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MotoGP 21 - prova

Parola d'ordine: realismo.

MotoGP 21 è un videogioco dalla genesi strana. Non tanto per il prodotto in sé, che è la classica trasposizione videoludica della massima competizione motociclistica, ormai egregiamente interpretata da Milestone dopo anni di grandi successi nel mondo delle due ruote.

È strana perché, per la prima volta, ci siamo trovati a mettere le mani su una versione giocabile ben prima dell'inizio della stagione: proprio in questi giorni, infatti, i costruttori sono impegnati negli ultimi test a Losail, il circuito del Qatar, in mezzo alle dune che il prossimo 28 Marzo spalancheranno i cancelli su un calendario a dir poco anomalo.

Così come anomalo è stato il calendario 2020, scombussolato a causa della pandemia di Coronavirus e capace di costringere Dorna a una profonda riorganizzazione degli eventi, fra dozzine di gare rinviate e tappe annullate, al punto che la vittoria di Joan Mir è passata quasi in sordina persino alle orecchie degli appassionati.

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Una nota positiva però c'è stata: nel lungo periodo che ha tenuto i piloti lontano dall'asfalto, MotoGP 20 è riuscito a mostrare al mondo intero tutto il suo valore, coinvolgendo nelle competizioni a colpi di gamepad non solo campioni dell'esport italiani come Trastevere73 e AndrewZH, ma facendo addirittura capolino sui canali ufficiali di Dorna, con un Valentino Rossi capace di conquistare il podio virtuale di Misano complice una caduta, per fortuna anch'essa virtuale, di Fabio Quarataro.

Mentre gli esports si facevano largo nei canali ufficiali della MotoGP, i ragazzi di Milestone lavoravano alla nuova istanza del racing su due ruote più famoso al mondo, probabilmente consapevoli che si sarebbe trattato di un episodio di transizione. Sappiamo tutti che Unreal Engine 5 è alle porte e, complice l'arrivo delle console next-gen, siamo certi che di qui a breve assisteremo a un enorme balzo tecnico nel mondo dei videogiochi, specialmente nei confini di quei titoli su licenza che fanno della fedeltà il proprio cavallo di battaglia.

Ciò detto, gli sviluppatori hanno scelto di non sacrificarsi, proseguendo nel percorso di crescita inaugurato con il passaggio al motore di Epic Games. E ora, dopo un MotoGP 20 più che convincente e un RIDE 4 che, specialmente nella versione PS5, si è presentato come uno fra i migliori motociclistici mai realizzati, MotoGP 21 ha intenzione di raccogliere il testimone limando ulteriormente gli spigoli rimasti, il tutto in attesa del prossimo grande salto.

Come ogni anno, la nostra idea era quella di montare a bordo di una Ducati, in questo caso la Desmosedici GP 21 di Bagnaia pensata per difendere il mondiale costruttori, e sfrecciare per qualche ora nel rettilineo di Misano. Purtroppo nella build a nostra disposizione Misano non era disponibile, pertanto abbiamo scelto di spostare le prime corse di rito sotto il cielo notturno di Losail e presso la storica sede dei test invernali a Sepang.

Il miglioramento nelle texture e negli skybox è evidente.

Sapete, una delle critiche che ci capita di leggere più di frequente fra quelle rivolte a Milestone riguarda la costante produzione di titoli molto simili fra loro. Ma a ben vedere, la casa prende di volta in volta tutte le innovazioni partorite dai progetti passati per poi riversarle all'interno delle opere più recenti, e questa filosofia riesce a dare il meglio di sé proprio nei confini di MotoGP 21.

Si nota immediatamente il netto miglioramento nell'attenzione dedicata a telai e carene ereditato dall'ultimo capitolo di RIDE, così come il lavoro di rifinitura artigianale che ha caratterizzato l'estetica di quei circuiti che una volta erano interamente scansionati al laser, per non parlare del sistema di illuminazione e della veste grafica, che alzano l'asticella dei dettagli e soprattutto degli skybox già intravisti negli episodi precedenti.

La novità più importante, e la prima a saltare all'occhio, risiede nel comportamento dei piloti a bordo delle moto e soprattutto nel movimento delle moto stesse, che si piegano fluide per poi tornar su con naturalezza, aggiungendo una buona dose di coerenza fisica a ciascun gesto dei campioni in sella. Si tratta di un cambiamento sottile, una di quelle aggiunte che inizialmente non sembrano rivoluzionare l'esperienza, ma che riprendendo in mano per qualche minuto lo scorso episodio iniziano a pesare come macigni.

La gestione dei freni e delle temperature soddisferà i palati dei giocatori più accanti.

Lo stesso discorso vale per la gestione della telecamera esterna al cupolino, che si adegua anche ai cambi di velocità più repentini per trasmettere tanto la sensazione dei trecento orari quanto quella delle staccate più rischiose. Ma sappiamo bene che molti appassionati preferiscono vivere la pista attraverso lo sguardo del pilota: all'interno del casco, il compito di calcare la mano sulla simulazione ricade nella rinnovata gestione delle sospensioni.

