Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin - recensione
Un nuovo Rider è pronto a salvare il mondo.
Sono passati cinque anni dalla prima pubblicazione di Monster Hunter Stories: un titolo spinoff del franchise, che puntava a un pubblico più giovane e/o casual e reimmaginava le meccaniche classiche della saga in chiave GDR, con risultati sorprendentemente validi, pur se con limiti hardware da non sottovalutare.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è un sequel che riprende idee e narrativa del predecessore, un piacevole more of the same, che fa anche tesoro della recente esperienza di Capcom con i capitoli di Monster Hunter: World e Rise.
Avviata una nuova partita, il giocatore dovrà scegliere nome e aspetto del proprio alter ego, che altri non è che il nipote dell'eroe del primo Stories: sono passati molti anni dalla scomparsa del Flagello Nero, ma una nuova, misteriosa minaccia sembra mettere a rischio la pace dell'intero ecosistema.
Il protagonista della storia è un Rider neofita, ovvero una persona in grado di ammansire e cavalcare i mostri, solitamente selvaggi e ostili, grazie all'uso di una Pietra Legame. La trama di Monster Monster Hunter Stories 2 si lega strettamente a quella del gioco precedente, ma riesce comunque a esistere ed essere comprensibile anche per coloro che non hanno avuto modo di vivere il primo Stories. Allo stesso tempo, i fan avranno il piacere d'incontrare ancora una volta tante vecchie conoscenze, a cominciare dallo "strano Felyne" di nome Navirou.
A dispetto di un design colorato e piuttosto morbido nel tratto, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin regala i suoi momenti cupi e commoventi, nonostante, anche questa volta, la componente narrativa non risulti il punto focale del franchise. Completare la sola trama, in ogni caso, richiederà svariate decine di ore che, sommate al completismo, al multiplayer cooperativo o PvP e alle sfide più avanzate (come alcuni mostri "opzionali") rendono il gioco estremamente longevo.
A questo si aggiungeranno in futuro anche diversi aggiornamenti gratuiti, che amplieranno il bestiario del titolo: ad esempio, il primo è previsto per il 15 luglio e aggiungerà come compagno d'avventura l'adorabile Palamute di Monster Hunter: Rise.
Esattamente come il gioco originale, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin prevede l'esplorazione di mappe aperte, ricche di tesori, materiali e risorse per il crafting e, ovviamente, tantissimi mostri da affrontare in combattimento. Buona parte del tempo si passerà in sella a uno dei propri Monstie, che fungeranno anche da alleati durante gli scontri.
Ogni creatura ha punti di forza e debolezza e abilità utili sia per la battaglia, che per l'esplorazione degli ambienti: avremo, ad esempio, Monstie in grado di saltare, nuotare, scavare sottoterra, spaccare grossi massi o arrampicarsi sulle liane, per raggiungere zone altrimenti off-limits.
Anche il sistema di combattimento ha mantenuto le meccaniche principali del titolo del 2016: la battaglia ha inizio non appena entrati in contatto con uno o più mostri, con il classico schieramento da gioco di ruolo a turni.
A volte, oltre al Monstie scelto in precedenza come compagno , il giocatore potrà avere come alleato un NPC, con relativo mostro al seguito: durante lo scontro non si avrà mai, ovviamente, la libertà di movimento tridimensionale dei Monster Hunter classici, ma si potrà scegliere la parte del corpo da colpire (anche se solo nel caso dei nemici di grandi dimensioni), così come il tipo di arma e abilità da impiegare.
L'equipaggiamento offensivo del protagonista cambia drasticamente l'approccio al combattimento: ad esempio, l'arco dà il meglio di sé nei colpi multipli e perforanti, mentre un martello provocherà danni contundenti, divisi su un minor numero di attacchi. Come in ogni Monster Hunter, il giocatore è libero di scegliere il tipo di arma che preferisce, tenendo però bene a mente che ogni mostro avrà debolezze e resistenze diverse, anche in base alla parte del corpo attaccata.
Il meccanismo di attacco standard di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin ha mantenuto il sistema "carta-forbice-sasso" del gioco originale: a ogni turno, il protagonista dovrà scegliere il tipo di attacco da effettuare, tra Tecnica, Forza e Velocità. Selezionare l'attacco giusto renderà molto più semplice la rottura delle difese nemiche, il contenimento dei danni subiti e, in generale, permetterà di ottenere un punteggio più alto alla fine del combattimento, con quindi maggiore probabilità di recuperare materiali rari per migliorare il proprio arsenale.
