NBA 2K15, l'anello è vicino - review
Il gioco sportivo dell'anno?
Un po' per mancanza di concorrenza, un po' per merito di Visual Concepts, la serie di NBA 2K negli anni ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più importante nei negozi, registrando numeri da capogiro. Questo grazie anche al rinnovato interesse che il basket a stelle e strisce sta riscuotendo in Europa e al fatto che pochi altri giochi, come quello di 2K Sports, sono in grado di rendere evidente il salto generazionale. Non ce ne vogliano i vari Killzone o inFamous, ma vedere una partita di NBA 2K15 dal vivo è uno spettacolo che sfiora il fotorealismo e fa a brandelli anche ciò che di buono era stato fatto lo scorso anno.
Non parliamo solo del numero di atleti riprodotti alla perfezione, come Harden e la sua barba o Davies e le sue sopracciglia, ma di come si muovono, si spintonano e corrono per tutto il parquet. Dal punto di vista del gameplay, infatti, NBA 2K15 è forse il miglioramento più evidente che la serie ha fatto negli ultimi anni. Sia ben chiaro, la formula di gioco è sempre la stessa ma i miglioramenti consentiti dalla nuova potenza di calcolo di Xbox One e PS4 ha consentito a Visual Concepts di riscrivere totalmente il gioco, eliminando o smussando tutte le limitazioni emerse nel capitolo scorso.
In poche parole mai come quest'anno si ha l'impressione di avere il completo controllo del proprio cestista, spostandolo precisamente per tutto il campo. Volete replicare il tiro da tre di Ray Allen nelle Finals 2013? In NBA 2K15 sarà piuttosto semplice, dato che grazie alle tante nuove animazioni gli atleti avranno un repertorio di movimenti molto più ampio. Sembra una cosa banale ma ora che i cestisti possono fare anche passi più corti tutto risulta essere più preciso, dato che si potrà aggiustare facilmente la posizione di un tiratore in modo che sfugga alla marcatura di un difensore o si posizioni dietro alla linea dei tre punti.
Non solo, sono state aggiunte tante animazioni per descrivere al meglio i contatti, soprattutto dal lato del difensore. Avrete più modi per stoppare e rubare la palla ma anche per fare blocco. Questo si traduce in un gameplay molto più fluido e dinamico, nel quale raramente vi incastrerete in un avversario e, se ciò dovesse succedere, è perché quest'ultimo vi sta tagliando fuori dal rimbalzo. Difendere diventa dunque molto più complesso perché non potrete più bloccare l'avversario premendo L2 e seguirlo per tutto il campo. I vari Weestbrook, Parker o Paul vi scapperanno da tutti i lati e dovrete quindi essere bravi, come nella realtà, a saper leggere e anticipare i loro movimenti chiudendo le linee di passaggio o i corridoi verso canestro. Non stupitevi se spesso tutto sarà vano ma anche questo fa parte dell'NBA.
Visual Concepts ha lavorato molto per migliorare il feedback visivo del gioco, in modo da farvi capire immediatamente il motivo per il quale avete segnato o meno un determinato canestro. Questo tentativo lo si capisce anche dal nuovo indicatore di tiro, uno strumento fondamentale per aiutarvi a trovare il giusto tempismo nel rilascio della palla.
Nelle scorse edizioni, infatti, per imparare a segnare con Shawn Marion o Kobe Bryant, due cestisti dalla meccanica molto differente, occorreva guardare attentamente la loro animazione del tiro prima di capire quando rilasciare. In NBA 2K15, invece, ai piedi del cestista ci sarà una comoda barra che si caricherà al momento del tiro. Fermandola al centro del semicerchio si farà sempre canestro, mentre più ci si allontanerà del punto focale e minore sarà la percentuale di successo.
Ovviamente la velocità con la quale la barra si caricherà dipenderà dalla pressione dei difensori, dalla difficoltà del tiro (in transizione o coi piedi a terra) e dalle statistiche del tiratore. Rimane comunque uno strumento fenomenale per capire quando tirare anche se è la prima volta che si prende in mano un determinato team ,e soprattutto, per migliorare.
Oltre all'aspetto fisico e grafico del gioco sono stati fatti enormi passi in avanti anche sotto il profilo dell'intelligenza artificiale. Adesso le squadre si muovono in maniera credibile e ogni singolo avversario, anche ai livelli di difficoltà minori, giocherà in maniera intelligente, punendo i raddoppi troppo avventati con un passaggio dentro o una stoppata fuori tempo con una penetrazione.
I principali atleti, oltretutto, avranno un set di mosse ed animazioni personalizzate. Howard sotto canestro userà molto il piede perno per ingannare i lunghi avversari, Marc Gasol utilizzerà la sua stazza e la sua visione di gioco per inventare qualcosa dal post, mentre Harden tenterà sempre le sue penetrazioni con contatto.
