Destiny 2: Bungie vittima di minacce di morte e insulti razzisti nei nuovi documenti legali
Il peggio dei videogiochi.
Negli ultimi mesi, Bungie ha avviato una serie di azioni legali per proteggere i suoi dipendenti. In particolare, la società ha citato in giudizio persone tra molestatori e hacker. In alcuni casi, tuttavia, i dipendenti dell'azienda stanno prendendo in mano la situazione, avviando una causa indipendente dallo sviluppatore.
Le circostanze di questa causa sono iniziate all'inizio di giugno quando un dipendente di Bungie ha twittato una pubblicità per Destiny 2 con due video dove veniva presentato un giocatore noto come Uhmaayze. Subito dopo è iniziata una campagna di doxxing contro l'azienda e sono state rivelate le identità dei dipendenti. I dipendenti hanno quindi iniziato a ricevere minacce di morte sui loro telefoni personali, le immagini dei badge aziendali sono state pubblicate su Internet, insulti razzisti sono stati lanciati contro di loro e molto altro. Tutti questi eventi hanno gravemente angosciato i dipendenti dell'azienda.
Bungie e due dei dipendenti dell'azienda, hanno citato in giudizio i proprietari dell'app TextNow per aver nascosto le identità degli utenti che li hanno minacciati. TextNow è un'app che consente agli utenti di effettuare telefonate e inviare messaggi di testo in modo anonimo. Tuttavia, l'app raccoglie informazioni sull'utente, inclusi indirizzi e-mail, numeri di telefono, indirizzi IP e numeri di carte di credito, insieme a registri di telefonate e messaggi di testo. In diversi casi, l'app è stata utilizzata per molestare i dipendenti dell'azienda in modo anonimo.
Ora un giudice dell'Ontario ha stabilito che la società deve rilasciare i nomi di questi utenti. Si dice che molestie come questa abbiano portato Bungie a limitare la comunicazione con i fan. In una dichiarazione, un portavoce di TextNow ha affermato che la società aveva tutte le intenzioni di collaborare con il tribunale sulla questione.
Bungie per ora non ha voluto commentare ulteriormente la vicenda.
Fonte: Gamespot