Portare a segno gli attacchi standard fa accumulare Punti Legame, necessari per eseguire le tecniche dell'eroe e del suo Monstie; inoltre, una volta massimizzati i Punti Legame, il giocatore potrà anche effettuare un colpo speciale in groppa al proprio compagno, diversa per ogni Monstie.
Se a parole tutto questo può sembrare complicato, all'atto pratico è estremamente semplice, intuitivo e divertente: man mano che si prosegue nell'avventura, saranno disponibili sempre più abilità e Monstie sempre più potenti, con un numero crescente di combinazioni ed effetti aggiuntivi (come, ad esempio, gli status alterati) per fare a pezzi, anche letteralmente, le difese nemiche.
L'unica critica che ci sentiamo di muovere, nei confronti del gioco, è il livello di difficoltà piuttosto basso, sia in paragone con i titoli principali del franchise, che in generale nei confronti dei giochi di ruolo a turni. È evidente la decisione di puntare a un target di videogiocatori più interessati a divertirsi, che a cercare una sfida, così come sarebbe sbagliato ignorare la presenza di diverse missioni e battaglie opzionali davvero ostiche... ma, in linea di massima, si sarebbe potuta offrire una sfida anche semplicemente più modulabile, per fare contenti un po' tutti.
Se, infatti, nel caso di un Monster Hunter classico l'equipaggiamento e la parametria sono gli elementi chiave dell'esperienza, nel caso di Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin la presenza di livelli e il puro e semplice farming permettono di superare buona parte delle sfide della campagna principale con una scioltezza impensabile per un titolo di caccia al mostro "tradizionale".
Una delle feature più importanti del gioco è infatti la raccolta di uova di mostro dalle rispettive tane: queste uova, una volta schiuse, daranno vita a una creatura con un corredo genetico ben preciso, che ne determina le statistiche e le abilità speciali.
Arrivati a un certo punto della storia, si avrà accesso al breeding delle creature, ovvero alla possibilità di mescolarne i geni per ottenere Monstie sempre più efficienti.
Tuttavia, questo minmaxing parametrico, all'atto pratico, sarà rilevante solo nelle fasi davvero avanzate di gioco e, nel bene e nel male, il titolo potrà essere completato senza dare troppo peso alla creazione del "mostro perfetto"; stesso dicasi per i potenziamenti temporanei attivabili nei vari villaggi tramite offerte e preghiere, che difficilmente faranno la differenza durante la prima decine di ore della partita.
Da non sottovalutare assolutamente, invece, è il potenziamento di armi e armature del protagonista che, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, svolgeranno un ruolo fondamentale per la sopravvivenza in battaglia.
Per quanto riguarda la pura quality of life, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin riesce a brillare, cancellando ogni possibile lungaggine e meccanica frustrante/old-school tipica del franchise, già limate nei recenti World e Rise.
Unico punto debole del gioco, a nostro avviso, è il mancato approfondimento delle meccaniche principali rispetto al titolo prequel: l'esperienza rimane valida, colorata e assolutamente divertente, ma con la costante sensazione di già visto, specialmente nel caso in cui si fosse già spolpato a dovere l'originale Stories.
Anche per quanto riguarda le animazioni delle creature, abbiano notato un riciclo piuttosto pesante degli "scheletri" dei mostri: questo problema era però presente anche all'uscita dell'eccezionale Monster Hunter: World, per cui confidiamo che, nei mesi a venire, gli aggiornamenti amplieranno la pool di creature da affrontare, eliminando questa spiacevole sensazione.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo riscontrato alcuni momenti di mancata sincronizzazione dell'audio dei dialoghi rispetto alle animazioni a schermo e un pop-up piuttosto aggressivo di erba, ombre ed effetti, anche a poca distanza dal personaggio in movimento; si tratta comunque di problemi minori, facilmente correggibili e che non danneggiano l'esperienza di gioco nel suo complesso.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è un titolo longevo, colorato e divertente, che prende le meccaniche classiche dei giochi di ruolo e le reimmagina in chiave Monster Hunter; è anche un buon sequel del titolo spinoff per Nintendo 3DS.
L'unica pecca è l'aver osato poco sul fronte visivo, forse frenato dai limiti hardware della console ibrida Nintendo.