Nintendo: uno dei complici dell'hacker Gary Bowser sfida la grande N
"Rubare alle aziende miliardarie non mi importa".
Sulla scia della condanna dell'hacker di Nintendo Gary Bowser a tre anni di carcere per il suo contributo agli sforzi di hacking del Team Xecuter, la mente dietro l'intera operazione continua a sfidare la società.
Max Louarn, presunto leader del Team Xecuter, ha una lunga storia con l'hacking e a quanto pare si considera un vero e proprio ribelle. Di recente ha parlato con la pubblicazione Le Monde sulle sue imprese e ha minimizzato il suo apparente status criminale, citando la quantità di denaro che fanno aziende come Nintendo: "Non sarei finito a fare l'ingegnere a guadagnare 5.000 euro al mese quando mi sono reso conto, a 18 anni, che l'hacking non era solo divertente, ma che c'era un modo per fare un sacco di soldi. Rubare ad aziende che fanno miliardi, cosa m'importa?"
Attualmente vive in un confortevole appartamento e mentre il suo ex collega Gary Bowser trascorre del tempo in prigione, Louarn sembrava relativamente indifferente alle mosse di Nintendo di porre fine a tutto: "Mi odiano. Scommetto che a Tokyo hanno postato la mia foto in un ufficio. Siamo sempre stati favorevoli alla libertà, questa è la nostra mentalità: fare ciò che vogliamo e che tutti possano accedervi".
Louarn ha una fedina penale alle spalle. Negli anni '90 è fuggito in Spagna dopo essere stato arrestato per pirateria, solo per essere catturato a una finta festa organizzata negli Stati Uniti per catturarlo ed è rimasto in prigione per più di cinque anni. Ora tocca a Gary Bowser, uno dei compagni che avrebbe avuto sotto il suo comando. E il rimorso, come possiamo vedere, è del tutto assente.
Fonte: Eurogamer