Mortal Shell - prova
Cold Symmetry ci riporta nell'oscuro mondo dei souls-like.
In un momento ancora non ufficializzato del 2021 il mondo degli RPG si arricchirà di Mortal Shell, titolo ideato dal neonato team Cold Symmetry, che promette di portare nell'universo souls-like una buona dose di elementi innovativi, sostenuti da un tessuto familiare.
Abbiamo passato qualche ora in compagnia delle anime perdute, oppressi dalle tenebre e da tantissime creature mostruose pronte a sbarrarci la strada mentre tentavamo di portare l'equilibrio in un mondo prossimo al collasso. L'atmosfera è molto suggestiva e riporta la mente ai capisaldi del genere, fra tanti personaggi ostili e una familiare coltre di nebbia che ospita un incipit e uno svolgimento della trama nuovi e singolari. Ma discostarsi da Dark Souls, in questo ambito, non è affatto facile.
Mortal Shell è costituito infatti dalla fusione di diversi elementi più che solidi, pescati da un cocktail fra Sekiro e gli altri lavori di Miyazaki, poi assemblati nel tentativo di trovare una nuova strada per farsi conoscere ed apprezzare dal pubblico. A emergere fin dai primi istanti della beta sono il concept e la storia che i ragazzi di Cold Simmetry hanno voluto costruire, rendendo al tempo stesso più flessibile il classico approccio ai combattimenti.
La prima particolarità è il non avere alcuna possibilità di scelta al momento della creazione del personaggio, ma soprattutto il non aver incontrato alcuna caratteristica che possa essere ricondotta alle tipiche classi RPG, come ad esempio cavaliere, guerriero, mago e via dicendo. In Mortal Shell vestiamo i panni di una creatura che affronta la propria avventura impossessandosi di diverse "Shell", ovvero armature di guerrieri leggendari sconfitti in un passato lontano che riportano alla luce i loro talenti in combattimento.
Gli involucri su cui abbiamo potuto mettere le mani, seppur molto diversi fra loro, sono stati soltanto due e ci hanno offerto la possibilità di tentare approcci differenti nel confronto con il medesimo boss. Harros The Vassal è una shell che basa le proprie statistiche sulla salute e sulla resistenza, rappresentando tanto nell'aspetto quanto nelle caratteristiche il classico cavaliere.
Tiel the Acolyte, invece, può risultare difficile da classificare secondo gli standard del genere, sfruttando l'agilità ed essendo dotato di una riserva di stamina molto alta a fronte di una maggiore vulnerabilità. Ad essere molto peculiare è la schivata, che nel caso di Harros è un tradizionale balzo direzionale, mentre in quello di Tiel fa svanire il personaggio per pochi secondi.
L'abilità che rende unico il gameplay di Mortal Shell è l'Harden, ovvero la capacità di trasformare il protagonista in pietra in modo da deflettere il fendente del nemico senza subire alcun danno. Una volta ricevuto il colpo dall'avversario, la protezione in pietra va in mille pezzi, ripristinando il normale status ed esponendo il giocatore a un breve periodo di cooldown. Quest'originale meccanica apre le porte a interessanti strategie: si può sfruttare come tattica per subire attacchi potenti senza conseguenze, oppure come ultimo bastione per evitare la morte.
La seconda meccanica peculiare è l'Empowered Riposte, una tecnica che si basa sul tempismo del parry per poi scagliare un potente un contrattacco attraverso il quale recuperare salute, un po' come accadeva con i Visceral Attacks di Bloodborne. Accanto alle due sopracitate abilità, troviamo infine una sorta di attacco speciale molto potente che rende il protagonista invincibile durante tutta l'esecuzione, praticamente una sorta di "super abilità" aliena alla tradizione dei souls-like.
È bene tenere a mente che tutte le abilità speciali necessitano di "resolve", una terza risorsa assimilabile al mana che si affianca a salute e stamina. Per effettuare un Empowered Riposte, ad esempio, bisogna spendere un'intera barra di resolve, mentre per eseguire la special, diversa per ogni shell, ne servono addirittura due. Sappiate che non è facile guadagnare resolve, pertanto bisogna valutare bene tutti gli attacchi da utilizzare durante ogni singolo scontro. Se ne può guadagnare una discreta quantità colpendo i nemici, ma quella accumulata svanirà se non avremo riempito almeno una barra intera prima di smettere di attaccare.
Per ripristinare la salute non si fa affidamento sulle classiche fiaschette ma su vero e proprio cibo da raccogliere per la mappa. Gli oggetti più comuni, come ad esempio i funghi, si ripristinano costantemente nei medesimi punti in cui li abbiamo inizialmente raccolti, con tanto di barra di avanzamento del respawn. Ma non tutte le risorse saranno di aiuto: l'effetto di ogni oggetto ottenuto, infatti, risulta sconosciuto fino a che non l'avremo provato sulla nostra pelle, incrementando una peculiare caratteristica detta "Familiarità". Ci è capitato ad esempio di scoprire funghi velenosi, trappole ed altri manufatti che hanno inflitto un malus temporaneo alle nostre statistiche.
La Familiarità non ha effetto solamente sugli oggetti consumabili, rendendo progressivamente visibili i bonus e i malus che li caratterizzano, ma anche sulle diverse Shell, alzando il sipario su un interessante sistema di progressione. Più porteremo in battaglia uno specifico guerriero, più il nostro feeling con esso migliorerà, regalando ulteriori buff alle statistiche e offrendoci la possibilità di sbloccare numerose abilità aggiuntive.
