N.O.V.A.
Quando Chief, Clarke e Samus s'incontrano.
Da un punto di vista narrativo, nulla è cambiato rispetto alla controparte iOs: nei panni di Kal Wardin siamo chiamati a debellare l'ennesima minaccia aliena (gli Xeno) che senza alcuna fantasia minaccia di sbriciolare il nostro pianeta.
Peccato che i brutti ceffi galattici non siano gli unici a volerci morti: l'esercito è intenzionato a insabbiare pericolosi segreti misteriosamente legati all'attività aliena, e il fatto di esserne al corrente fa di Wardin un testimone scomodo.
Se nel corso della vostra carriera avete provato uno dei capitoli della saga di Halo, noterete più di qualche vaga somiglianza tra N.O.V.A. e l'IP Bungie: e se in certi casi la linea tra citazione e plagio è sottile, qui è cancellata completamente. N.OV.A., permetteteci l'assurdo, è una "versione PSP" di Halo rimpinguata da sporadiche citazioni di Metroid e da passeggiate spaziali di matrice Dead Space: tutto ricorda l'epopea di Master Chief, dalle ambientazioni alla palette cromatica, dalla sceneggiatura agli stessi personaggi (Yelana non è forse la brutta copia di Cortana?).
Ma il trovarsi di fronte ad una sorta di clone portatile di Halo, che lo crediate o no, è l'ultimo dei nostri pensieri. Scesi in campo, a saltare subito all'occhio è un'innegabile imperizia tecnica, assolutamente non ravvisabile nella versione Apple, che si traduce in un impianto grafico scialbo e ricco di glitch, affiancato da un sistema sonoro anonimo e, dulcis in fundo, da un'AI catalogabile ottimisticamente come rudimentale.
Certo, stiamo pur sempre parlando di un Minis dalle dimensioni contenute e dal prezzo favorevole: ma ciò non basta a giustificare la scarsa profondità di un gameplay che si snoda lungo 13 capitoli privi del minimo acuto, capaci di instillare un opprimente senso di ripetitività sin dopo una breve sessione di gioco.
E l'aver eliminato in toto una divertente modalità multiplayer - presente nella revisione Apple dell'IP - pur potendo fare affidamento sulla connettività ad hoc dell'hardware Sony, non giova affatto in sede di valutazione.
Alla fine della fiera, siamo di fronte all'ennesimo porting dalle premesse altisonanti ma dall'epilogo tutto tranne che felice. Si sa, non tutte le ciambelle riescono col buco: ma questa volta, oltre al buco, a mancare è la ciambella stessa.