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MXGP 2021 Recensione: L'ultimo anno di Tony Cairoli

Fango, gas, sudore e videogiochi a cadenza annuale.

Il 30 Maggio 2017 Milestone presentò al mondo MXGP 3, quello che ancora oggi potremmo considerare il capitolo più ambizioso dell'intera serie. Non solo si trattava del primissimo caso in cui lo studio milanese avrebbe abbandonato il motore proprietario per passare all'Unreal Engine 4, ma soprattutto di un'enorme fucina di innovazioni, da quelle legate al meteo fino alle prime deformazioni dinamiche, che presentarono al mondo il futuro della saga crossistica.

Da quel fatidico giorno sono passati quattro lunghi anni che hanno messo in scena altrettante iterazioni del videogioco ufficiale del mondiale di motocross, una produzione realizzata su licenza che, per sua stessa natura, non può permettersi per nessuna ragione di saltare una singola release. Questa caratteristica ci ha abituato ad approcciare gli episodi misurando di volta in volta le aspettative: se ad esempio MXGP 4 non portò novità trascendentali cavalcando la corrente del suo predecessore, fu invece MXGP 2019 due anni più tardi a sorprendere gli appassionati con un gameplay quasi stravolto.

Allo stesso modo, l'edizione 2020 si è inevitabilmente rivelata simile alla precedente sul piano tecnico e meccanico. Ed eccoci finalmente arrivati a MXGP 2021, un videogioco che secondo questo semplicissimo schema avrebbe dovuto incarnare una “annata dell'innovazione” ricca di componenti inedite, per giunta all'alba delle console di nuova generazione. Ma, come tutti ben sappiamo, la pandemia globale ha avuto un impatto durissimo nelle nostre vite e ovviamente anche in quelle degli sviluppatori, che si sono trovati a dover uscire sul mercato a meno di un anno dalla scorsa istanza.

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Quella portata da MXGP 2021 è di conseguenza una transizione morbida, tutto il contrario del violento impatto che le gobbe sterrate hanno sulla schiena dei piloti professionisti, fatta di leggerissime modifiche a una formula già rodata e piccoli cambiamenti prevalentemente incentrati sulla fisica di guida, ovvero il tradizionale punto di forza del progetto, che in questo caso si mette al servizio di una modalità carriera perfezionata per puntare alla non-linearità.

Per il resto, il nuovo videogioco ufficiale del mondiale di motocross si presenta sotto una veste molto simile a quella incontrata nell'edizione 2020, e di conseguenza anche a quella dell'edizione 2019, disegnando un'atmosfera avvolta nella ripetizione che fin dall'esordio delle prime sequenze di gameplay non è riuscita a convincere la frazione vocale del pubblico, fan che si aspettavano - a torto o a ragione - un balzo tecnologico importante proprio nell'anno del Covid.

Ma MXGP 2021, al cuore, non è altro che l'ultima edizione del videogioco dedicato al mondiale di motocross, e come tale il suo compito principale resta quello di replicare nel modo più fedele possibile le gare ai massimi livelli della disciplina, mantenendo aggiornati roster e telai, circuiti e componenti, ma soprattutto l'esperienza di guida, che anche in questo caso riesce a trasmettere un feeling soddisfacente.

Abbiamo chiesto esplicitamente di poter testare la versione PlayStation 5 perché Milestone, nel corso dell'ultimo anno, è stata forse la software-house più attenta in assoluto all'implementazione delle caratteristiche del DualSense nelle sue produzioni. Un trend, questo, che si è riconfermato in MXGP 2021: il controller di PS5 diventa quasi una furia durante le gare MX, riservando attimi di tregua solamente negli istanti in cui si rimane sospesi in aria durante i salti, comportandosi come un cavallo indomabile per tutto il resto delle corse.

Fin dal primo giro si nota un deciso miglioramento nella gestione manuale del perso e nella fisica dei salti e degli atterraggi, ma il resto è molto familiare.

Lo sfruttamento dei grilletti adattivi e della vibrazione legata al feedback aptico raggiunge livelli al limite dell'hardcore, perché simula gli strattoni della moto così come la presa improvvisa delle ruote fra i solchi del terreno, addirittura si illumina di rosso durante il fuori giri, e vien da sé che riduce notevolmente quella che è la normale autonomia della batteria del gamepad.

È chiaro che si tratta di una mera appendice a un buon sistema di guida che resta strettamente legato al motore fisico, due ambiti nei quali MXGP 2021 ha apportato discreti miglioramenti. La gestione del peso connessa alla levetta analogica destra risponde in maniera eccellente, e dal momento che gli sviluppatori hanno scelto di inserire alcune deformazioni artificiali nelle curve, non è mai stato possibile attaccare un angolo in così tanti modi diversi.

Buono anche il feeling con la moto, che da l'idea di essere ben ancorata al suolo e riesce a trasmettere gran parte del suo peso; sono dettagli che si notano particolarmente in seguito agli atterraggi, anch'essi migliorati enormemente rispetto al lancio dell'edizione passata, quando riaprendo il gas si percepisce la ritrovata presa degli pneumatici subito pronti a far scodare nuovamente il telaio non appena si imbocca la curva successiva senza degnarsi di rallentare.

Come da tradizione MXGP 2021 fa parte di quel genere di titoli sospesi a metà fra la formula arcade e quella simulativa che, d'altra parte, riescono a comunicare il meglio di sé quando giocati con gli aiuti disattivati, sfruttando la frizione e il cambio manuali, i freni disgiunti e la gestione del peso anch'essa manuale, trasformando ciascuna corsa in una vera e propria lotta per la sopravvivenza tra rivoli di sudore - anche fuori dal gioco - e nuvole di fango.

