MGW 2018: Anime alla riscossa - articolo
Impressioni su Jump Force e One Piece: World Seeker.
Qualsiasi appassionato di manga e anime che si rispetti ha a cuore Bandai Namco, una delle aziende più prolifiche nella trasposizione videoludica di idoli nipponici: da Dragon Ball a Naruto, passando per One Piece e Gundam. Sono innumerevoli le licenze in mano al colosso nipponico, e in questa edizione della Milan Games Week abbiamo fatto una scorpacciata della futura line-up in arrivo. Abbiamo quindi deciso di riunire sotto un unico articolo due titoli che potrebbero fare la gioia di molti appassionati: Jump Force e One Piece: World Seeker.
Iniziamo proprio dal picchiaduro brawler che vede le star della rivista Weekly Shōnen Jump darsi battaglia in scontri tra team di tre lottatori. Superata la miriade di fan attratti dal comparto tecnico di rilievo, quello che abbiamo trovato è un titolo dall'anima poco definita. Alla prova del gameplay Jump Force si pone come un progetto piuttosto accessibile anche ai neofiti, in cui ogni lottatore ha una serie di mosse decisamente spettacolari da attivare con semplici combinazioni di tasti. In questi momenti lo schermo si riempie di effetti particellari in gran quantità, ed esplosioni degne dei migliori lungometraggi di Michael Bay, ma andando alla sostanza vera e propria la fluidità generale non è sempre costante.
Ma come detto in precedenza Jump Force non sembra prendere una decisa posizione tra accessibilità e tecnicismi. Ogni personaggio ha infatti una barra di energia da caricare per lanciarsi in virtuosismi offensivi, ed una volta terminati troviamo un parco mosse che restituisce un feeling particolarmente macchinoso. Lo stesso switch dei lottatori, che condividono un'unica barra di energia vitale, ci è parso poco intuitivo, andando a sminuire uno dei punti di forza del titolo di Bandai Namco: il suo roster stellare. Per concludere poi la disamina sul gameplay è doveroso parlare della telecamera, posizionata alle spalle di un solo eroe. In questi casi il malcapitato più lontano dallo schermo non solo avrà difficoltà a tener d'occhio il proprio personaggio, ma si ritroverà anche i tasti di movimento invertiti. Una scelta che al primo impatto spiazza, e che a nostro avviso rema contro l'accessibilità delle prime partite.
Alla Milano Games Week non erano presenti gli ultimi annunci, che vedono tra i lottatori disponibili personaggi come Yusuke Urameshi da Yu Yu Hakusho (in Italia "Yu degli spettri"), ma l'abbondanza del roster è l'ultimo dei problemi di Jump Force, in cui comanda chiaramente il trittico One Piece, Dragon Ball e Naruto. Un punto su cui la community sembra divisa è la rappresentazione dei propri beniamini dal mondo cartaceo, che vede modelli realizzati in un particolare 3D, al contrario del canonico cel shading. A nostro avviso questa realizzazione tecnica è sintomo della volontà di Bandai Namco di puntare molto sul suo Jump Force, e dal flusso continuo di giocatori presenti allo stand pare già da ora una scelta vincente, con buona pace dei puristi.
Meno spettacolare, ma meritevole comunque di attenzione, è stata la prova di One Piece: World Seeker. L'obiettivo di quest'ultima incarnazione dell'opera di Oda è di restituire un'avventura completa ai fan della ciurma di Luffy e compagni, abbandonando il sentiero sicuro dei musou. Nei panni del gommoso pirata dal cappello di paglia siamo stati chiamati ad esplorare una piccola zona montuosa, dove ad attenderci abbiamo trovato il temibile Akainu, ma prima di trattare il momento clou della prova è bene parlare del resto. Premettendo che nella demo non erano presenti fasi stealth, durante la nostra ascesa ci siamo lanciati in diversi scontri con membri della marina, e le impressioni non sono state sempre positive.
Luffy ha infatti a disposizione qualche attacco di base ed un paio di mosse speciali, da sfruttare previo riempimento della barra apposita. Sicuramente in futuro saranno presenti altri colpi di rilievo utili a variare la formula (ad esempio il "gom gom ufo" visto nei trailer e mancante nella demo), ma a nostro avviso il problema principale su cui gli sviluppatori dovranno concentrarsi è il ritmo della progressione. One Piece: World Seeker sembra non ingranare mai, e la possibilità di colpire i nemici dalla distanza con il braccio di Luffy ed un gigantesco mirino (che limita anche i movimenti) non pare la scelta azzeccata per coinvolgere realmente il giocatore nell'azione.
In parole povere si colpisce un nemico con pochi semplice attacchi corpo a corpo, o col sopracitato attacco dalla distanza, e ripulita la zona si prosegue verso il prossimo obiettivo o ci si lascia andare a brevi esplorazioni. La mappa è infatti piena di punti d'interesse, ed è presente anche una modalità "istinto" per trovare facilmente tesori o altri oggetti. Esclusa questa piccola digressione si prosegue menando marine a destra e a manca, ma l'azione resta sempre piuttosto piatta. Perfino lo scontro con Akainu non ci ha convinto del tutto, principalmente per due motivi: gli attacchi a cui prestare attenzione, un paio in tutto lo scontro, e l'intelligenza artificiale del boss, quasi del tutto simile ai placidi minion affrontati in precedenza.
Nonostante la sua deriva, incentrata su quella che dovrebbe essere una vera e propria avventura inedita, One Piece: World Seeker sembra non essersi scrollato di dosso il suo passato da musou, ereditandone i difetti più marcati. Speriamo vivamente che le mancanze viste nella demo siano frutto di uno sviluppo ancora lontano dai suoi frutti migliori, e che la lontana data di uscita (2019) dia tempo e modo a Bandai Namco di confezionare al meglio il titolo.