Nelke & The Legendary Alchemists: Ateliers of the New World - recensione
Il genere gestionale viene invaso dagli alchimisti di tutto il nuovo mondo.
La serie Atelier, pubblicata per la prima volta nel 1997, è ormai divenuta una saga storica. Gust e Koei Tecmo sono riuscite a creare un vero e proprio cult, simbolo del genere JRPG. Il titolo in questione, Nelke & The Legendary Alchemists - Ateliers of a New World, si distacca dal filone principale, presentando una formula spin-off basata sul genere gestionale, con i soliti elementi contraddistintivi di combattimento a turni ed alchimia. Saranno riusciti gli alchimisti di Gust ad elaborare un'altra perla?
La protagonista, Nelke Von Lestamm, è una giovane aristocratica a cui è stata affidata la gestione di Westwald, un modesto villaggio dal grande potenziale economico, con il preciso compito da parte del Re di assecondare la crescita del paese. Scopo secondario dell'ereditiera è trovare una delle Reliquie del Saggio Granzweit, un oggetto dal potere enorme, che dovrebbe trovarsi proprio nella cittadina.
Se da una parte l'incipit non sembra dei più originali e ispirati, dall'altra questo serve solo da avvio per far addentrare il giocatore in un contesto leggero e spensierato. La struttura di gioco è basata su turni, ulteriormente divisi in "Weekday" e "Weekend". Durante la prima fase, Nelke dovrà gestire gli impieghi e le mansioni dei cittadini, che potranno essere occupati in quattro settori: sintesi, vendite, produzione e spedizioni.
Ognuno di essi è rivolto all'aspetto economico di Westwald ed è direttamente collegato agli altri, a partire dalla vendita che monetizza i prodotti sintetizzati, che necessitano di materie prime derivate dalla produzione e dalle spedizioni. Il motore finanziario che muove il prodotto è ben curato ed intuitivo, grazie ad un sistema di gestione che nasce dai terreni, passa per gli alchimisti e termina con i venditori.
Sempre durante il Weekday è possibile costruire strutture, strade e decorazioni per il villaggio, così da farlo fiorire favorendo l'arrivo di nuovi abitanti, che ci faranno reperire richieste e sub-missioni da compiere per accrescere la nostra popolarità. Queste mini-quest sono uno degli elementi più riusciti del prodotto, offrendo diversità e occasioni per modificare il proprio piano esecutivo per i turni coinvolti.
Durante il Weekend sono invece disponibili le attività ricreative, da gestire secondo una ruota con indicato quanta energia è stata spesa dopo ogni azione. Il giocatore potrà visitare gli abitanti, per rafforzare i legami, fare ricerche per migliorie del villaggio ed inoltre combattere; con l'opzione di "investigazione", infatti, saranno disponibili vari percorsi sbloccabili, da affrontare con un party per la visita delle varie zone a cui si ha l'accesso.
Proprio questa fase di gameplay risulta essere la più banale e noiosa, poiché è assente qualsiasi libertà di movimento ed il controllo dell'utente si limita alla scelta di camminare, per scovare oggetti lungo il sentiero, o correre e imbattersi in nemici da combattere. Il sistema di combattimento sembra abbozzato proprio come l'esplorazione fuori città; esso riprende la barra dell'ordine di attacco di Child of Light, con dei segnalini che "gareggeranno" su di essa per arrivare alla fine e sferrare l'attacco.
I comandi disponibili in stato offensivo sono risicati e offrono poca tattica, e non a caso gli sviluppatori di Gust hanno implementato un'opzione di auto-combattimento, così da attivare un AI in grado di proseguire la battaglia al posto nostro, azzerando il livello di sfida. Se da una parte questa scelta permette di saltare momenti noiosi, dall'altra evidenza ancora di più la scarsa qualità del gameplay degli scontri.
Sul piano tecnico, il titolo non si fa di certo amare, offrendo un livello grafico debole e dall'impatto visivo obsoleto, ma comunque colorato e fluido da giocare, soprattutto sulle console PlayStation, dato un piccolo vantaggio sul frame-rate per PlayStation 4. Di diverso spessore sono invece i disegni dei personaggi e del mondo di gioco, tipici del marchio e della qualità Atelier, e dunque ispirati, variegati e in pieno stile japan-oriented.
Un ultimo plauso va alle musiche, in grado di donare vivacità e anima a ciò che succede a schermo, come miglior elemento di gioco.
Per concludere, Nelke & The Legendary Alchemists, disponibile per PlayStation, Switch e PC, è un buon titolo, vivamente consigliato ai fan del brand di Atelier grazie ai vari personaggi e riferimenti della saga, ma anche a chi volesse provare un gestionale con un bel sistema di capitalizzazione. Unica frenata è la rapida monotonia di cui si impregna il titolo, che difficilmente potrà essere ignorata. Un'alchimia quasi riuscita.