Quella delle sospensioni è una tecnologia che nella realtà della MotoGP sta vivendo una seconda giovinezza. Costruttori come Honda HRC, ad esempio, stanno sviluppando sistemi di blocco pensati per favorire le prestazioni alla partenza, mentre sappiamo per certo che gli ingegneri di Ducati, nel corso del 2020, hanno messo a punto un sistema di correzione dell'assetto disgiunto dall'elettronica che incide sul comportamento dell'ammortizzatore posteriore per abbassare l'altezza del mezzo.

Anche se testando MotoGP 21 non ci siamo imbattuti in grosse differenze nel feeling delle diverse moto, è evidente che ciascun telaio appaia decisamente più pesante rispetto al passato, o meglio, che sia capace di far percepire tutto il proprio peso attraverso il gamepad, in modo ancor più marcato di quanto non accadesse in RIDE 4. In questo senso è evidente lo sforzo di Milestone di proporre un'esperienza sempre più vicina al canone della simulazione, abbracciando il desiderio degli appassionati di costruire nuovi strati sulla classica formula semi-arcade.

Il meteo dinamico visto in RIDE 4, purtroppo, non sembra pronto a tornare su MotoGP 21.

Spingono nella medesima direzione anche le modifiche apportare ai freni, dal momento che è stata aggiunta la variabile della temperatura. Si tratta di una di quelle feature che probabilmente incideranno parecchio sulle prestazioni degli appassionati più accaniti, quelli che opteranno per la gestione disgiunta dei freni e che soprattutto sceglieranno di mettersi alla prova in gare che superano il confine dei 20 giri.

Date queste premesse, cui si aggiungeranno al lancio l'introduzione della Long Lap Penalty e soprattutto la meccanica che costringe il pilota a rimontare in sella dopo una caduta per tornare rapidamente in pista, è chiaro che l'obiettivo di questa edizione sia uno e uno solamente: aumentare il tasso di realismo della MotoGP virtuale. Obiettivo che, a ben vedere, ha costituito il principale focus dello studio nel corso degli ultimi anni.

A seguito del cambio di motore grafico è entrata in scena A.N.N.A., l'intelligenza artificiale neurale che oggi regola egregiamente il comportamento dei piloti NPC; è stato apportato un netto miglioramento alla riproduzione dei telai e dei circuiti, accompagnato da una consistente limatura dei fondali; il consumo gomme si è ritagliato uno spazio nell'HUD, e ora è affiancato da quello del carburante, dalla temperatura dei freni e dal rinnovato sistema di gestione delle sospensioni, elementi che passo dopo passo hanno potenziato nettamente la resa della fisica e la profondità dell'assetto.

Manca ancora qualcosa? Certo che sì: nonostante un piccolo intervento sul comparto sonoro, siamo certi che in quel segmento si possa ancora migliorare. In RIDE 4, poi, abbiamo visto lo scheletro del meteo dinamico, feature richiesta a gran voce dagli utenti e ancora non confermata per MotoGP 21, nonché strettamente legata all'eventuale introduzione del Flag to Flag, ovvero del cambio moto ai box.

Per essere un capitolo di transizione su next-gen, l'impatto visivo è notevole.

Per il resto, si tratta di un'offerta che ormai abbiamo imparato a conoscere molto bene, una fucina delle innovazioni di Milestone studiata per regalare l'ebbrezza della massima competizione a qualsiasi appassionato. Il vero cavallo di battaglia risiede come sempre nella riproduzione certosina delle moto, anche se nella build da noi testata non si trattava ancora delle versioni definitive per il 2021. Chiaramente, gran parte del successo del progetto dipenderà dall'interpretazione della modalità carriera e dal comparto multigiocatore, componenti che potremo analizzare in modo approfondito solamente in fase di recensione.

Vale la pena, infine, spendere due parole sul comparto tecnico, elemento che nella nostra versione PC è stato capace sì di colpirci su una Serie 20, ma che probabilmente si posizionerà in modo diverso nella sua variante “next-gen”. Nello specifico, come con qualsiasi racing, siamo molto curiosi di mettere sotto torchio le funzionalità del DualSense, che nel caso di RIDE 4 erano riuscite nell'arduo compito di aggiungere pepe all'esperienza. D'altra parte, a prescindere dall'ottima resa grafica e dalla certezza di incontrare la risoluzione 4K a 60fps, siamo convinti che il vero balzo tecnologico si farà sentire solo a partire dall'edizione 2022.

Tutto ciò per dire che è molto probabile che in Milestone, in questo preciso momento, un piccolo nucleo di artisti stia sperimentando con le nuove feature di Unreal Engine 5, preparando il terreno per un approdo al next-level dei videogiochi racing.

Nel frattempo, in mezzo al vortice di incertezze che ha avvolto il gran premio reale, tutti gli appassionati hanno di che stare tranquilli: il prossimo 22 aprile potranno mettere le mani sulla versione più realistica mai realizzata dell'esperienza MotoGP.

Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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