle estremamente divertenti. Se siete amanti del Blue Bomber o dei giochi old school potrebbe valere dargli una chance, in caso contrario altrove potreste trovare proposte che meglio si adattano ai vostri gusti.