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Metroid Dread: MercurySteam sommerso da polemiche. 'Cultura punitiva' e ambiente estremamente tossico

Alcuni sviluppatori denunciano un ambiente di lavoro pesante.

In questi giorni l'esclusiva Switch Metroid Dread è salita alla ribalta, purtroppo non solo per le ottime valutazioni ricevute dalla critica. Sembra infatti che lo studio dietro lo sviluppo del gioco, MercurySteam, non sia proprio un luogo di lavoro invidiabile.

Lo studio ha già confermato che non tutti coloro che hanno lavorato a Metroid Dread hanno ricevuto il proprio riconoscimento, con solo alcuni di essi menzionati nei titoli di coda del gioco e la conseguente esclusione di diversi artisti e animatori. Un'indiscrezione sembrerebbe motivare questo comportamento.

Un report del sito spagnolo Anait accusa MercurySteam di praticare quella che viene definita una "cultura della punizione", in cui i lavoratori possono essere licenziati, demotivati o riassegnati alla mercé del proprio manager, e in cui gli impiegati "favoriti" sarebbero indiscriminatamente premiati con bonus senza motivazione, ma solo per favoritismi interni.

I lavoratori le cui performance venivano considerate al di sotto delle aspettative, venivano spesso puntiti con un vero e proprio "isolamento" o licenziati, altri venivano trasferiti senza preavviso su altri progetti, spesso con una riduzione di paga.

Le parole di un ex sviluppatore: "Non si fidano dei loro impiegati e si vede, non ti senti valorizzato. La pessima atmosfera è costante e c'è sempre tensione". Non proprio un ambiente di lavoro sano e produttivo quindi, che speriamo sarà soggetto a cambiamenti decisi soprattutto dopo queste accuse pubbliche.

Il report include inoltre anche dettagli sullo sviluppo di Metroid Dread, che non sembra essere stato gestito per il meglio, con ampi tagli ingiustificati e una generale gestione insufficiente a livello manageriale. Un brutto sfondo quindi, per una delle esclusive Switch migliori dell'anno, che però rischia di essere vista sotto una luce più buia dopo queste informazioni.

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Fonte: thegamer