MGW 2018: Days Gone - prova
La crudeltà dei non morti.
Vogliamo aprire questo articolo nel modo più sincero possibile: Days Gone non ci aveva mai catturato nella morsa dell'hype, almeno fino ad ora. Chi vi scrive guardava con dubbio al nuovo titolo a tema zombie di SIE Bend Studio, conscio di quanto il filone di giochi e film dedicati ai non morti sia pericolosamente prossimo alla saturazione totale. Inizialmente, la nuova esclusiva per PlayStation 4 ha cercato di mettere sul piatto un sistema di orde piene di mangiacervelli nevrotici, aggressivi e soprattutto numerosi. Ma prima di lanciarci nella disamina della prova disponibile in questa edizione della Milano Games Week 2018 è bene procedere con ordine.
In prima battuta faremo la conoscenza del motociclista Deacon St. John, intento ad esplorare un garage abbandonato insieme ad un altro uomo. I due scelgono di dividersi per velocizzare la ricerca di componenti utili alle moto, dato che il pericolo è ovunque: le strade sono un museo di macerie e carcasse di automobili e, tra ammassi di ferraglia e calcinacci i freakers, gli abomini che hanno sovvertito l'ordine naturale delle cose si aggirano minacciosi.
Sin da subito questi infetti sono stati presentati in orde simili a fiumi, ma nella demo disponibile ne abbiamo incontrati pochi esemplari, imparando da subito come vengano attirati dal rumore. Onde evitare di utilizzare preziosi proiettili è possibile scivolare alle loro spalle, eliminandoli silenziosamente. Basta un rumore molesto di troppo e qualche altra creatura verrà inevitabilmente attirata, generando un pericoloso effetto domino.
Appena recuperato il componente necessario, siamo stati attirati da urla umane: il nostro compagno è stato catturato dai Rippers, una qualche banda che ama autoinfliggersi cicatrici profonde, e che senza ombra di dubbio conosceremo meglio in futuro. Incontriamo questi psicopatici mentre si dilettano a torturare il nostro accompagnatore con una gentile fiamma ossidrica, ed ovviamente sta a noi salvarlo.
Lo scontro a fuoco che ne è conseguito è stato piuttosto semplice, con i Rippers dietro alcune coperture di fortuna. Escluso un singolo temerario nemico armato di mazza, che non curante dei proiettili si è lanciato contro di noi, la sparatoria è risultata piuttosto "classica": nessun tentativo di aggirarci o circondarci, ed appena qualche granata nemica per stanarci dal nostro sicuro nascondiglio. Sia chiaro che ancora è presto per valutare in toto l'intelligenza artificiale nemica, ma da questi primissimi segnali i dubbi in merito non sono stati risolti. Quello che ci ha lasciato perplessi è il sistema di shooting, abbastanza classico, ma carente a nostro avviso sul fronte della precisione. Troppi proiettili vengono sprecati, e Days Gone non fa sconti sugli errori: restate troppo scoperti e morirete, sbagliate qualche colpo di troppo e passerete al creatore.
Salvato il malcapitato dal caloroso bacio di una fiamma ossidrica la missione si è conclusa, ma non la nostra prova. Abbiamo potuto testare infatti anche la demo già nota in rete, in cui affrontare un'intera orda di Freakers intenti ad appestare un campo. L'impatto, detto francamente, lancia alle ortiche qualsiasi dubbio sul tasso di sfida di Days Gone. Il titolo di SIE Bend Studio è deliziosamente crudele, e questo ci ha convinti del suo valore.
Al primo approccio l'errore più comune è quello di sottovalutare il gruppo di non morti, affrontandoli sfacciatamente a viso aperto e con le armi spianate. Ebbene, la nostra dipartita è stata più rapida di una stella cadente. Ad un secondo e più timorato attacco abbiamo scoperto che neanche la fuga è una strada così sicura: i Freakers sono indomabili, ed una volta attratti da una preda non si fermano davanti a nulla. Il buon Deacon poi non è una scheggia, ed alla prima incertezza nei movimenti finirà inevitabilmente nella fiumana di cadaveri affamati di carne.
A fronte quindi di una furia cieca di tale portata, la scelta migliore è la strategia oculata del territorio circostante: barili ed esplosivi da poter sfruttare per terminare più Freakers possibili, parti del terreno irregolare da tenere in considerazione in caso di fuga, oppure la fedele moto del nostro protagonista per allontanarsi velocemente da situazioni scottanti. Ecco, proprio il destriero di Deacon è l'altro elemento che ci ha lasciato più dubbi che certezze: il sistema di guida restituisce un feeling piuttosto macchinoso, e la fluidità dei movimenti diminuisce quando si decide di sparare in sella al proprio bolide. Resta un punto a cui presteremo estrema attenzione in fase di recensione, ma al momento sembra uno degli aspetti meno riusciti di Days Gone.
Quel che ci ha conquistato è il tasso di sfida, che restituisce il giusto mood ad un mondo post apocalittico crudele e violento, accompagnato da una componente survival piuttosto marcata, specialmente nella ricerca continua di materiale e componenti utili alla sopravvivenza. Alla fine del tempo a nostra disposizione i Freakers hanno banchettato ulteriormente con il nostro cadavere, e questa brutalità ci ha decisamente conquistato. Restano dei dubbi legati al gameplay, tra shooting e guida, da sciogliere in fase di review, ma Days Gone sembra avere le carte in regola per reggere il confronto con le altre esclusive Sony. L'appuntamento è fissato quindi per il 22 febbraio 2019, per scoprire se i titoli a tema zombie hanno ancora qualcosa da dire, o se è bene lasciarci certi cadaveri alle spalle.