Need For Speed Undercover
Ti piace vincere facile?
Need for Speed Undercover torna alle originali peculiarità della serie. O almeno ci prova. Sono state ripristinate alcune delle ottime idee dei capitoli precedenti e il tutto è stato condito con le saporite spezie dell'alta definizione. Al primo assaggio la pietanza appare succulenta ed invitante, ma basta poco ad avvertire un retrogusto amaro. Il sospetto è che, sotto sotto, gli ingredienti siano rimasti immutati.
Undercover parte da premesse narrative quanto mai scontate ma discretamente funzionali. Nei panni di un agente sotto copertura sarete chiamati ad inflitrarvi nelle organizzazioni di corse clandestine, guadagnare il rispetto dei membri grazie alle vostre abilità di pilota e smascherare i bricconi riportando la pace nelle strade della città. Tutto ciò ci elettrizza quasi quanto una tazza di Orzo Bimbo, nessun problema ad ammetterlo, ma stiamo pur sempre parlando di un racing game ed è per tale ragione che eviteremo di tediarvi oltre sui contenuti della trama. Anche perché, ad essere onesti, da aggiungere ci sarebbe ben poco...
Undercover vi sorpenderà inizialmente per il modo in cui presenta un mondo aperto e abbastanza vario, ricco di potenzialità e di sfumature più o meno intriganti. Il taglio squisitamente cinematografico di certe scene evidenzia una volontà di imitazione hollywoodiana, ma con il buon gusto di non prendersi troppo sul serio. Le modalità di gioco sono esattamente quelle che ci si aspetterebbe da un titolo del genere e la cura nella riproduzione delle auto (tutte rigorosamente identiche alle controparti reali) lustrerà le pupille degli appassionati. Un buon lavoro è stato fatto nella rappresentazione dei danni alle vetture, anche se spesso risulteranno ininfluenti nei confronti della tenuta di guida.
L'elemento più accattivante del titolo rimane comunque affidato alle forze dell'ordine, che tornano prepotentemente alla ribalta apparentemente più ostinati e agguerriti che mai. Gli inseguimenti funzionano egregiamente, lo spettacolo visivo risulta ben calibrato e il divertimento in certi frangenti non mancherà di certo. Il fatto di poter usufruire di ambientazioni aperte rende tale opzione decisamente più realistica che in passato, coadiuvata anche da un comportamento del traffico abbastanza credibile. Alcune modalità vi vedranno impegnati a distruggere un numero sempre più alto di vetture della polizia, mentre in altre dovrete cercare un approccio un po' più strategico nel tentativo di attirarli in determinate zone e guadagnare ulteriori vie di fuga.
Il problema è che risulta tutto troppo facile. Pateticamente facile, aggiungerei. Non che la serie Need For Speed sia stata in passato particolarmente impegnativa, ma Undercover sembra essere stato pensato appositamente per un'utenza oziosa e intollerante la cui unica pretesa è quella di vincere sempre e comunque. Lo sforzo con cui il gioco si adopera a garantirvi quel dannato primo posto rischia spesso di scadere nella più plateale delle parodie. Ad ogni vostro incidente, ad ogni vostra manovra errata, le auto avversarie rallenteranno porgendovi su un piatto d'argento la possibilità della rimonta immediata. Sia chiaro che non stiamo affatto puntando il dito sulla permissività di certe tipologie di gameplay, ma è anche doveroso sottolineare che se togli il brivido della sfida, parte del divertimento andrà inesorabilmente perduta.
A patto di saper discernere un joypad da una banana, i primi cinquanta eventi saranno giusto un semplice tutorial, quasi una particolare opzione atta a mantenere caldi i motori dei vostri bolidi. Tutti gli eventi sotto il decimo livello risultano pertanto una perdita di tempo: solo in quelli successivi l'IA si sveglierà dal torpore atarassico delle prime ore di gioco e inizierà a competere in maniera interessante. Le diverse modalità di gioco cominceranno a mostrare il loro vero potenziale, le missioni si faranno seriamente più impegnative, e sfuggire alle auto e agli elicotteri della polizia non sarà quella passeggiata di salute sperimentata giusto qualche livello prima. Vi sarà egualmente consentito di commettere pochi errori, ma finalmente potrete dire di esservi guadagnati la vittoria in maniera dignitosa.
Purtroppo, nulla di tutto ciò riuscirà in definitiva a mascherare la mancata ottimizzazione del gioco. I dettagli della veste grafica litigheranno infatti con un frame rate alquanto incostante nelle fasi più caotiche. Discreto il motore fisico utilizzato, che muove in maniera responsabile gli elementi distruttibili degli scenari senza però offrire l'occasione per particolari menzioni di merito. A parte le fastidiose defaillances di carattere tecnico, ribadiamo comunque la finezza nella riproduzione digitale delle vetture e la capacità dell'engine grafico di regalare momenti di egregia qualità visiva.
La colonna sonora è apprezzabile, in linea quindi con le recenti produzioni EA, così come valido è il sistema di selezione degli eventi tramite GPS. Gli elementi di personalizzazione sono come sempre molto variegati e ben implementati, garantendo il classico passatempo a tutti gli amanti del Tuning ma capace di offrire stumenti immediati anche ai giocatori interessati unicamente alle gare su strada.
L'online si rivela invece un piacevole diversivo. Le sfide quattro-contro-quattro tra malviventi e poliziotti vi divertiranno parecchio e saranno probabilmente uno dei motivi principali per cui tenere il gioco all'interno della console. Nella veste dei criminali dovrete tentare di recuperare il bottino (rappresentato da un'icona a forma di dollaro) e scaricarlo in determinate aree della città, evitando al contempo le auto delle forze dell'ordine. Trattasi di dinamiche semplici, quasi banali, eppure capaci di regalarvi quelle soddisfazioni mancanti nella modalità in singolo.
Ritornando al discorso d'apertura, gli ingredienti saranno pure rimasti immutati, ma probabilmente qualcuno ha smarrito la ricetta originale. Need for Speed Undercover rimane quindi un gioco decente, ed è probabile che i più accaniti fan della serie sappiano apprezzarlo. Resta altresì forte l'idea di un titolo alla disperata ricerca di un'identità, schiacciato da una concorrenza (anche nell'ambito della stessa scuderia EA) molto più dotata in termini di personalità. Una più saggia calibrazione della difficoltà avrebbe sicuramente offerto la necessaria marcia in più.