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MGW 2018: Ori and the Will of Wisps - prova

Il 2019 sarà l'anno dello spirito bianco.

Lo avevamo già visto in azione sia durante l'E3 di quest'anno, sia alla Gamescom dal quale non sono passati neanche due mesi, eppure, ogni volta che posiamo lo sguardo sullo schermo e impugniamo il pad per giocare ad Ori and the Will of the Wisps, rimaniamo estasiati dalla mistica atmosfera e dai passi avanti fatti dal predecessore, che seppe affermarsi come uno dei migliori esponenti del genere che ultimamente sembra rivivere un periodo d'oro, i metroidvania. Alla Milan Games Week 2018 abbiamo potuto giocare alla demo che venne mostrata a Los Angeles, e saggiare quanto Moon Studios abbia saputo migliorare la formula in questi anni di sviluppo.

Ori è cambiato. Non abbiamo ancora maggiori dettagli sull'evolversi della trama da dove l'avevamo lasciata, e lo troviamo alle prese con un paesaggio piuttosto desolato e desertico. La sabbia che caratterizza il livello, le Windswept Wastes, è uno dei modi per sperimentare le nuove abilità del protagonista, che può penetrare in questo terreno come una talpa e muoversi rapidamente attraverso di essa. Insieme al dash laterale effettuabile in aria e a terra, la libertà di movimento e di azione del nuovo Ori che si proietta verso un livello superiore. Ne avevamo avuto la sensazione nelle precedenti prove e lo confermiamo anche ora.

L'atmosfera magica già vissuta nel primo Ori è assolutamente intatta.

A fare la differenza è la grande cura e bilanciamento riposti in ogni frame del movimento e dell'attacco, che si fondono insieme in modo assolutamente naturale nel giro di pochi minuti dall'apprendimento. Spada e arco sono le nuove armi con cui Ori può liberarsi dei nemici che cercano di impedirne l'avanzata, e dopo qualche prova vi verrà facile unire attacchi in volo a rapidi salti da una parte all'altra della mappa. Con l'arco ad esempio, è possibile mirare in volo ad un nemico con precisione sfruttando un mirino, oppure scagliare la freccia fatale ad un nemico allontanato da una spadata. La fluidità con il quale tutto questo si unisce alla velocità di movimento è la prova dell'alta qualità del lavoro di Moon Studios.

Una sensazione che si avverte anche durante l'esplorazione della mappa, che nasconde cunicoli e segreti un po' ovunque per un level design ostico e avvincente. L'obiettivo nella nostra prova era semplicemente riuscire ad arrivare al punto più alto della zona una volta due frammenti della chiave necessaria. Un percorso dove abbiamo dovuto ricorrere a tutti i mezzi d'attacco a nostra disposizione per eliminare le solite lumache e i nuovi vermi della sabbia. Ci sono poi tutta una serie di segreti da trovare in cunicoli sapientemente progettati per farvi spremere le meningi a dovere, che confermano la grande cura di Moon Studios per il level design. Peccato non aver potuto testare gli scontri con i Boss, altra grande novità di Will of the Wisps e le sessioni volanti sul dorso del gufo, l'insolito companion di Ori visto nei trailer. Per completare il livello ci abbiamo messo comunque molto rispetto al previsto, visto che ci siamo impelagati a cercare tutte le zone segrete.

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Abbiamo però speso un bel po' di minuti però nella Spirit Trials, una sfida in cui arrivare da un totem all'altro nel modo più rapido possibile per cercare di battere il tempo registrato da altri giocatori. Un minigioco in cui mettere in "pausa" l'avventura principale e godersi la sfida, uno di quelli in cui ci si incaponisce fino a quando non si batte il record, divertendosi tanto. Una novità che ci è piaciuta e si è dimostrata molto avvincente proprio grazie alla precisione dei movimenti di Ori, da calibrare al millimetro per evitare rallentamenti ed avere il guizzo necessario per registrare il tempo migliore.

Tecnicamente parlando tutti gli elementi conservano la grande magia che abbiamo già vissuto con il primo capitolo, fatta di tanti dettagli, ricche palette cromatiche ed effetti luminosi emozionanti. Non ha comunque bisogno di ulteriori descrizioni, basta guardare qualche screenshot o un trailer per presentarsi da solo, e se non piace può essere al massimo per questioni soggettive. Con delle buone cuffie abbiamo apprezzato anche il comparto sonoro, che aggiunge quelle sfumature orchestrali che rendono tutto ancor più onirico e fiabesco. Vedremo nel gioco completo se questi anni di sviluppo saranno stati utili a tenere alta l'asticella per tutta la durata dell'avventura.

Le Spirit Trials sono minigiochi che intervallano l'avventura principale. In questo caso una corsa contro il tempo e i record degli altri giocatori.

In un solo livello insomma abbiamo ottenuto una panoramica ampia di quello che sarà Ori and the Will of Wisps, dall'accessibile complessità del gameplay alla cura amorevole per l'aspetto tecnico. Ci ha convinto, ancora una volta, di poter essere una pietra miliare nella nuova generazione di giochi metroidvania e addirittura evolvere la formula grazie ad una precisione del sistema che potrebbe rivelarsi davvero profonda. Grazie ai potenziamenti che il candido ma guizzante protagonista può raccogliere (quattro equipaggiabili nello stesso momento), le abilità che il giocatore ha a disposizione crescono a dismisura durante tutto il viaggio. L'unico disappunto ci vien da dire, è la data d'uscita, ancora fissata per un generico 2019. Speriamo sia durante la prima parte dell'anno.

Se la varietà di gioco sarà grande come promesso, se i Boss ci daranno tanto pane per i nostri denti e se la narrativa saprà essere affascinante almeno quanto il primo capitolo, avremo tra le mani nuovamente una piccola, preziosissima, gemma.

Avatar di Michele Sollazzo
Michele Sollazzo: Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.
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