Muramasa: The Demon Blade
Vacanza d'amore.
Ogni volta che si torna da una fiera, tutti ti chiedono quale sia stato il miglior gioco presentato. E nel caso del Tokyo Game Show di quest'anno, la domanda è di quelle sorprendentemente difficili.
Biohazard 5 ha inevitabilmente impressionato molti, ma i veterani di Lipsia e dell'E3 avevano già visto tutto col nome di Resident Evil. I J-RPG si sono dati battaglia: White Knight Chronicles si è rivelato a dir poco intrigante, mentre Last Remnant e Star Ocean hanno assicurato a Microsoft il suo miglior TGS di sempre. Senza ovviamente contare l'interminabile pletora di variazioni portatili dei classici franchise Square-Enix, anche se il suo stand era caratterizzato dalla colpevole assenza di due pesi massimi del calibro di Final Fantasy XIII e Dragon Quest IX.
Bayonetta e Yakuza 3 hanno dato gloria a Sega (anche se soltanto attraverso dei video proiettati in loop su enormi megaschermi...), e lo stand Capcom è stato preso d'assalto dai visitatori come nessun altro grazie ad un certo Monster Hunter Tri, vero protagonista assoluto della scena (anche se difficilmente fruibile per noi Gaijin a causa della barriera linguistica).
Tokyo è così. I prodotti di grosso calibro si danno battaglia uno accanto all'altro, anche se il game of the show è forse una questione più romantica, più personale. E' quel titolo che altrimenti non avresti mai scoperto, il gioco che ti resta dentro nonostante il rumore ed il jetlag, quello in cui t'imbatti per caso nel marasma di confusione e follia che soltanto qualche volta ha effettivamente senso. Ellie e Let's Tap si sono trovati e hanno dato il via alla loro bellissima storia di amore e musica cross-culturale. E io sono caduto ai piedi di Muramasa: The Demon Blade.
Non che la cosa sia poi così tanto sorprendente. Del resto l'hack and slash di Vanillaware in esclusiva per Wii -in arrivo in Europa nel 2009 grazie a Rising Star- è davvero un rubacuori come pochi altri. Come potreste aspettarvi dai creatori di Odin Sphere, l'azione vede per protagonisti sprite di una bellezza indescrivibile che si muovono lungo scenari mozzafiato che ricordano da vicino il dipinto più bello che potreste mai immaginare. Ma qui la fantasia iperdettagliata di Odin Sphere lascia il passo ad un approccio rigorosamente tradizional-nipponico (il gioco è ambientato nell'era mistica di Genroku), ed il lirismo artistico è senza precedenti.
Potete vedere gran parte del giocato della demo del TGS su Eurogamer TV. Anche se ci è stato riferito che la demo non riflette in tutto e per tutto il ritmo e lo stile del prodotto finale, che vanterà stage molto più lunghi ed elaborati ed un'enfasi decisamente maggiore sulla storia e sugli elementi RPG. Si è trattato più che altro di un'anticipazione gustosa, di un patchwork di combattimenti in serie tra nemici diversissimi, boss enormi ed aree suggestive; un assaggio pure particolarmente in stile nouvelle cuisine, visto che ogni livello durava all'incirca un minuto.
Dal punto di vista visivo è una vera gioia da guardare, una meraviglia che potrebbe tranquillamente indurre la sindrome di Stendhal negli utenti più sensibili: il colore è incredibile, luminoso e caldo in una maniera semplicemente irraggiungibile coi poligoni. Le onde e l'erba si agitano come acquerelli in stop-motion. I nemici sono una parata ipnotica di creature dal fascino mistico, composte di rami, piume e strani peli: così complessi da risultare difficili da decifrare ad una prima occhiata, eppure immediatamente capaci di colpire con la loro personalità tanto ammaliante quanto minacciosa. Ho affrontato un enorme gigante di latta in un campo di grano dai toni autunnali, uomini-uccello tra i rami di una foresta di montagna, vorticosi mostri-ombrello in un tempio, un grottesco demone fra i ciliegi in fiore illuminati dalla luna.
Nella demo, Muramasa era molto veloce e semplice da giocare; si potevano utilizzare Wiimote e Nunchuck in combo oppure il classic controller. Il vostro eroe -un ninja oppure una kunoichi, entrambi ugualmente agili e belli- sfreccia in giro usando l'analogico, con salti multipli performabili premendo lo stick verso l'alto. Saltando e attaccando con la spada tramite la pressione del tasto A potrete rimanere in volo virtualmente all'infinito, o per lo meno fino a quando troverete mostri da eliminare lassù in cielo.
Premendo A e al tempo stesso in basso effettuerete un colpo a terra, e tenendo premuto il tasto B caricherete varie mosse speciali (fantastico l'attacco rotante) a seconda dell'arma da voi impugnata e della sua integrità.
In Muramasa dovrete infatti prestare attenzione anche alla salute delle due armi oltre che alla vostra: usandole si deperiranno con una certa rapidità e arriveranno persino a rompersi. Senza contare che le mosse speciali consumano almeno metà dell'energia dell'oggetto. Le armi si ripareranno quando non verranno utilizzate, e dunque sarà necessaria un'attenta rotazione fra le due -attuabile (con tanto di effetto speciale) premendo il tasto C- in modo da avere energia sufficiente per i momenti giusti. Questo ovviamente sulla carta, visto che nella demo era possibile affrontare il tutto senza la benché minima strategia. La vostra energia invece verrà ricaricata dalle anime dei nemici uccisi, ovvero si ricaricherà di continuo.
Durante la prima prova Muramasa si è rivelato semplice, equilibrato, estremamente rapido ed intensamente soddisfacente da giocare. Sembrava voler evitare combo troppo convulse o elaborate meccaniche da action-RPG in favore di ritmi ipnotici, originali metodi di gestione delle armi ed interessanti pattern di attacco dei nemici. Se tutto ciò fosse rappresentativo del prodotto finale -e se una strutturazione del genere possa in qualche modo assicurare una certa profondità- è impossibile da dire. Ad ogni modo un action del genere e con questa qualità è indubbiamente più che ben accetto su Wii.
Certo alcuni dei difetti di Odin Sphere (tra cui la ripetitività e il livello di difficoltà) dovrebbero aprirmi gli occhi relativamente al futuro della mia storia d'amore. Ma come tutti gli innamorati, sono immune al buon senso. Muramasa è splendido, misterioso, veloce e pieno di grazia, e di lui mi sono innamorato...e al cuor non si comanda. Nemmeno a Tokyo.