Need for Speed - recensione
Ghost Games prova a ridare verve alla serie.
Dopo essersi presa un anno sabbatico, la serie di Need for Speed torna nei negozi sotto l'egida di Ghost Games, studio di sviluppo nato da una scissione all'interno di Criterion Games proprio per seguire a tempo pieno la serie corsistica di Electronic Arts.
Il compito è dunque di quelli ardui, dato che c'è da soddisfare una base di utenza davvero sconfinata, che in oltre venti anni di presenza sul mercato ha superato quota 100 milioni di giocatori. L'obiettivo è dunque quello di proporre qualcosa di nuovo che però non dimentichi alcuni degli elementi più amati da parte dei fan, come la presenza di una storia, la possibilità di modificare le macchine e persino le atmosfere di Underground, forse il capitolo più amato dell'intero franchise.
Il team capitanato da Craig Sullivan, una vecchia volpe dell'industria, ha cercato di riunire tutte queste caratteristiche in un gioco chiamato semplicemente Need for Speed e le premesse sono quelle classiche.
Arriverete come un perfetto novellino sulle strade di Ventura Bay, una città fittizia ispirata a Los Angeles, a bordo di una carretta. Per vostra fortuna presto incontrerete Spike, Robin, Manu, Travis e Amy, una crew di ragazzi fissati con i motori. Ognuno, però, a modo suo. Spike è un amante della velocità, Robin ama guidare in compagnia, mentre Amy è sempre chiusa nel suo garage a migliorare la macchina. Manu è uno specialista nelle derapate, mentre a Travis piace sempre spingersi oltre il limite stabilito dalla legge.
Questi cinque personaggi sono interpretati da attori che donano loro una personalità specifica e, soprattutto, vi condurranno attraverso una serie di sfide che vi consentiranno di incontrare alcuni miti della guida underground reale, come Magnus Walker (Speed), Ken Block (Style), Nakai-san (Tuning), Risky Devil (Crew) e Morohoshi-san (Outlaw).
Queste storie procederanno in maniera parallela tra di loro fino alle battute finali, nelle quali dovrete per forza di cose avanzare anche negli altri filoni narrativi, non fosse altro per sbloccare i pezzi e i soldi necessari a rendere il vostro catorcio la macchina più performante di Ventura Bay.
Sulla mappa vi saranno segnalate le missioni che dovrete portare a termine per avanzare con ogni storia, fatto salvo per la parte da fuorilegge (Outlaw) un po' nascosta e che vi chiederà di portare a termine dei compiti un po' particolari, slegati da missioni specifiche. Questi solitamente coinvolgeranno la polizia, inizialmente ghettizzata in alcuni quartieri della città, per non turbare i giocatori che non hanno gradito il lungo violento e insistente braccio della legge in Hot Pursuit.
In Need for Speed torna anche un accenno al tuning e una corposa parte di personalizzazione delle prestazioni e dell'estetica della vostra macchina. Diciamo che il tuning è semplicemente accennato perché ogni macchina potrà contare solo su di una manciata di pezzi per ognuna delle 21 categorie a disposizione. Oltretutto la scelta più costosa sarà anche quella più remunerativa in fatto di prestazioni. A suon di centoni potrete quindi trasformare la vostra Golf o Volvo in un bolide da 300 e passa chilometri all'ora, in grado di tenere testa anche alle Lamborghini più aggressive.
Una scelta un po' fantasiosa ma legata al fatto di voler rendere più semplice il bilanciamento tra i vari giocatori online e consentire a chiunque di concentrarsi unicamente sulla propria macchina preferita, senza dover passare per forza ad una fuoriserie.
Questo è anche il metodo che gli sviluppatori hanno trovato per non rendere troppo proibitivo il livello di difficoltà. Oltre a un evidente e poco elegante effetto elastico, quello che non vi consente né di seminare, né di essere seminati dagli avversari, Ghost Games ha pensato ad una sorta di sistema di grinding. Non riuscite a vincere una gara? Al posto di sbatterci la testa fino ad un'insperata vittoria, perché non fate altre cose in modo da potenziare la macchina e concludere l'evento facilmente grazie alla vostra schiacciante superiorità tecnica?
Non si tratterà semplicemente di migliorare le prestazione. Comprando una versione migliore dei freni o delle barre anti-rollio, per esempio, potrete accedere anche ad una parte di tuning che vi consentirà di modificare il comportamento in pista della vostra macchina.
