MLB The Show 21 - recensione
La nuova stagione è iniziata.
Si è fatto un gran parlare di MLB The Show 21 recentemente perché si tratta del primo gioco sviluppato da Sony ad approdare su console Microsoft, con tanto di Game Pass al Day One, per giunta.
Per chi segue e ama il baseball questo però ha poca importanza, sono ormai così sporadiche le uscite di giochi dedicati a questo sport americano al 101% che si accontenterebbero anche di giocarlo sullo schermo del proprio smartwatch.
In Italia questo sport ha radici ben più profonde di quello che potreste pensare, specialmente in alcune località dove addirittura la sua popolarità si avvicina a quella di sua maestà il calcio. La prima squadra è nata a Milano, ma è soprattutto in Emilia Romagna e nel Lazio che le basi si sono consolidate.
La nostra nazionale inoltre è quella che a livello europeo ha raccolto più titoli continentali, ben 10... eppure per molti il baseball è qualcosa di sconosciuto e incomprensibile. Ovviamente tentare di spiegare in questa sede tutte le regole del gioco sarebbe una follia quindi ci limitiamo alle basi.
Sul campo di gioco (Diamante) scendono due squadre composte da 9 giocatori per parte, che nello spazio di nove riprese (Innings) si alternano in difesa e attacco. Un Inning ha termine quando entrambe le squadre hanno completato sia la fase di lancio che di battuta.
Il lanciatore della squadra in difesa ha l'obiettivo di eliminare tre battitori avversari effettuando tre Strike, ovvero impedendogli di colpire la palla lanciata entro un rettangolo immaginario ma ben definito, o mettendo in condizioni i compagni di catturare al volo la loro ribattuta o di eliminarli lanciando verso la base dove sono diretti.
Dal canto loro gli attaccanti devono tentare di ribattere la pallina in una zona lontana dai difensori per riuscire a fare il giro delle quattro basi e segnare un punto. Nel caso la stessa venga sbattuta sugli spalti (Homerun) viene assegnato automaticamente un punto per ogni attaccante presente sulle basi. Il pareggio è ammesso, ma molto più frequentemente le partite si concludono con punteggi piuttosto alti o sproporzionati tra le due squadre. A corredo di queste semplici regole di base c'è un corollario enorme di tattiche e terminologie che i fan conoscono alla perfezione e che invece i neofiti impareranno con il tempo.
Parliamo invece di giochi di baseball. Non ci crederete ma un tempo erano molto più numerosi, principalmente perché il loro gameplay era ridotto all'osso e quindi abbordabile da un numero più ampio di giocatori. Quando le simulazioni si sono fatte più complesse, a seguire questo filone sono rimasti solo gli appassionati veri, quelli che seguivano Faso di Elio e le Storie Tese nelle sue telecronache della MLB su Sky e che sanno distinguere uno slider da una palla curva.
MLB The Show 21 tenta di invertire questo trend introducendo una serie di novità dedicate proprio al pubblico casual. Intendiamoci, anche selezionando queste modalità non aspettatevi un gioco sportivo da "palla lunga e pedalare", ma almeno non dovrete impazzire dietro a meccaniche ultra-complicate e terminologie per chi vi servirebbe un manuale.
Sony San Diego ha previsto una serie di opzioni capaci di semplificare sensibilmente il gameplay. Quasi ogni elemento di MLB The Show 21 può essere personalizzato scegliendo l'utilizzo dei tasti del controller, degli stick analogici, del sensore di movimento e addirittura della vibrazione. È anche possibile rendere automatiche le meccaniche ritenute più difficili da digerire, come la difesa, cosa che consigliamo di fare se siete alle prime armi.
Passare un po' di tempo nei tutorial, che vi metteranno al centro di scenari personalizzabili senza l'assillo del punteggio e delle classifiche, è il passo successivo, la cosa migliore che potete fare per non farvi trovare impreparati una volta passati al "professionismo".
Quando vi sentirete pronti potrete scegliere se giocare qualche semplice match d'esibizione o iniziare la carriera, scegliendo la squadra che preferite e conducendola verso la vittoria nel corso delle stagioni. Franchise è l'opzione più articolata e complessa del gioco, che oltre a mettervi attivamente nelle divise dei giocatori vi farà indossare i panni del coach e del manager. Vi consigliamo di dedicarvici solo quando avrete preso la mano con tutte le sfaccettature del gioco. Non essendo supporter di una particolare franchigia, abbiamo scelto i Cleveland Indians in omaggio alla squadra del divertente film "Major League" con Charlie Sheen e Wesley Snipes.
