Narita Boy - recensione
Il Regno Digitale ha bisogno di voi!
Gli avevamo dato un primo, famelico morso durante lo Steam Game Festival, ma quel breve assaggio non ha fatto altro che aumentare la nostra voglia di affondare pienamente i denti in questa piccola gemma "80's Style" dello Studio Koba. Ora che lo abbiamo sviscerato tirandone fuori l'anima al neon possiamo confermare che si tratta di uno dei giochi Indie più interessanti dell'anno.
Se non avete avuto occasione di leggere la nostra anteprima di Narita Boy qualche settimana fa, vi consigliamo di recuperarla per farvi una prima idea su trama e atmosfere del gioco, che si rifanno ai classici sci-fi dei lussureggianti anni '80. Tron è chiaramente la primissima fonte di ispirazione, ma andando più a fondo abbiamo scoperto molti altri richiami di stampo cinematografico, alcuni più palesi altri solo vagamente accennati.
Vi invitiamo a cercarli un po' ovunque in una sorta di mini-gioco nel gioco, ma vi diamo un piccolo aiuto: c'è anche un richiamo all'immortale The Last Starfighter, di cui aspettiamo da TROPPO tempo un'edizione Blu-ray italiana.
In termini di gameplay Narita Boy non si discosta più di tanto da buona parte dei Metroidvania usciti negli ultimi anni e non propone meccaniche innovative, ma quello che deve fare lo fa in modo egregio. I combattimenti in tempo reale e le sezioni platform si alternano con pochissime incertezze, dovute unicamente ad occasionali ritardi nella risposta ai comandi, che ci hanno portato in una manciata di occasioni a dolorose cadute non previste.
Problemi da poco visto che i checkpoint sono disposti in mondo generoso, forse anche troppo in alcuni casi. La doppia modalità di combattimento, da vicino con una lussuriosa tecno-spada e dalla distanza con una bocca da fuoco i cui proiettili si ricaricano con il tempo, garantisce buone soddisfazioni ma a tal proposito vogliamo darvi un piccolo consiglio. All'inizio tutto sembra semplice, molto semplice, ma come in ogni Metroidvania che si rispetti arriveranno momenti in cui dovrete mettere a frutto tutte le vostre risorse.
Iniziate subito a conoscere i vostri mezzi di offesa e difesa, imparando ad alternare con il giusto tempismo i diversi tipi di attacco per non trovarvi in difficoltà nei momenti topici, che almeno in un paio di occasioni vi prenderanno a schiaffoni in faccia piuttosto duramente.
Le modalità secondarie di fuoco e le abilità con cui potrete potenziare il vostro Narita Boy possono fare la differenza e dare anche vita a build leggermente diverse tra loro. Non siamo in presenza di elementi RPG particolarmente profondi, ma ognuno di voi potrà scegliere un diverso approccio alle battaglie e plasmare di conseguenza i poteri più adatti.
Dovrete anche imparare ad adattarvi velocemente alle differenti minacce che vi si presenteranno davanti. Se i primi nemici suggeriscono un approccio diretto e servono più che altro come allenamento per le combo di base, ciò che verrà dopo vi costringerà a far fare un po' di straordinari alla vostra materia grigia.
Alcuni Stallions saranno immuni agli attacchi normali, o saranno corazzati e richiederanno un aggiramento per trovare un punto vulnerabile. Alcuni addirittura vi inganneranno, facendovi pensare di trovarsi in un posto quando invece... ok, forse stiamo dicendo troppo. Il bello di Narita Boy è anche questo, scoprire le creature che popolano il Digital Kingdom e capire quale minaccia possano rappresentare.
L'incedere dell'avventura è inizialmente piuttosto lineare ma dopo un po' entra in gioco il famigerato back-traking, che in questo caso però non è esagerato e permette al giocatore di ammirare a più riprese gli stupendi scenari cyberpunk disegnati da Studio Koba.
Per porre fine alla minaccia di LUI, l'entità che ha cancellato la memoria dello sviluppatore del gioco proponendosi come nuovo dittatore neanche tanto virtuale, dovrete viaggiare in lungo e in largo epurando il mondo digitale di tutte le sue minacce. Come accennato in sede di anteprima, stilisticamente il gioco ricorda molto i giochi di Superbrothers, Sword and Sworcery in primis ovviamente, con personaggi dalle forme stilizzate e dalle movenze armoniose e fluide.
A tal proposito è bene fare un plauso speciale agli artisti che si sono occupati delle animazioni del gioco, davvero sublimi... Jordan Mechner sarebbe orgoglioso di voi. A dominare la scena sono costruzioni ardite e imponenti statue votive illuminate da colori fluo e immerse in gigantesche caverne, che lasciano intuire la presenza di antiche civiltà tribali dedite agli dei della biomeccanica.
Saranno le Intelligente Artificiali a parlare con voi la maggior parte del tempo, perché di civiltà vera e propria in Narita Boy non ce n'è poi molta. Cavalcherete destrieri composti da schermi di vecchi computer e viaggerete lungo strade fatte di puro silicio. Ogni elemento degli scenari e "creatura" sono stati disegnati a mano e anche gli effetti speciali non sono stati realizzati con tools per particellari o roba simile. È tutto creato "artigianalmente" e credeteci... è davvero un bel vedere.
Stiamo vivendo un periodo d'oro per i giochi Indie e sono in particolare i generi Metroidvania e Roguelike a beneficiare di questo rinascimento creativo. Il recente ID@Xbox Showcase ha mostrato un bel po' di ottimi titoli indipendenti in arrivo nel 2021, ma tutti dovranno fare i conti con Narita Boy per guadagnarsi il titolo di sorpresa dell'anno.
Studio Koba ha confezionato un prodotto molto curato sotto il profilo stilistico, che pur non essendo particolarmente originale in termini di meccaniche, riesce a divertire appagando un po' tutti i sensi. A questo punto però ci aspettiamo un tie-in cinematografico del gioco, che diventerà poi un sequel videoludico dando via ad un loop infinito nel quale non vediamo l'ora di tuffarci. Nel frattempo "accontentiamoci" dell'arrivo di Narita Boy su Game Pass (Xbox e PC) al Day One, che non è poco.