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New Play Control! Pikmin

Pikmin vecchio fa buon brodo.

Credo che serie New Play Control di Nintendo possa rappresentare in maniera abbastanza precisa il carattere schizofrenico e paradossale di questa strana generazione di console. Quella in cui la macchina che vende di gran lunga più delle altre, con la console war di fatto stravinta nel giro di un anno, non solo non riceve le maggiori attenzioni degli sviluppatori, ma probabilmente nemmeno quelle di Nintendo stessa. E così dopo la roboante presentazione del fenomenale Wiimote ci aspettavamo un po' tutti soluzioni ludiche senza precedenti, esperimenti di game design dell'altro mondo ed addirittura generi inediti, ma ci ritroviamo oggi con i classici del GameCube con qualche aggiustatina qua e là ed i controlli risistemati per avvantaggiarsi del telecomando delle meraviglie.

Ed il paradosso si fa ancora più stridente e surreale se si pensa che gli stessi giochi possono essere recuperati per cifre irrisorie in versione originale e giocati direttamente sul Wii servendosi di un pad del Cubo e della ben nota retrocompatibilità della bianca console N. Ma il mondo è strano, e non possiamo sempre capire proprio tutto.

Volendo guardare alla serie in maniera leggermente diversa, potremmo invece identificare l'intera operazione come un cinico tentativo di rimpolpare la line up del Wii con riempitivi tutto sommato di lusso. Oppure ci si potrebbe rallegrare davanti ad una sorta di "seconda chance" data a prodotti dall'indiscusso valore qualitativo ingiustamente snobbati dai più qualche anno fa. Va comunque accolto positivamente il fatto che questi cosiddetti Wiimake (definizione atta a sottolineare la natura a metà strada tra il porting nudo e crudo ed il remake della serie...) vengano onestamente presentati come versioni migliorate di giochi del passato vendute a prezzo budget piuttosto che come veri e propri seguiti a prezzo pieno. E' una frecciatina per te che fai finta di niente lì nell'angolo, caro Animal Crossing Let's Go To The City.

Nel recensire i vari titoli New Play Control la parola d'ordine sarà allora "contestualizzare": punteremo la nostra attenzione sulla differenza tra la Nintendo di ieri e quella di oggi e valuteremo quanto le vecchie glorie si adattino con la softeca di prodotti già disponibili per Wii, con un imprescindibile occhio a quanto il singolo videogame sia "invecchiato bene" tanto in termini tanto tecnici quanto soprattutto ludici.

Si parte con Pikmin, ibrido di azione, adventure e strategia partorito dalla geniale fantasia di sua maestà Shigeru Miyamoto nel lontano 2001. Nato dalla passione del guru Nintendo per il giardinaggio, Pikmin fu un esperimento controcorrente e tutto sommato senza precedenti per gli standard della casa di Kyoto. Nonché, ad oggi, uno dei picchi assoluti della strategia su console. Controllando Olimar, uno stralunato astronauta alto sì e no come David Gnomo (giusto per riempire di ulteriore carica emozional-vintage la recensione...), il giocatore dovrà esplorare un pianeta (invero più simile ad un'aiuola che ad un'inospitale landa spaziale!) popolato di esseri deliranti: predatori che ricordano incroci tra una fragola ed un fungo, strani insetti di fantasia, vegetali ambulanti e...i Pikmin.

Il vostro floreale esercito in tutto il suo minaccioso (!?!) splendore.

Creature fragili e timide ma al tempo stesso indomite e valorose, minuscoli omuncoli dalle testoline in fiore che vivono all'interno di tripodi cipollosi muniti di eliche. Olimar potrà coltivare i Pikmin servendosi della loro natura vegetale, ma soprattutto potrà sfruttare l'operosa mentalità di gruppo delle specie per crearsi un vero e proprio reggimento di 100 esserini-fiore. Lo aspetterà un viaggio fatto di combattimenti, risorse da gestire, oggetti da costruire e da distruggere e soprattutto materiali da recuperare. Già, perché il buffo astronauta Pollicino deve ritrovare i 25 pezzi della sua navicella spaziale dispersi per il pianeta prima che la sua riserva di aria finisca, ovvero entro trenta giorni da circa 15 minuti l'uno.

L'interfaccia punta e clicca del gioco si sposa a meraviglia con le possibilità offerte dal peculiare pad del Wii: il cursore, precedentemente gestito tramite l'analogico, si controlla adesso tramite la funzione di puntamento ad infrarossi del Telecomando, a tutto vantaggio dell'esperienza e della funzionalità. Il resto dei comandi è rimasto grossomodo inalterato, ma si tratta di una scelta oculata considerando che non era davvero il caso di stravolgere una formula già perfettamente funzionante.

L'unica eccezione riguarda il controllo diretto della squadra di Pikmin, associato su GameCube al C-stick e ora gestito tramite la pressione del d-pad in accoppiata con il puntamento: una scelta forse leggermente meno agevole dell'originale, anche se tutto sommato comunque azzeccata (soprattutto contando che vista la rapidità d'uso del cursore vi servirete meno di questa funzione....).