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Moon

Il lato oscuro della Luna.

Quarant'anni fa l'uomo è sbarcato sulla Luna. Oggi possiamo metterci piede anche noi, semplicemente aprendo il Nintendo DS e tenendo ben saldo il nostro fedele pennino. Dopo averci illustrato la follia e gli incubi partoriti in Dementium: The Ward, il team di Renegade Kids ci conduce direttamente nello spazio, con un nuovo shooter in prima persona in esclusiva per l'handheld a due schermi.

Sin dai primi annunci, Moon si fece notare per lo strabiliante comparto tecnico: ambienti tridimensionali splendidamente ricreati, un framerate solido come una roccia e una direzione artistica squisitamente votata al ben noto filone fantascientifico, che vede l'umanità in perenne lotta contro sconosciute e letali razze aliene in ambienti decisamente ostili.

Subito dopo aver avviato il gioco, ci si rende conto che i filmati rilasciati a suo tempo in rete non furono mendaci. L'hardware del DS è stato spremuto ancora una volta a dovere, e lo spettacolo visivo nato dalle pennellate dei Renegade Kids non può che lasciare piacevolmente colpiti. Da un punto di vista prettamente tecnico siamo dalle parti di un Metroid Prime: Hunters, per intenderci, pur tenendo le dovute distante in termini di atmosfera e di design dei personaggi.

Comparto tecnico egregio. Peccato per la fastidiosa reiterazione di ambienti e nemici.

Il sistema di controllo è molto semplice e immediato, ricalcando (giustamente) quella collaudata formula che su DS impone la gestione della visuale e la mira tramite lo stilo, il tasto dorsale sinistro per il fuoco, l'interfaccia tattile del touch screen per tutte le opzioni e le azioni eseguibili tra uno scontro e l'altro e la croce direzionale per spostarsi. Tutto molto fluido e ampiamente fruibile per chiunque voglia cimentarsi nell'impresa. Il problema connaturato ad un simile approccio è però ancora una volta costituito dagli inevitabili crampi alla mano sinistra (quella che regge la console) a seguito di prolungate sessioni di gioco.

Moon ci consentirà di impersonare il Maggiore Kane, mandato in missione sul pallido satellite ad indagare sul ritrovamento di una misteriosa stazione aliena. L'incipit è discretamente intrigante e presto ci ritroveremo nei meandri del presidio alieno, in cerca di possibili indizi sulla strage appena accaduta e intenzionati a far luce sulla strana cospirazione messa in atto a nostra insaputa. Il Generale Lambert, colui che ci guiderà nel corso delle fasi esplorative, saprà essere incredibilmente criptico, insinuando più di un dubbio sulle cause che ci accingeremo a scoprire.

Il gioco ci vedrà così alle prese con una serie di droidi che ci attaccheranno in massa lungo i corridoi della stazione aliena, dando vita a scontri a fuoco nella più classica situazione da FPS. A stanze vuote e lunghi corridoi si alterneranno perciò combattimenti a base di pennino e pallottole. Sono state contemplate anche alcune sessioni relative al puzzle solving, in cui grazie ad un piccolo robot comandato via radio avremo modo di sbloccare vie d'uscita e location prima inaccessibili, nonché artefatti e potenziamenti per il nostro alter ego. Divertenti le prime volte, ma abbastanza tediose procedendo nell'avventura, nonostante alcune ovvie variazioni e la difficoltà crescente, così come le sessioni di guida sulla superficie lunare, delle quali avremmo senza dubbio fatto a meno.

Formula collaudata per i controlli, reattivi e addomesticabili con estrema facilità.

L'intelligenza artificiale dei nemici sarà per forza di cose limitata, e non dovrebbe mettervi dinnanzi a troppe difficoltà. Segnaliamo a questo punto la fastidiosa ed estenuante reiterazione nella tipologia degli avversari, che saranno rappresentati da androidi zoomorfi (i ragni meccanici, quelli non mancano mai...) e altre amenità. Una volta memorizzati i loro pattern comportamentali potrete proseguire in scioltezza fino ai numerosi boss di fine livello, che vi daranno seriamente del filo da torcere. Poco male comunque: il sistema di salvataggio vi eviterà di ripercorrere le strade già battute grazie ad una buona dislocazione di save points.

Se tutto ciò vi aggrada, potrete anche spendere qualche ora in più nelle fasi esplorative, prodigandovi nella ricerca degli artefatti alieni che vi permetteranno di sbloccare svariate missioni bonus una volta terminata la missione.

Moon riesce pertanto ad elevarsi oltre la sufficienza, segnando un nuovo standard qualitativo per il promettente team di Renegade Kids. Trattasi in definitiva di uno shooter in prima persona non troppo originale (colpa condivisa con un numero imprecisabile di produzioni odierne), ma comunque capace di intrattenere adeguatamente, soprattutto in considerazione dei limiti strutturali della console di riferimento. Credo sia legittimo aspettarsi qualcosa di più con il prossimo gioco, le premesse per un netto miglioramento sono decisamente incoraggianti.

6 / 10