Minute of Islands - recensione
Siamo pronti a salvare il mondo, ma chi è pronto a salvare noi?
Esiste una figura tanto rilevante quanto, ormai, sottovalutata: il prescelto. Questo tipo di personaggio viene coinvolto in situazioni terribilmente delicate, talvolta contro la sua stessa volontà. Il peso del mondo grava sulle sue spalle fragili; il motivo per cui sia stato scelto proprio lui è ignoto, ma è probabilmente una delle decisioni più dolorose e pericolose. Si ritrova infatti a dover decidere del destino altrui, ma chi è stato a scegliere il suo? Ebbene, queste storie a volte finiscono con un sacrificio, altre con battaglie colossali ma dal lieto fine.
Il focus è sempre incentrato sull'evoluzione del personaggio, sul senso di responsabilità che va aumentando progressivamente e su quanto possa sembrare, a volte, perfetto. Certo, quelle storielle sono interessanti, confortevoli, rassicuranti: ci insegnano il valore della forza, della determinazione e del coraggio. Il punto è che... il prescelto è tutt'altro che perfetto. Talvolta non è neanche in grado di prendersi cura di se stesso, e oltre al peso della sua stessa esistenza grava anche quello della sua famiglia, nonché del mondo intero.
Inizia così una messinscena lentamente fatale, piena di bugie e maschere. Quella persona non è forte, bensì deve esserlo. Non può permettersi di mostrare cenni di debolezza, e a lungo andare tutto ciò può portare a conseguenze devastanti. Minute of Islands vuole porci una storia alternativa, che va al di là dei classici stereotipi. È un gioco che sceglie di scavare nelle viscere dei ricordi, e che ci proietta nei labirinti orrendi dell'ansia e del trauma. Mo, protagonista di questo titolo, come potrete capire non è la solita prescelta, e questa non è la solita storia.
Il destino delle isole, ormai agguantate da nuvole colme di spore velenose, è nelle sue mani. Le terre in cui ha vissuto erano originariamente splendide, e l'unica preoccupazione era produrre della gustosa marmellata di bacche. Le isole non brulicavano solo di esseri umani ma anche di possenti giganti, stavolta sfruttati per la loro forza estrema. Il loro compito è, infatti, mantenere in funzione i dispositivi tecnologici in grado di depurare le isole dall'incessante coltre di veleno. Tossine che lacerano mente e corpo con lentezza, in un'agonizzante attesa verso la morte.
Mo è disposta a farsi avvolgere da quelle spore pur di salvare i suoi cari; l'impresa è tuttavia piuttosto complessa e rischiosa. Le sue azioni e scelte, in qualche modo, influiscono infatti anche sugli altri. Cosa è giusto, quindi? E cosa è sbagliato? In questa esperienza di circa cinque ore abbiamo esplorato le isole, ma abbiamo soprattutto navigato nella psiche della protagonista. Tra azioni classiche di un platform e ricordi che fungono da collezionabili, abbiamo cercato di controllare i meccanismi indispensabili per la salvezza del mondo.
La giovane, solcando i mari accarezzata dal vento, ha dovuto imparare ad essere forte e a non contare su nessuno. Deve essere lei la colonna portante del gruppo, l'unica a permettersi di rischiare e l'unica a risolvere le cose. Non è così semplice quando un tempo le giornate erano pregne di gioia, sole, musica e giostre. Non è facile quando di punto in bianco si è costretti a vivere sottoterra, in quello che sembra un'inquietante dungeon di un metroidvania.
Tra una missione e l'altra, fatta di leve da tirare e ostacoli da superare, Mo si ricorda di essere umana, in tutta la sua fragilità. Ed è proprio in quei momenti che, soffocata da un attacco di panico, la sua mente sceglie di rifugiarsi in meravigliosi luoghi sicuri. Lì dove nessuno può mai entrare. Quando il suo respiro si stabilizza nuovamente e il suo cuore smette di martellare all'impazzata, esce dal rifugio a testa alta continuando il suo compito.
Si arrampica, scivola, fluttua dolcemente col suo ampio vestito giallo e, soprattutto, utilizza lo strumento più importante: l'Omnichiave. Questo scettro magico fa da manutenzione ai dispositivi meccanici e funge da ricarica; l'energia che ne fuoriesce, pompata verso la fonte designata, dà nuovamente vita a qualsiasi cosa necessiti di rigenerazione. Inizialmente questa sfaccettatura servirà proprio a riparare i depuratori scarichi, ma si nasconde ben altro dietro tutto ciò.
Non vogliamo dilungarci troppo, tuttavia è una storia tanto semplice quanto straziante. Non è un'avventura complicata o dispersiva, difatti sarete guidati per tutto il tempo da una splendida e suggestiva voce narrante, seppur in Inglese. Non abbiate timore, perché il gioco gode dell'interfaccia in Italiano e riuscirà ugualmente a emozionarvi. I ricordi, i dubbi, le paure e le convinzioni sono costantemente raccontati con una dolcezza inaudita. Non è la giovane ragazza a parlarvi direttamente, ma una voce femminile che rappresenta perfettamente la sua psiche: talvolta è dolce, talvolta è triste, mentre altre volte il suo tono sembra un mostro minaccioso pronto a logorarci. Non è altro che l'inconscio a parlarci, quel tunnel oscuro pieno di bivi e di domande.
Ad arricchire quest'intensa avventura è un delizioso comparto grafico, realizzato interamente a mano e dalle tonalità suggestive. La fragilità e le emozioni di Mo sono scandite anche da una colonna sonora estremamente piacevole. Ogni passo, ogni riflessione della protagonista e ogni percorso superato si rivelano un insieme di tasselli in grado di intrattenere fin dal primo istante.
È un titolo, tecnicamente parlando, piuttosto semplice e basilare, ma la storia plasmata attorno ad esso riesce a colpire i punti deboli più nascosti. L'esplorazione di quei luoghi abbandonati, un tempo colmi di gioia e spensieratezza, è un'esperienza fortemente introspettiva.
Minute of Islands è un viaggio nella fragilità umana, nei ricordi e soprattutto in una mente traumatizzata. Un semplice gameplay ha sposato un'essenza narrativa davvero intensa; questa sfaccettatura ci dà la conferma di quanto i titoli indipendenti siano speciali e di quanto riescano a insegnarci qualcosa ogni volta. E voi, siete pronti a lasciarvi travolgere dalle emozioni?