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Mother 3

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Poche gravidanze sono state tanto dolorose e protratte nel tempo come quella di Mother 3. Il seguito del classico per Super Nintendo noto col nome di Earthbound, un titolo capace di dar vita ad una nicchia di fan entusiasti per il suo peculiare stile e per il suo carattere di J-RPG sopra le righe, venne annunciato per la prima volta addirittura dodici anni fa. E soltanto dopo numerose false partenze e promesse infrante, il lead designer Shigesato Itoi ha finalmente avuto modo di rendere nota l'imminente release giapponese sul suo blog, nel 2005.

In qualità di ultimo capitolo di una delle serie più amate dagli utenti nipponici, Mother 3 ha ottenuto numeri da capogiro tanto nei pre-order quanto nelle effettive chart di vendita, ma tutto ciò non è evidentemente bastato per assicurare al gioco un debutto in Occidente. A dispetto dello status di cult assoluto presso il gotha più compiaciutamente hardcore, Earthbound aveva infatti ottenuto risultati modesti in termini di unità piazzate, compromettendo così le chance di vedere dalle nostre parti il sequel. Shigeru Miyamoto in persona aveva dichiarato in proposito: "Avevamo grandi speranze per il lancio di Earthbound negli States, eppure non è andato come avremmo sperato. Forse potreste non saperlo, ma c'era addirittura una petizione che ci chiedeva di creare Mother 3, firmata addirittura da 30.000 persone! Vista quella abbiamo pensato 'Wow...i fan di Earthbound sono davvero uno zoccolo duro.'"

Gruppi di traduttori amatoriali hanno portato Final Fantasy V in Occidente per la prima volta, e Secret of Mana 3, Bahamut Lagoon e Front Mission: Gun Hazard sono giocabili in Inglese grazie ad appassionati armati di pazienza e passione.

E "zoccolo duro" è probabilmente una definizione riduttiva quando si parla dei maniaci di Mother, persone la cui dedizione assoluta va spesso oltre l'immaginabile. Quando dunque il producer delle localizzazioni Nintendo Nate Bihldorff ha confermato in un'intervista che il publisher non aveva nessuna intenzione di far uscire Mother 3 al di fuori dei confini del Sol Levante, non è stata una sorpresa vedere un gruppo di fan lanciarsi in prima persona nell'impresa di tradurre autonomamente il gioco. Estraendo i file di testo dal gioco GBA giapponese, il team ha intrapreso un estenuante lavoro di adattamento delle migliaia di linee di dialogo in lingua inglese. E finalmente, il 17 ottobre (a più di due anni dall'inizio dell'opera!), una patch interamente tradotta è stata rilasciata su Internet, liberamente disponibile per chiunque abbia una copia digitale del titolo da giocare tramite emulatore.

Certo la release naviga su acque pericolose in termini meramente legali, sfociando in una situazione al limite a livello di copyright, eppure le motivazioni dei fan/traduttori appaiono quantomai limpide e genuine. All'inizio del gioco si legge un messaggio che invita gli utenti a supportare Mother 3 importando dal Giappone il merchandising ufficiale, oltre a raccomandare un obbligatorio acquisto in caso di eventuale uscita sui lidi occidentali.

Ovviamente, gli stimoli nudi e crudi non erano sufficienti per una traduzione ad hoc. Il processo di adattamento di un J-RPG è infatti incredibilmente impegnativo e laborioso (e fra l'altro spesso gestito in maniera non certo impeccabile dai professionisti...), e dunque il fatto che un gruppo di fan abbia dato vita ad uno script tanto arguto ed intelligente è a dir poco sorprendente. Nello specifico poi la difficoltà era se possibile doppia, considerata la natura strepitosamente bizzarra di Mother 3, una delle poche produzioni realmente meritevoli dell'appellativo di "storia interattiva". Parliamo infatti di un gioco creato da un novelliere, un titolo che ha deliberatamente deciso di impiegare il vocabolario ed i tropos dei J-RPG per raccontare una vicenda particolare al suo pubblico.

L'eccellente script è supportato da animazioni convincenti. La grafica ha lo stesso tono di quella di Earthbound, con piatte texture dai colori pastello prive di ombreggiature e sprite pieni di vita e carattere.

E così, quello che inizialmente appare come un racconto assolutamente diretto, dipinto soltanto con i colori primari, presto rivela una profondità ed un ampio respiro che soltanto pochissimi titoli (includendo anche quelli con budget molto maggiori di questo..) riescono ad offrire. I suoi personaggi fanciulleschi, fra l'altro insolitamente occidentali nei loro tratti, comunicano allegria e tristezza con un impatto del tutto inatteso, coinvolgendo l'utente in maniera completa nelle loro surreali vicende emotive.

Tanto per cominciare, avrete modo di scegliere i nomi di tutti i membri della famiglia del protagonista, dal padre fino al cane, e già di per sé la cosa si rivelerà un'impresa monumentale se siete un po'come il sottoscritto. Se poi tutto ciò non vi bastasse, dovrete rispondere ad una serie di domande le cui risposte verrano incorporate nella storia. Quesiti tipo "Qual è il tuo cibo preferito?"piuttosto che "Cosa ti piace di più fare in assoluto?", che sono poi il modo più banalmente astuto per far sì che il gioco si adatti al suo fruitore. Ma non lasciatevi ingannare dall'apparente accessorietà della cosa, perché più avanti nel gioco la customizzazione diventerà massiccia ed efficacissima per farvi vivere empaticamente tragedie e trionfi dei personaggi a schermo.