È una delle più scarse della storia MLB ma non ci importa, pochi secondi ed eravamo già sul monte di lancio pronti a "strike-outare" gli attaccanti avversari. Cosa facile a dirsi, un po' meno a farsi anche per chi non è completamente a digiuno di giochi di baseball. Le fasi difensive sono da sempre quelle più difficili perché riuscire ad assimilare sufficientemente bene tutti i tipi di lancio per eliminare i battitori avversari richiede tempo e la curva di apprendimento è piuttosto ripida.
Anche la gestione degli altri difensori non è semplice, ma qui vengono in soccorso le opzioni di cui abbiamo parlato poco fa, che possono essere poi modificate in corso d'opera. L'attacco richiede invece una buona coordinazione tra occhio e pressione del pulsante scelto per la ribattura, soprattutto perché almeno all'inizio riuscire a decifrare al meglio la profondità dei lanci non è così immediato. Il consiglio che possiamo darvi è di non scoraggiarvi se all'inizio i risultati saranno deludenti, con il passare delle partite alcune meccaniche diventeranno automatiche e potrete concentrarvi sulle parti più "attive" del gioco.
Se preferite qualcosa di più concentrato potete optare per la March to October, che vi farà rivivere i momenti più significativi di ogni annata buttandovi in campo nelle fasi più tese delle partite. I risultati ottenuti ogni volta andranno a modificare anche gli "episodi" successivi quindi non prendere questa modalità. Come alternativa troviamo la Road to the Show, che segue la carriera di un vostro giocatore dalle umili origini ai, si spera, grandi traguardi.
Potete sceglierne le caratteristiche come in una sorta RPG, selezionando le aree di gioco in cui sarà più abile e sviluppandole con il passare del tempo, e personalizzarne l'equipaggiamento influenzando così i suoi attributi e le prestazioni sul Diamante. Non siamo ai livelli di modalità simili viste in altri titoli sportivi (vedi FIFA e/o Madden) ma rispetto all'edizione dell'anno scorso i miglioramenti in termini di completezza e fruibilità sono più che evidenti.
Se un solo giocatore da seguire non vi basta, la modalità Diamond Dynasty è una sorta di Ultimate Team che vi permetterà di creare una squadra scegliendone i componenti da una lista di 150 superstar, partendo da Babe Routh per arrivare ai campioni più attuali. Fortunatamente in questo caso il fattore "monetizzazione" non è così invadente e le micro-transazioni, pur essendo presenti, sono trascurabili. Una volta assemblato il vostro Dream Team potrete dedicarvi ad una serie di missioni iniziali per verificarne l'amalgama e successivamente optare per match in single-player o online che vi frutteranno veri e propri XP, da spendere poi in ulteriori potenziamenti e customizzazioni per la vostra squadra.
In questa nuova edizione è stata poi aggiunta una delle features più richieste dai fan di lunga data, l'editor di stadi... ma solo nelle versioni new-gen di MLB The Show 21. I possessori di PS5 e Xbox Series X/S possono quindi dedicarsi alla costruzione e personalizzazione del loro campo dei sogni con un tool davvero notevole, presumibilmente vicino a quello usato dagli sviluppatori per creare le location sportive del gioco. Dovrete prenderci la mano ma non impiegherete molto a mettere insieme un risultato più che soddisfacente, con la possibilità inoltre di personalizzarlo con accessori decisamente fuori di testa.
Tolta quest'ultima aggiunta MLB The Show 21 non si discosta moltissimo dal già ottimo capitolo precedente. Le differenze in termini di gameplay non sono evidentissime e anche il passaggio su console new-gen non ha prodotto chissà quali meraviglie a livello tecnico.
Si tratta del classico capitolo "di passaggio" che tuttavia gli appassionati non dovrebbero lasciarsi scappare in virtù di incoraggianti aggiustamenti alle modalità esistenti e qualche interessante novità che con tutta probabilità troveranno ulteriori sviluppi nel vero, nuovo capitolo next-gen del prossimo anno.