Le partite saranno dunque tirate, spettacolari da giocare e da vedere, anche grazie a un miglioramento globale della presentazione, alla reintroduzione delle mascotte e delle cheerleaders e a un generale miglioramento nella resa di ogni stadio. Il taglio registico è quello che è possibile vedere sui network americani e l'abbondanza di interventi, stacchetti e presentazioni è stupefacente. Potrete comunque disattivare tutto e godervi solo la partita.
Da quest'anno potrete godere anche di un pre-partita di ottima fattura firmato da Shaquille O'Neil e Earnie Johnson. Stupisce che con questa grande attenzione al dettaglio non abbiano sostituito Steve Kerr con un altro opinionista, dato che fa strano sentirlo commentare una partita dei Warriors e nel frattempo vederlo fare anche l'Head Coach.
La scorsa edizione è stata introdotta una modalità MyPlayer dal taglio narrativo ma è quest'anno che Visual Concepts l'ha resa un progetto compiuto. Non si tratterà solo di creare e sviluppare la carriera di un perfetto sconosciuto fino al raggiungimento dell'Hall of Fame ma di vivere una storia discretamente narrata legata all'NBA, ai dietro le quinte e alle aspettative che ogni atleta ha una volta entrato nella lega. Questa volta non sarete una promessa del Draft che dovrà lottare solo per capire a che punto del primo giro verrà chiamata, ma sarete un giocatore che all'inizio dell'anno non è stato scelto ed è alla ricerca di un contratto da 10 giorni grazie al quale far cambiare idea a tutti.
Le novità non si limitano solamente all'aspetto narrativo, dove l'NBA non è più descritta come un universo completamente positivo, ma un posto dove i GM sono scostanti, gli allenatori burberi e gli agenti delle carogne, ma anche a quello strutturale.
Cominciamo col fatto che quest'anno avrete decine di opzioni in più per personalizzare il vostro alter ego. È stata introdotta infatti la scansione facciale tramite PS Camera o Kinect 2.0, che pare dia qualche problema ma che dovrebbe consentirvi di applicare la vostra foto sul faccione del vostro giocatore. In ogni caso potrete modificare ogni singola caratteristica del volto del vostro atleta, alzando o abbassando il naso, la bocca o le orecchie. Il risultato è decisamente più realistico dello scorso anno e con un po' di lavoro non noterete un grosso sbalzo tra il vostro giocatore e quelli realizzati da 2K.
È stata completamente rivista anche la gestione delle partite e degli allenamenti. Ora non potrete più spendere Virtual Currency per ogni singola statistica ma l'investirete in uno dei sei blocchi proposti (tiri da sotto, in sospensione, atletismo, difesa, rimbalzo e playmaking).
Questa decisione da una parte limita la libertà di ognuno (per esempio avremmo voluto migliorare il nostro centrone ai liberi ma non è stato possibile farlo senza incrementare anche le sue doti generali di tiratore), ma dall'altra vi consente di creare un atleta più equilibrato e credibile, impedendo storture poco realistiche come una guardia infallibile da tre punti ma incapace di infilare un jumper da un metro.
Anche la gestione dei cartellini (ovvero dei potenziamenti che migliorano le prestazioni del vostro atleta) e delle partite è stata resa più intuitiva, semplificando in questo modo l'avanzamento nella carriera senza dover per forza seguire ogni singolo aspetto del gioco.
Sul parquet la modalità MyPlayer sa valutare in maniera decisamente migliore il vostro gioco, premiando sia le azioni vincenti, sia la corretta esecuzione di uno schema. Inoltre il coach non vi darà più direttive folli (come vincere un incontro ormai compromesso alla vostra prima apparizione sul parquet), ma vi chiederà di eseguire determinati movimenti durante la partita, come lanciarvi sempre in contropiede o essere aggressivi a rimbalzo.
Vista la grande importanza della parte narrativa, siamo contenti di vedere che ogni singolo dialogo è stato doppiato. 2K ha coinvolto un grande numero di atleti NBA in modo che ogni franchigia abbia almeno un compagno di squadra col quale intrecciare un rapporto di fiducia. La qualità della recitazione è altalenante dato che non è obbligatorio per una superstar NBA essere anche un grande attore, ma il risultato globale è sicuramente migliore rispetto allo scorso anno.
