Nelson Tethers: Puzzle Agent - The Mystery of Scoggins
Telltale prova a cercare il suo professor Layton.
I meriti e la fama dei Telltale sono cresciuti in maniera esponenziale negli ultimi anni; grazie alla capacità di riuscire a trasformare in oro tutto quello che passi sotto le loro abili mani, questi talentuosi ragazzi californiani sono stati infatti in grado di resuscitare licenze date oramai per defunte, fino al punto di riportare sullo schermo quel Monkey Island da molti considerato come un mito intoccabile.
Arriva però un momento in cui, nonostante il perdurare di una situazione economica difficile, si vuole provare a fare il grande passo e cominciare a camminare con le proprie gambe. Da questo spunto creativamente rivoluzionario è così nato Puzzle Agent, il primo soggetto originale di Telltale e titolo pilota di un progetto dal futuro ancora incerto.
La struttura del gioco ricalca in maniera nemmeno troppo velata quella portata al successo dalla serie dedicata al Professor Layton: una storia misteriosa da scoprire a colpi di enigmi raramente decontestualizzati dalle vicende che vi troverete ad affrontare. In pratica una sorta di Settimana Enigmistica interattiva, ma finemente incarnata all'interno di un mondo virtuale.
Purtroppo una formula sulla carta perfetta per qualsiasi dispositivo portatile perde un po' del proprio mordente una volta trasposta sui monitor dei nostri PC, complice anche una capacità di fruizione a tratti poco intuitiva e un sistema di salvataggio perlomeno astruso.
Anche la qualità degli enigmi proposta sembra poi strizzare più di un occhio a un'utenza maggiormente casual, piuttosto che cercare il compiacimento virtuoso delle meningi che si spremono, causando così una longevità non certo eccezionale: tre, quattro ore al massimo basteranno per portarvi allo stralunato finale.
Se il nucleo del gioco fatica a ritagliarsi un posto d'onore a causa di un impianto poco originale e di una realizzazione in alcuni passaggi poco ispirata, di contro è il design artistico che ci fa sperare ardentemente in un seguito a questo gioco-test: il tratto distintivo di Graham Annable emerge chiaramente, dando vita a una resa virtuosa, paragonabile per intenti e mezzi alla magia di DeathSpank.
Graficamente parliamo di un semplice 2D, capace di adattarsi in maniera agevole a un considerevole numero di hardware PC e di non risentire verosimilmente del passaggio alle piattaforme meno potenti come l'iPad e l'iPhone.Il tratto pulito e la particolarità della resa cinematica valorizzano però questa soluzione "povera", tanto che non sentirete affatto la mancanza dei milioni di poligoni della next generation, ma anzi vi troverete a pensare che la bidimensionalità abbia ancora molto da dire.
Tale visionarietà si riflette anche sull'intreccio narrativo, basato su un'indagine avente lo scopo di capire il perché della chiusura di una fabbrica di gomme da masticare: il contrasto fra la presunta drammaticità della cosa e l'ironia che pervade tutta la durata del gioco creano un effetto straniante davvero intrigante, capace di giustificare in toto lo sviluppo del gioco.
Il sonoro fa la sua onesta figura, presentando un doppiaggio davvero divertente nella resa caricaturale di alcuni personaggi: ovviamente parliamo di un prodotto fatto e pensato per la lingua d'Albione, cosa che comporterà purtroppo la perdita di alcuni simpatici giochi di parole qualora non siate particolarmente avvezzi all'idioma anglosassone.
Considerando che Puzzle Agent svolge il ruolo di episodio pilota a un prezzo davvero irrisorio, la speranza è che la compagnia riceva numerosi feedback dai propri fan, così da poter aggiustare il tiro e non far morire sul nascere un progetto che porta comunque in grembo diverse idee interessanti. Per ora però non possiamo andare oltre a una sufficienza risicata, vista la mancanza di una struttura maggiormente curata e in grado di dare spessore alle vicende raccontate.
Se sono rose, fioriranno...