Moonfall Recensione Film: Viaggio al centro della Luna
Guai se tutte le Alexe del mondo si alleassero!
Mentre qualcuno minaccio di distruggerci con metodi tradizionali il mondo che conosciamo, almeno una parte e pure a noi vicina, Roland Emmerich continua a cercare di distrarci, come ha sempre fatto, con la minaccia di cataclismi naturali, dovuti anche a mostri preistorici o ad alieni. E cosa di meglio quindi di catastrofi naturali provocate da misteriose tecnologie aliene?
Con il suo ultimo fanta-disaster movie Moonfall, cosa dobbiamo temere, da cosa ci dobbiamo difendere e come possiamo farlo? Dieci anni fa un misterioso evento aveva fatto fallire una missione spaziale vicino alla Luna e ne aveva pagato le conseguenze lo stimatissimo astronauta Brian (Patrick Wilson), accusato di aver causato lui un incidente che invece era stato provocato da uno sciame di misteriosa composizione. Oggi lo ritroviamo caduto in disgrazia, senza lavoro, il matrimonio fallito, comprensibilmente arrabbiato con il Sistema. Brian si sente anche tradito dalla sua compagna di missione, Jocinda (Halle Berry), che non aveva appoggiato la sua versione dell'incidente.
Intanto però la Luna ha iniziato ad avvicinarsi alla terra, mutando la sua orbita. Se ne accorge per primo KC Houseman (John Bradley), un simpatico nerd sovrappeso (i nerd simpatici sono sempre sovrappeso), che per campare fa umilmente le pulizie alla Nasa. Facile prevedere che: il fenomeno aumenterà assai velocemente, provocando i primi disastri. Brian sarà richiamato in servizio in extremis proprio da Jocinda (che nel frattempo ha fatto carriera), perché unico capace di porre rimedio alla situazione che degenera anche dal punto di vista organizzativo a una velocità davvero spaziale.
KC, coinvolto fortunosamente nella faccenda, si rivelerà a sua volta una risorsa di enorme valore. La raffazzonata missione parte, allontanandosi da un territorio ormai devastato dai disastri naturali e crivellato da rocce provenienti dal nostro satellite ormai vicinissimo. Intanto le famiglie dei protagonisti cercano di riparare in una base fra le montagne innevate del Colorado, andando incontro a spiacevoli interazioni con la solita umanità impazzita, come è nello stile di Emmerich che suddivide sempre così l'azione dei suoi film.
Se dopo due ore di spettacolo, si può già in cuor proprio affermare convintamente che Moonfall è un film "pazzesco", perché succedono cose folli, che sorvolano su qualunque legge fisica e qualunque speculazione filosofica, mischiando audacemente Carl Sagan a Peter Kolosimo, Armageddon, Gravity, Contact, 2001 e chi ne ha più ne metta, non possiamo immaginare cosa ci riserverà l'ultima mezz'ora, dove davvero si supera ogni limite e si va oltre. E basta, non si può dire altro. Visto che una scena finale lascia aleggiare il dubbio di un sequel, ci chiediamo (anche con un fondo di ammirazione) cosa potrebbe mai fare ancora di più, di peggio Roland Emmerich. Verso l'infinito e oltre, davvero.
A parte la bizzarria della trama fantascientifica, che si può accettare perché alla fantasia non c'è limite, e in fondo è quella che potrebbe tenere, le assurdità oggi intollerabili riguardano proprio lo svolgimento dell'azione, le connessioni fra i personaggi, la facilità con cui tutti si incontrano e/o si coordinano (si fa ripartire uno Shuttle obsoleto in un batter d'occhio, come fosse la vecchia auto di famiglia messa sotto un telo nel garage di casa), le incongruenze riguardo le leggi della fisica che colpiscono anche la casalinga più sprovveduta, le "casualità" per cui tutti si ritrovano dove dovrebbero essere, come se spazio e tempo non esistessero, anche un pianeta devastato da ogni tipo di catastrofe si rivela un fazzoletto di terra dove ritrovarsi in un batter d'occhio.
Per non parlare dell'elementarità delle loro connessioni emotive, davvero basiche, con situazioni famigliari degne di una sitcom di basso livello (unica novità è che il personaggio del nerd complottista, almeno questa volta, ci aveva imbroccato e ben prima degli altri e pure i suoi soci mica sono così scemi, in fondo).
Nel cast ritroviamo facce note, Patrick Wilson, bella faccia da eroe affidabile, così bene invecchiato da essere ancora più attraente di prima, particolarità in cui lo supera una sempre splendida Halle Berry, 55 incredibili anni. John Bradley, che ricordiamo con simpatia in Game of Thrones, rivisto da poco in Marry Me, è il buon ragazzone geniale, Charlie Plummer (Boardwalk Empire, Charley Thompson) fa il figlio di Brian, che sembra un mollaccione drogato e invece con la catastrofe imminente si riscatterà. Donald Sutherland compare velocemente a riassumere tutti i motivi per cui non dobbiamo mai fidarci delle verità ufficiali (altra lancia spezzata in favore dei "complottisti").
I valori che lampeggiano come gigantesche scritte al neon, ovviamente sono tutti con la Maiuscola: Patria e Famiglia (e Genitori e Figli e Mogli), Onestà, Lealtà, Coerenza, Coraggio, Sprezzo del pericolo. Quanto agli effetti speciali, siamo dalle parti di 2012, con l'aggiunta di una specie di vermoni spaziali formati da "scie di nanotecnologie" (sic). Belle le architetture lunari mentre alcuni interni rimandano al capostipite 2001 Odissea nello spazio, e come farne a meno.
Fossero meno lunghe, inutilmente verbose e retoriche, le storie di Emmerich potrebbero essere una versione moderna delle storie di Jules Verne, che forse anche allora passava per esagerato. Moonfall potrebbe diventare uno (S)cult? Chissà, in fondo non è neanche abbastanza brutto. L'uscita della pellicola nei cinema italiani è prevista per il 17 marzo.