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Mother Russia Bleeds - recensione

Piazza Rossa... di sangue!

Ricordate l'epoca d'oro dei picchiaduro a scorrimento? Parlo di quel periodo tra la fine degli anni 80 e la metà della decade successiva in cui uscirono titoli del calibro di Final Fight, The King of Dragons, Knights of the Round, Streets of Rage e Vendetta, per non parlare di tutti quelli legati alle licenze Marvel e D&D. Buona parte di quei giochi era sviluppata da Capcom e ha risucchiato nei suoi cabinati i soldi con cui a quest'ora voi e io avremmo potuto acquistare una spider o addirittura un appartamento.

Proprio a quei giochi si ispira Mother Russia Bleeds, beat 'em up sviluppato dal team francese Le Cartel Studio, il quale però ha deciso di premere forsennatamente sull'acceleratore farcendo la sua creatura di una generosissima dose di iper-violenza, criminalità e perché no... critica sociale. Stanley Kubrick sarebbe fiero di un gioco del genere, ma aspettate un secondo, non sto parlando di un gioco fine a se stesso, creato unicamente per far parlare di sé.

Di sostanza Mother Russia Bleeds ne ha tanta e va di pari passo con una realizzazione tecnica che manderà in brodo di giuggiole tutti coloro che svengono alla sola vista di un pixel. Siamo in pieni anni '80 ragazzi, ma con le tecnologie moderne, il che significa grafica retro ma con decine di animazioni diverse, effetti speciali e via dicendo.

Artisticamente il gioco di Le Cartel merita il massimo dei voti: un chiaro omaggio a colpi di pixel ai film di Carpenter.

La storia del gioco sembra nata dalla fantasia del cugino sovietico di John Carpenter: è il 1986 e in una Unione Sovietica decisamente alternativa il crimine ha ormai preso il sopravvento. Droga, violenza e totale mancanza di regole hanno trasformato la nazione in una sorta di prigione a cielo aperto nella quale però il crimine ha ormai preso il sopravvento sul governo "ufficiale". La popolazione è ormai ridotta ai minimi termini dagli stenti e da una nuova droga chiamata Nekro, che per molti rappresenta l'unica opportunità di fuga dalla realtà.

A questo punto vi aspettereste un eroe bello e maledetto alla Snake/Jena Plissken che arrivi sul posto per provare a sistemare le cose. Niente di tutto questo, i protagonisti di Mother Russia Bleeds invece sono quattro e rientrano per un pelo nei canoni del genere: abbiamo un paio di picchiatori standard, l'immancabile energumeno potente come una locomotiva ma mobile come un armadio Luigi XV e la tipa filiforme veloce come un furetto che ha sniffato colla vinilica.

Se la caratterizzazione dal punto di vista del gameplay non brilla per originalità, altrettanto non si può dire di quella estetica. Tutto in Mother Russia Bleeds sprizza carattere (oltre che sangue) e trasuda voglia di coinvolgere chi si trova davanti allo schermo. Anche il gameplay, per quanto ancora legato a dettami vecchi di vent'anni, regala quella genuina difficoltà bastarda che negli ultimi tempi sembra andare molto di moda.

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Il gioco è difficile, a tratti ai limiti del frustrante, ma la sua natura arcade fa sì che non invogli mai il giocatore a mollare il colpo. Badate bene, a differenza di un qualsiasi Double Dragon non vi basterà andarvene in giro dispensando gomitate e calci volanti. Proprio nel momento in cui penserete di aver padroneggiato al meglio il gioco e di poter affrontare un esercito, ecco che la Madre Russa vomita su di voi una dozzina di nemici armati fino ai denti e dannatamente determinati.

In casi estremi potrete però ricorrere ad un asso nella manica, la Nekro. Già, perché la simpatica sostanza psicotropa di cui parlavamo poco fa ha anche degli effetti collaterali particolarmente utili quando si devono far tremare i pilastri del cielo.

