MotorStorm: Arctic Edge
Il racing Sony diventa portatile.
Bastano pochi giri per ritrovare quel senso di folle velocità (e in alcuni casi di precarietà) che da sempre contraddistinguono la serie: i circuiti percorrono scenari chiaramente desolati, eppure strutturati con discreta perizia, tra le immancabili scorciatoie, ponti ghiacciati e strambiombi improvvisi. Ghiaccio impenetrabile, fango e ghiaia ricopriranno il suolo dei vari stage rappresentando di volta in volta sfide differenti a seconda del tracciato scelto.
In Arctic Edge si corre veloce, si tampona e ci si schianta come in qualsiasi altro esponente della serie. Non abbiamo ravvisato problemi di frame rate degni di nota, se non qualche rallentamento nelle fasi iniziali, in cui tutti i veicoli si lanciano dalla griglia di partenza.
Per il resto, la manovrabilità delle vetture si attesta su buoni standard considerata la natura portatile del prodotto. La discreta fluidità del gioco si paga purtroppo in termini di resa visiva: questo nuovo MotorStorm per PSP non è certo brutto da vedere, intendiamoci, ma basta pensare ad un WipEout per ricordarci che in termini di modellazione poligonale i processori di PlayStation Portable possono davvero dare di più. I puristi dell'estetica storceranno probabilmente il naso dinnanzi alle eccessive spigolature dei pneumatici e a texture non sempre pennellate a dovere.
Al di là delle sbavature di carattere grafico, la vera lacuna del titolo risiede nella IA degli avversari, ampiamente permissiva nei vostri riguardi per poi risvegliarsi per brevi tratti e tentare l'imbeccata proprio nella curva più bastarda. La sensazione generale è comunque che gli avversari si concentrino più nello starvi alle calcagna che nel tentare di vincere la gara: lo si capisce dalle triettorie impossibili e dalle reiterate incursioni ai vostri prenumatici. Il problema è però agilmente risolvibile sfruttando la modalità multiplayer, in locale e online, che vi consente di gareggiare con i vostri amici fino a sei giocatori in simultanea.
Una menzione speciale merita invece il comparto sonoro, che ad onta di effetti non propriamente convincenti dispiega una tracklist variegata ed elettrizzante. Brani dei Chemical Brothers e dei Prodigy compresi nel pacchetto: con quella musica nelle orecchie andar giù a folle velocità per un pendio innevato assume tutto un altro sapore, credetemi.
In conclusione, Arctic Edge si presenta come un degno esponente della serie, un titolo non memorabile ma capace nonostante tutto di divertire gli appassionati del genere senza troppe pretese. Il brand paga certamente qualcosa in termini di appeal data la natura dell'hardware, e forse qualche briciolo di convinzione in più nello strutturare la modalità Festival l'avrebbe resa meno canonica e più entusiasmante. Il pericolo di volersi dedicare unicamente alle sfide in multiplayer è pertanto presente, anche se la quantità di tracciati e contenuti sbloccabili rappresenta ugualmente la prova tangibile dell'impegno riversato nel progetto. La strada è stata tracciata, e non è detto che la serie non possa trovare fortuna anche in ambito handheld.