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Mobile Suit Gundam Side Stories - review

Una raccolta per veri fan, con qualche modifica di troppo.

In un momento storico in cui le collection sono diventate una moda utile a batter cassa con il minimo sforzo, alcune di queste iniziative si rivelano sensate e interessanti. Fra queste troviamo Mobile Suit Gundam Side Stories, uscito in Giappone per PlayStation 3 e gentilmente inviatoci da Play-Asia.com per scrivere questa recensione.

Di cosa stiamo parlando? Di una ricca raccolta di titoli dedicati al mobile suit Sunrise usciti negli ultimi 20 anni, passando su SEGA Saturn, Dreamcast e PlatStation 2. Se in passato avete seguito le uscite dedicate al robottone bianco vi sarete sicuramente imbattuti nella saga Blue Destiny per Saturn, in Rise From the Ashes per Dreamcast, o in Zeonic Front, Lost War Chronicles e Encounters in Space per PlayStation 2.

Tutti questi titoli sono stati raccolti in un solo Blu-Ray e affiancati da un episodio inedito, chiamato Missing Link, per permettere ai giocatori di rivivere un arco narrativo separato dalla classica guerra di un anno, ma comunque ambientato durante le vicende della prima serie di Gundam (anno 0079).

Come potete vedere le ambientazioni sono davvero scarne e mostrano chiaramente il fianco a più di una critica.

A differenza di quanto accadeva in qualsiasi altro gioco ispirato a Gundam, i vari capitoli di Side Stories si sono sempre concentrati sulle avventure di personaggi secondari, piloti sconosciuti impegnati a portare avanti le proprie battaglie nel bel mezzo del conflitto fra Federazione e principato di Zion.

Questo ha permesso agli sviluppatori di creare trame interessanti allontanandosi almeno in parte dalle solite sequenze che ogni appassionato aveva ormai imparato a memoria in anni e anni di videogiochi ispirati alle gesta di Amuro Rei, circondando ogni singolo capitolo della saga di una freschezza difficile da trovare in altri titoli su licenza.

Come spesso accade nei giochi dedicati alla serie Sunrise, anche nell'inedito Missing Link viene offerta ai giocatori la possibilità di vivere il conflitto sia dalla parte della federazione che da quella dei soldati di Zion, rimanendo perfettamente in linea con la visione generale di Gundam, in cui i soldati non sono classificati come amici o nemici, ma semplicemente come persone immerse in un contesto specifico.

La quantità di mech a disposizione è davvero elevata ed è in grado di soddisfare le voglie di qualsiasi fan di Gundam.

La scala di grigi che ha sempre caratterizzato le migliori serie di Gundam emerge chiaramente in tutto l'arco narrativo delle Side Stories, offrendo ai giocatori diversi spunti su cui riflettere. Il gameplay di Missing Link ricorda molto da vicino quello di Virtual On, ma a differenza dell'action SEGA permette di controllare non uno, ma tre mech differenti.

In Missing Link, infatti, si ha il controllo di una squadra di piloti, con la possibilità di passare in qualsiasi momento da un mobile suit all'altro tramite la semplice pressione di un tasto. In questa cornice si combatte approfittando di un gameplay veloce e frenetico, con gli enormi mech costantemente impegnati in rapide schivate e in attacchi scelti in base al contesto.

A seconda dell'avversario, della distanza e delle caratteristiche dell'arena, infatti, si può scegliere se affidarsi ai violenti (ma prevedibili) colpi di cannone, alla precisione del fucile a ripetizione o, per gli amanti degli scontri in mischia, alla sempre coreografica spada laser, da sempre segno distintivo del Gundam.

La situazione cambia leggermente nelle battaglie a gravità zero, durante le quali è possibile gestire gli spostamenti sfruttando i motori in modo da evitare i colpi nemici e tagliare le vie di fuga a eventuali bersagli.

Combattere avendo a disposizione tre mobile suit permette di organizzare strategie interessanti.

Il lavoro svolto con Missing Link è sicuramente valido, ma inspiegabilmente gli sviluppatori hanno deciso di utilizzare le medesime meccaniche di gioco anche con gli altri titoli presenti nel pacchetto, andandone di fatto a snaturare completamente il gameplay originale.

Se avete giocato Zeonic Front all'epoca della sua uscita, per esempio, ricorderete che si trattava di un titolo basato più sulla strategia che sull'azione vera e propria. In Missing Link, invece, quel tipo di esperienza è andata perduta lasciando spazio al medesimo tipo di azione creato per l'episodio inedito di questa raccolta.

L'idea in sé non sarebbe nemmeno tanto male, ma avremmo preferito che i programmatori ci offrissero la possibilità di scegliere se giocare la nuova versione o se rivivere l'esperienza originale arricchita dalla nuova veste grafica.

A causa di questa scelta, quindi, il pacchetto perde gran parte del proprio fascino. L'esperienza è comunque gradevole e divertente, complice la presenza di un numero incredibile di mech (se si considerano tutti gli episodi), di una marea di missioni e di una trama interessante (ma completamente in giapponese, ovviamente), ma è impossibile non notare una certa mancanza di varietà nella proposta.

In più di un'occasione il vostro principale avversario sarà la telecamera.

A questo si va ad aggiungere un comparto tecnico ben lontano da ciò che la PlayStation 3 ha mostrato di saper fare al termine del suo ciclo vitale. Sotto molti punti di vista sembra di trovarsi di fronte a un gioco di prima generazione, dove a parte gli ottimi modelli dei mobile suit c'è ben poco con cui rifarsi gli occhi.

Le ambientazioni sono sempre piatte e caratterizzate ba una manciata di elementi ripetuti all'infinito, il tutto condito da texture sfocate e dai colori smorti. Considerando che anche la gestione della telecamera non è delle migliori, ecco che il quadro generale del comparto grafico non è incoraggiante.

Se siete fan storici del mobile suit bianco e dell'universo raccontato da Sunrise, comunque, apprezzerete questa raccolta nonostante i difetti citati nell'articolo. Le storie in essa raccontate unite alla quantità e varietà dei contenuti (tra mech e missioni) bastano per giustificare l'acquisto attraverso il mercato d'importazione. Magari vi perderete alcuni passaggi della trama per via della barriera linguistica, ma vi ritroverete comunque tra le mani un bel gioco d'azione a base di robottoni griffati Sunrise.

Ringraziamo ancora Play-Asia.com per averci fornito la copia giapponese del gioco, che abbiamo testato su una console PS3 Pal grazie all'assenza di blocchi regionali.

6 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

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