La modalità MyPark è stata ridisegnata, triplicando il numero di campetti a disposizione, otto per ogni fazione, così da rendere più veloce l'attesa prima di scendere in campo. Inoltre potrete anche decidere di abbandonare il playground e recarvi presso il Jordan Rec Center, un luogo (sempre virtuale) nel quale ci sono quattro campi regolamentari ad attendere i giocatori per partite 5vs5 con regole NBA. L'altra grande novità è la modalità chiama NBA 2KTV, che dovrebbe diventare il cuore del gioco con aggiornamenti quotidiani, concorsi per vincere Virtual Currency, filmati ed interviste esclusive, e tanto altro.
Le rimanenti modalità non hanno subito grossi cambiamenti. MyLeague vi consentirà di creare la lega dei vostri sogni, modificandone ogni minimo aspetto a partire dalle squadre partecipanti. Vi siete mai chiesti come se la caverebbe l'Armani Jeans nell'NBA? Beh, potreste scoprirlo inserendo questo o altri team dell'Eurolega nella MyLeague, magari assieme ai Lakers di Magic o i Bulls di Jordan.
MyGM vi consentirà invece di vestire i panni di un dirigente NBA. Per raggiungere gli obiettivi dovrete avere a che fare coi cestisti, con l'allenatore ma anche col presidente. Il sistema di dialoghi è migliorato, rendendo tutte le fasi di contrattazione ancora più soddisfacenti e non dei singoli intermezzi tra un'operazione e la successiva.
Un moderno GM deve avere a che fare con tutti gli aspetti della propria franchigia e quindi dovrete controllare che i media non diventino troppo pervasivi o che le interazioni social delle vostre star diventino destabilizzanti, in modo che nulla perturbi il morale del team.
Infine MyTeam cerca, stagione dopo stagione, di replicare il successo di FIFA (o Madden o NHL) Ultimate Team. In altre parole dovrete assemblare la squadra dei vostri sogni mettendo insieme atleti provenienti da tutta la lega, comprandoli attraverso le aste (novità di quest'anno) o cercandoli all'interno delle buste.
I metodi per raccogliere nuovi crediti sono aumentati e vanno dall'ormai classico aprire il portafogli per utilizzare quattrini virtuali, alle nuove sfide, ovvero scenari singolo giocatore nei quali rivivrete dei momenti "What if?". Come sarebbero i Trail Blazers se avessero scelto Durant al primo giro del Draft? O se i Lakers avessero tenuto Shaq? Poco importa, perché quello che dovrete fare è guadagnare crediti grazie ai quali sbloccare nuove carte!
Forse l'unico aspetto sul quale NBA 2K15 non ha conseguito i miglioramenti sperati è sotto il profilo dell'online, perché per un gioco di questa caratura i server e l'infrastruttura sono ancora un po' fragili. Dopo i problemi iniziali, Visual Concepts ha portato alla normalità la situazione ma senza una connessione internet stabile molte delle modalità appena descritte potrebbero non essere attive o presentare dei rallentamenti. Nelle ultime ore il gioco è risultato stabile e il netcode sufficientemente performante da garantire una buona esperienza anche online, ma il servizio che EA Sports offre online rimane ineguagliato.
Una piccola nota di demerito va anche per le squadre dell'Eurolega. Abbiano notato decisi miglioramenti nella resa dei volti di molti atleti, soprattutto americani, ma le formazioni sono quelle dello scorso anno. Non stiamo parlando solo di Langford ancora a Milano ma principalmente della presenza della Mens Sana Siena, società fallita lo scorso anno e che ora milita in Serie B. Speriamo aggiornino il gioco presto.
In NBA 2K15 infine si sbandiera la collaborazione con Pharrel Williams e in effetti l'artista statunitense si è rivelato molto più poliedrico rispetto a LeBron James e JayZ. Le canzoni scelte spaziano molto nei generi e nelle sonorità ma sono accomunate da una grande orecchiabilità.
Con NBA 2K15 Visual Concepts ha dunque fatto di nuovo centro, sviluppando un gioco che sul parquet è fenomenale per fluidità, precisione e realismo, e che fuori dal campo potrebbe tenervi impegnati per tanto tempo. MyPlayer è ancora più divertente del solito, dato che avrete il completo controllo del vostro atleta, che verrà premiato in base alle sue prestazioni, senza forzature.
Chi cercasse modalità più classiche potrà scegliere se essere un GM, un allenatore o un collezionista di figurine con un MyTeam sempre più simile a FIFA Ultimate Team (ed è un bene). E se tutto questo non bastasse, forse potreste prendere in considerazione il gioco anche solo per mostrarlo a quegli amici e parenti tuttora scettici di fronte all'ingente spesa che avete sostenuto per comprare la "next-gen". In NBA 2K15 i 1080p e i 60 frame sono assicurati e il fotorealismo è davvero a un passo.
Ancora un po' di ottimizzazione sui server di gioco e sarà difficile chiedere di più.