Una volta esauriti tutti i consumabili curativi, Mortal Shell offre un ultimo metodo per ripristinare la salute e tentare un contrattacco estremo, proprio come accaduto in Sekiro. Al completo esaurimento della barra della salute, anziché morire, si verrà sbalzati fuori dal guscio, e sarà possibile rientrarvi ripristinando completamente le statistiche. La morte sopraggiungerebbe unicamente se perdessimo nuovamente tutti gli HP, decretando la fine dello scontro e riportandoci all'inizio dell'area. In questo caso, troveremmo la shell pietrificata nel luogo della disfatta, e toccandola potremmo godere di un ulteriore riempimento di salute e stamina.
Per quanto riguarda il sistema di progressione del personaggio, c'è più di qualche differenza con gli elementi che solitamente caratterizzano il genere soulslike. Prima di tutto, il potenziamento delle statistiche non è relegato al passaggio di livello, bensì basato sul consumo di due distinte valute per incrementare le capacità di una singola Shell. Attraverso l'eliminazione dei nemici, o ancora scoprendo le frequenti casse che si nascondono negli angoli più bui dei livelli, guadagneremo i "Tar", risorsa in tutto e per tutto simile alle classiche anime dei soulsborne.
Interagendo con un determinato NPC, il cui ruolo nella narrativa rimane al momento un'incognita, avremo la possibilità di scoprire il nome e la storia della Shell che stiamo indossando. Una volta eseguiti questi semplici step, sarà possibile incrementare l'efficacia delle nostre armature scegliendo fra svariate abilità, come ad esempio un incremento della resistenza dell'Harden o ancora la possibilità di recuperare la porzione di vita appena persa con un attacco velenoso.
La seconda valuta presente in Mortal Shell, obbligatoria per sbloccare le abilità, è il "Glimpse", una risorsa molto più rara riservata ad alcuni nemici o a particolari oggetti nascosti nel mondo di gioco, pertanto impossibile da farmare. Affrontando nuovamente un boss già sconfitto, infatti, riceveremmo solamente Tar, portando alla necessità di una gestione oculata delle risorse in nostro possesso, che sarà essenziale per sbloccare alcune indispensabili skills.
Ovviamente l'utilità delle diverse valute non si limita alla crescita del personaggio, perché come da tradizione potremo acquistare oggetti e materiali dai mercanti disponibili in varie zone della mappa. Ad ogni modo, in caso di morte perderemmo tutti i Tar ma conserveremo invece i rarissimi Glimpse. E, come di consueto, troveremo una parte dei Tar perduti nella zona esatta della nostra ultima morte, esattamente come accadeva in Dark Souls con le anime.
Cold Symmetry ha mostrato una devota passione per i lavori di Miyazaki ambientando il titolo in luoghi suggestivi, familiari e ben differenziati, presumibilmente per dare un background unico ad ogni eroe del passato che potremo riportare in vita. Nella demo abbiamo attraversato una palude infestata e una catacomba molto curata, presentata anche come hub per la sostituzione di shell e set di armi. Ed è proprio in questa seconda area che Mortal Shell ci ha messo di fronte creature spaventose e al contempo affascinanti, dotate di abilità molto interessanti e incredibilmente pericolose.
Pur nascendo da un concept più che mai affascinante, oltre che puntando a portare un pizzico di innovazione in questo particolare genere di RPG, Mortal Shell non è esente da alcuni evidenti problemi. Siamo ben consapevoli che si tratta pur sempre di una versione beta i cui contenuti completi sono stati tagliati, nonché di una build preliminare, ma ci sono diversi dettagli che non ci hanno convinto fino in fondo e che meritano di essere evidenziati.
Abbiamo apprezzato le numerose novità emerse dal sistema di combattimento ma allo stato attuale il feedback di risposta dei comandi è tutt'altro che eccellente, ed è un difetto che diventa palese quando si tratta della doppia schivata di Harros, senza contare che spesso e volentieri la telecamera smarrisce completamente il personaggio.
Al contempo, la schivata è lenta, pesante, quasi faticosa, al punto da rendere qualsiasi tentativo di evitare un attacco un'operazione legnosa e macchinosa. Nelle sezioni più strette della mappa questo problema risulta più che mai evidente, fino a diventare addirittura snervante in alcune fasi del combattimento, specialmente quando si tenta di sfuggire da un nemico perché la salute è agli sgoccioli.
Mortal Shell è senza dubbio un'opera intrigante, un mix fra la celebrazione di un genere intramontabile e una ventata di novità volta a ravvivare i mondi deprimenti della tradizione soulslike. E Cold Symmetry, studio di soli 15 sviluppatori, è senza dubbio riuscito ad attirare tutta l'attenzione su di sé, puntando su un genere sotto i riflettori e tentando nuove strade interessanti.
È con profondo rammarico, di conseguenza, che ci troviamo a sottolineare la necessità di impegnarsi ancora duramente sulle collisioni, sulla lentezza dei movimenti e sulla scarsa stabilità generale. La strada imboccata è sicuramente quella giusta ma il lavoro richiesto per raggiungere le pendici dell'Olimpo dei soulslike è ancora tanto. Anzi, tantissimo.