L'editor dei tracciati è la feature migliore del titolo, ma i preset con altimetrie non portano novità rispetto al passato.

Ovviamente il titolo rimane godibile anche se vissuto come un'esperienza arcade, utilizzando tutti gli aiuti del caso, ma il rischio ripetitività che caratterizza queste release è spesso strettamente legato alla scelta dell'approccio più semplice e immediato. Chiunque voglia vivere un campionato in completo relax resta sempre e comunque libero di farlo, ma il gameplay premia senza dubbio i giocatori che vogliono concludere esausti una doppia gara come se fossero saliti in sella in prima persona.

È anche per questo motivo che una modalità come la Carriera può risultare sfiancante, ed è per la stessa ragione che gli sviluppatori hanno deciso di inserire una componente emergente all'interno della “campagna”, durante la quale capiteranno eventi opzionali capaci di dare tregua al ritmo sfrenato dell'azione e scombinare i progetti della settimana. Può capitare, ad esempio, che un pilota avversario decida di sfidarci a duello in un circuito “amatoriale” per decidere una volta per tutte chi sia il migliore in sella.

Questo genere di battaglie hanno luogo nei confini del nuovo Playground, un'area free-roaming ambientata fra colline e castelli del Galles nella quale è possibile vagare liberamente e partecipare a piccole gare, o addirittura crearne di originali piazzando semplicemente dei waypoint. Come da tradizione il Playground consiste in un area piuttosto contenuta, che tuttavia questa volta presenta tre circuiti fatti e finiti, diversi sentieri fra i boschi e anche qualche piccola sorpresa, come un minuscolo percorso in stile trial.

Chiudono il pacchetto due elementi a dir poco essenziali nell'offerta MXGP, ovvero l'editor dei tracciati e il comparto multigiocatore. È il primo, nello specifico, ad aver fatto la fortuna dei più recenti capitoli della serie, consentendo agli appassionati di ricreare circuiti non più disponibili o produrre design originali capaci di aumentare notevolmente il parco dei contenuti. Al lancio sono quattro le ambientazioni preset, e ovviamente sono tornate quelle altimetrie capaci di regalare nuova sostanza alla feature nella passata edizione.

L'inclusione dei tracciati Legacy è una buona idea per ampliare il pacchetto ma trasmette anch'essa una sensazione di già visto.

Realizzare tracciati originali è semplicissimo, e anche se la tendenza resta sempre quella di puntare sull'architettura di giganteschi piste da supercross all'aria aperta, la community del titolo si è distinta negli anni per la sua capacità di ampliare l'offerta. Un'offerta che al contempo si trova già arricchita dei Legacy Tracks realizzati dalla stessa Milestone, che ha deciso di implementare anche qualche design storico pescato fra quelli mandati in pensione dalla federazione, rispolverando location come Ottobiano e Leon.

Insomma, il pacchetto confezionato in occasione di MXGP 2021, nell'anno dell'arrivederci di Tony Cairoli, è molto vicino a quello delle edizioni passate... per certi versi anche troppo vicino. Tenendo bene a mente il fatto che qualsiasi serie di videogiochi su licenza fatica enormemente a discostarsi dalla contenutistica standard, siamo stati abituati a ricevere una certa misura di iniezioni di novità, una condizione che si è verificata solo a metà nell'ultimo capitolo della serie.

Anche il passaggio definitivo alla next-gen è avvenuto quasi sottotraccia, dal momento che su PS5 non sono presenti impostazioni video, modalità grafiche né altre indicazioni che suggeriscano una reale differenza rispetto al comparto tecnico dell'edizione passata, se non fosse per un'incidenza del DualSense aumentata. La situazione si acuisce ulteriormente mettendo mano ai tracciati Legacy, o anche solo buttando un occhio ai preset dell'editor di circuiti, perché in alcuni casi si ha la netta sensazione di star giocando a un'ipotetica Definitive Edition di MXGP 2020.

Come sottolineato in apertura, l'anno in cui gli appassionati si aspettavano il grande balzo di qualità rispetto alla riuscita edizione 2019 si è forzatamente trasformato in un passaggio di testimone morbido. Gli utenti chiamavano a gran voce la deformazione dinamica dei solchi dei tracciati, alla cui assenza è stata messa una pezza attraverso traiettorie multiple predeterminate, reclamavano il tanto agognato restyling del sound design e desideravano numerose altre caratteristiche che, quasi certamente, non è possibile confezionare in meno di un anno, specialmente se è l'anno dei lockdown.

La realizzazione delle moto è come sempre da 10 e lode, peccato non poter andare oltre gli assetti preset e non poter usare livree “creative” come una variante Black Dream per il TM.

Questa è una lezione che stanno imparando tutti i brand cui è imposta una cadenza di rilascio annuale, qualcosa che non ha risparmiato neppure giganti come il Call of Duty di Activision.

Ma come ogni anno - cascasse il mondo - c'è un nuovo mondiale di motocross, dev'esserci anche un nuovo videogioco della serie MXGP, e anche se entrambi non portano mai una frattura netta col passato sanno sempre intrattenere tonnellate di appassionati attraverso la classica ricetta a base di motori, fango e sudore.

Questo è MXGP 2021: la più classica incarnazione della serie Milestone consacrata al motocross, realizzata in totale continuità con la precedente in attesa di un balzo ulteriore che, molto probabilmente, arriverà solo nel 2022.

Un'edizione comunque solida che vale la pena possedere, se non altro, per rendere omaggio a Tony Cairoli, uno dei migliori piloti di tutti i tempi, se non addirittura il numero uno assoluto, perché si tratta dell'ultima chance in cui potremo gettarci nel vivo di un campionato vestendo i suoi panni.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.

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