MGW 2017: Detroit: Become Human - prova
Quando le leggi di Asimov non contano più nulla.
Anche quest'anno, durante la più importante fiera italiana dedicata al mondo dei videogiochi, abbiamo avuto modo di provare alcuni interessanti titoli prossimi all'uscita. Presso l'enorme stand Sony non poteva mancare Detroit: Become Human, ultima fatica dello studio francese capitanato dal visionario (e non da tutti apprezzato) David Cage.
Quantic Dream ci ha abituato a prodotti in bilico tra il mondo del cinema e quello dei videogiochi, opere interattive in cui il gameplay puro si fa da parte, lasciando il posto ad una narrativa intensa e coinvolgente. I detrattori di questo genere dicono che senza gameplay non c'è divertimento e che i plot-hole inficiano troppo le storie, i sostenitori invece affermano che l'immersività e la qualità della narrativa ripagano tutto il resto. Noi vi invitiamo a proseguire la lettura per farvi un'idea più precisa di quello che vi aspetta.
Una Detroit: del futuro fa da palcoscenico ad una vicenda i cui protagonisti sono umani sintetici, androidi, il cui posto nella società è messo a repentaglio dal comportamento di alcuni loro simili. Chi conosce Asimov è già abituato a questo tipo di tematiche e il buon Cage dovrà proporci una storia davvero originale e convincente per non rischiare di scadere nella ripetitività di concetti già più che approfonditamente sviscerati da guru della fantascienza come il sopra citato Isaac. Sperando che la vicenda si riveli fresca e coinvolgente, vi descriviamo la nostra breve esperienza vissuta alla kermesse milanese.
Proprio come in Heavy Rain, tre sono i protagonisti della storia in Detroit: Become Human. Durante la prova abbiamo vestito i panni di Connor, un androide che svolge il compito di detective e mediatore. Giunto all'ultimo piano di un palazzo, egli si trova al cospetto di una scena agghiacciante: il sintetico "di famiglia" ha fatto fuori il padre e ora tiene in ostaggio una ragazzina sul bordo del cornicione puntandole una pistola alla tempia. La squadra di poliziotti umani sul posto è in fermento e tiene il rapitore sotto tiro mentre il capitano non sa più che pesci pigliare.
Il nostro compito, prima di andare a parlamentare con il rapitore, è quello di esplorare l'appartamento e ricostruire gli eventi che hanno portato a questa grave situazione. Quello che colpisce di più è il trattamento che ci viene riservato, la madre infatti non approva che sia stato chiamato un androide a risolvere un problema causato da un suo simile, e anche il capo degli agenti sembra non gradire la nostra presenza.
L'interfaccia visiva del nostro alter ego ci consente di individuare immediatamente gli indizi più interessanti e di ricostruire alcuni eventi in maniera non dissimile da quanto già visto nei titoli ispirati a Batman. Scopriamo quindi che il robot aveva un bel rapporto con la bambina, e che l'omicidio del padre è avvenuto solo dopo che il sintetico era venuto a conoscenza della volontà dei suoi padroni di sostituirlo. Raccogliere indizi e delineare meglio la personalità del rapitore influisce sulla percentuale di successo del negoziato che avrà luogo solo qualche istante dopo, una volta raggiunto il tetto e finiti faccia a faccia con il criminale.
La situazione è critica, l'uomo artificiale è instabile e i poliziotti che lo tengono sotto tiro dalle finestre e l'elicottero che gli punta contro un inquisitorio fascio di luce, non fanno che aumentare la tensione. Durante il dialogo possiamo scegliere tra varie opzioni, alcune atte a blandire, altre invece indicate per dare una scossa al nostro interlocutore.
L'aver svolto una buona indagine preliminare dà accesso a diverse risposte, alcune più utili di altre per raggiungere il nostro fine. Parlando con alcuni colleghi che come noi hanno provato il gioco abbiamo scoperto come la vicenda possa finire davvero male, sia per noi che per la povera ragazzina. Nel nostro caso invece le cose sono andate meglio: abbiamo convinto il deviato a rilasciare l'ostaggio e noi siamo rimasti solo lievemente feriti.
L'amara conclusione della vicenda però è stata coronata dal tradimento della fiducia del nostro simile, che dopo essere stato convinto a "fare la cosa giusta" è stato disattivato tramite alcuni magistrali colpi da un cecchino appostato. Seppur la missione sia riuscita la sensazione di aver tradito, consapevolmente o meno, uno della nostra stessa specie ci ha lasciato l'amaro in bocca, spingendoci a interrogarci sul nostro operato in termini puramente etici.
Questo primo assaggio di Detroit ci ha soddisfatto pienamente, anche se la tipologia di gioco rimane saldamente ancorata alla visione di Quantic Dream e risulterà difficilmente digeribile a chi non ha apprezzato i lavori dello sviluppatore usciti fin'ora. Vogliamo spendere due parole anche sul lato tecnico, assolutamente di spessore. La grafica fotorealistica e le animazioni sono una gioia per gli occhi, così come le ambientazioni sci-fi della Detroit del futuro. La telecamera, in alcuni momenti un po' dispettosa, contribuisce a dare alla produzione un taglio cinematografico che abbiamo assolutamente apprezzato data la tipologia di gioco.
Impazienti di mettere le mani sulla versione definitiva di Detroit, questo assaggio ci lascia ben sperare, ponendoci di fronte ad un titolo in linea con lo stile di Cage e pronto a metterci nuovamente davanti a tutti i grandi interrogativi morali tipici del rapporto tra umani e macchine senzienti.