Per soddisfare sia gli amanti di Need for Speed che quelli di Burnout, infatti, Ghost Games ha introdotto un sistema grazie al quale potrete decidere il comportamento della macchina in curva, in modo che s'imbarchi immediatamente per facilitare le derapate o che rimanga incollata al terreno per dipingere una traiettoria migliore.
Oltre che per il feeling di guida, sarà importante cambiare l'assetto anche per poter vincere determinate gare. Per esempio sarà impossibile vincere una sfida di derapate con Manu con un'aderenza al massimo. Peccato che queste operazioni non siano effettuabili direttamente dalla schermata di gioco, magari attraverso dei preset, e vi richiedano di passare dal garage, con il conseguente caricamento. In questo modo ogni volta che dovrete cambiare macchina o intraprendere una nuova tipologia di gare, dovrete interrompere il flusso del gioco e infilarvi la salopette da meccanico.
La storia, seppur non destinata a lasciare un segno negli annali della letteratura, si lascia seguire ed è piacevole da affrontare, grazie anche ad una speciale tecnica che mescola filmati in live action con la grafica del gioco. In questo modo vedrete Amy girare intorno alla vostra macchina o lavorare all'interno di un garage colmo delle vostre quattro ruote.
L'aspetto grafico è sicuramente uno dei più riusciti di tutta la produzione. Grazie anche all'ambientazione notturna, che appiattisce i colori e accorcia l'orizzonte visivo, l'assenza dei danni, e alla scarsità di avversari presenti in pista, Ghost Game è stata capace di creare un gioco che rasenta il fotorealismo. Correre in pista è un piacere e la qualità dei modelli delle macchine è davvero eccellente, soprattutto se avrete dato sfogo a tutta la vostra fantasia col potente editor grazie a cui decorare la carrozzeria dei vostri bolidi.
Peccato che nelle fasi avanzate di gioco, quelle nelle quali le macchine cominceranno a viaggiare oltre i 300 km/h, il frame rate, già bloccato a 30 fps, perderà qualche colpo nelle situazioni più concitate, rovinando un po' la magia creata nelle ore precedenti. Gli amanti dei giochi di corse noteranno anche la mancanza di una visuale interna grazie alla quale poter sfruttare gli specchietti retrovisori, visto che gestire la visuale con la leva destra non è particolarmente comodo in alcune situazioni di gara.
Inoltre, circolando per la città non si può non notare un'ambientazione piatta e priva di verve. Difficilmente capirete in che parte di Ventura Bay stiate guidando, un po' per il buio, un po' per il fatto che i vari quartieri non hanno una connotazione spiccata, cosa che rende tutto un po' troppo uguale. Gli sviluppatori avrebbero potuto fare una sorta di Cina Town, una zona di villette, una con dei parchi e via dicendo, per rendere più distintiva l'ambientazione e piacevole il semplice guidare da un punto a un altro.
La scarsa varietà di eventi, oltretutto, amplifica la sensazione di monotonia che il gioco si porta dietro e dopo alcune ore vi sembrerà di aver già visto tutto e rifatto le stesse cose. Ghost Game ha promesso di arricchire l'esperienza con contenuti gratuiti che arriveranno nelle prossime settimane, ma al momento Need for Speed non offre molto che giustifichi una connessione continuativa ai server di Electronic Arts.
È vero che la vostra partita verrà inserita automaticamente all'interno di un ambiente virtuale nel quale fino ad un massimo di 8 giocatori gareggerà sulla stessa mappa, ma gli spazi sono talmente ampi da rendere la loro presenza quasi sempre accessoria.
Non capiamo dunque perché senza internet non possiamo giocare, togliendoci la possibilità di mettere in pausa o giocare laddove manca una connessione. Particolarmente assurdo considerando che potrete decidere di iniziare una sessione senza altri giocatori online. Manca, infatti, un multiplayer strutturato. Partecipando ad un evento potrete decidere se chiedere ad altri giocatori di correre con voi ma è tutto molto libero, non c'è modo di organizzare una gara specifica o di modificare i parametri della corsa. Anche le Crew sono entità piuttosto effimere, sciogliendosi ogni volta che si chiude la partita, e non offrono alcuna opzione di personalizzazione.
L'impressione è che al momento Need for Speed sia un buon gioco che però necessita di essere riempito di contenuti. Nel giro di circa una dozzina di ore avrete completato la modalità storia, oltre che acquistato le macchine più sexy del gioco. Una volta fatto questo non vi rimarrà altro che andare alla ricerca di qualche segreto, di sfidare qualche saltuario pilota di Ventura Bay o portare a termine le sfide quotidiane. Nell'attesa che Ghost Game arricchisca l'offerta con nuovi contenuti.