Ok, fa male. Fa dannatamente male, ma quando sei stretto all'angolo e tre energumeni con gli occhi fuori dalle orbite sono pronti a suonare l'Adagio di Albinoni con la tua colonna vertebrale, che altro puoi fare? Segnalata (ovviamente) da un indicatore a forma di siringa verde, la Nekro permette non solo di recuperare energia in momenti critici ma anche di trasformare il suo consumatore in una specie di bestia invulnerabile. Gli effetti sono semplici da intuire: danni aumentati a dismisura e difese quasi impenetrabili.

Purtroppo il suo effetto non dura tanto e procurarsela non è cosa facile, anzi per riuscirci dovrete sudare non sette camicie, ma un intero negozio di abbigliamento. Sì perché di nemici ve ne verranno addosso in abbondanza, sempre più cattivi. Fortunatamente alcuni di loro, una volta passati a miglior vita, possono essere usati come fontanella di rifornimento per la Nekro. Sfortunatamente sin dai primi livelli la quantità di avversari che vi troverete di fronte sarà spropositata se paragonata agli inizi "morbidi" di giochi simili.

A differenza della maggior parte dei picchiaduro a scorrimento usciti negli ultimi venticinque anni, Mother Russia Bleeds offre anche spunti narrativi e dialoghi maturi.

Tanto per capirci, nei beat 'em up a scorrimento della vecchia scuola quasi mai ci si trovava ad affrontare più di un paio di nemici alla volta e anche nei livelli più avanzati la maggior parte di loro attendeva il proprio turno per provare a farvi fuori. In Mother Russia Bleeds, invece, faranno letteralmente a gara per calzare il vostro cranio con i loro anfibi e lo faranno per tutta la durata degli otto capitoli in cui è diviso il gioco.

Vi avverto, se deciderete di affrontare in maniera spavalda l'avventura vi ritroverete con le chiappe sonoramente prese a calci e le membra abbrustolite entro pochi minuti. Siate prudenti, dall'inizio alla fine, soprattutto prendetevi tempo per imparare il sistema di combattimento che risulta efficace ma decisamente imperfetto.

Sono i problemi di bilanciamento quelli che più di tutti affliggono il titolo Le Cartel. Se la difficoltà decisamente orientata verso l'alto non dovesse bastare, la calibrazione degli attacchi potrebbe fare il resto. Molto efficaci i pugni, come sempre, ma laddove in passato i calci (volanti e non) rappresentavano la via di salvezza in situazioni particolarmente caotiche, in MRB questi sono stati inspiegabilmente depotenziati e resi troppo lenti.

Questo costringe quindi a scegliere i personaggi più potenti perché nel caso di Natasha la sproporzione tra protagonista e nemici diventa davvero troppo evidente. Nel caso decidiate comunque di avventurarvi vestendo panni femminili, fate in modo di sfruttare al meglio le armi (bianche e da fuoco) che di tanto in tanto vi verranno "generosamente" messe a disposizione. Danno grandi soddisfazioni, ma sprecarle è più facile di quello che possiate pensare.

Natasha, Boris, Sergei e Ivan: nomi di matrice russa decisamente convenzionali per protagonisti che di convenzionale hanno davvero ben poco.

Potrete decidere se affrontare questo inferno virtuale da soli, oppure con altri tre giocatori in una sanguinolenta co-op locale. Purtroppo gli sviluppatori non hanno previsto la possibilità di giocare in compagnia online ed è un vero peccato, con una modalità del genere il gioco avrebbe spiccato un ulteriore salto verso l'alto.

Se tuttavia amate questo genere e vi piacciono i giochi in grado di mettere a ferro e fuoco nervi e polpastrelli, Mother Russia Bleeds è assolutamente il titolo che fa per voi. Un ritorno al passato con uno sguardo al futuro, a quello che i picchiaduro a scorrimento potrebbero diventare con idee e hardware di nuova generazione.

8 / 10