News of the World - recensione
“Le idee sono informazioni che prendono forma”.
Siamo in Texas, anno 1870, e che mestiere fa per campare il protagonista del nostro film, ex Capitano dell'Esercito, cinque anni dopo la fine della Guerra di Secessione?
Il Capitano Kidd si sposta di cittadina in cittadina su un carro traballante, con il suo fascio di giornali ben conservati, e alla sera si sbarba, si mette un bel vestito e, per pochi cent, fa pubbliche letture, raccontando ai poveracci del posto le notizie del resto del mondo lontano. Durante uno dei suoi spostamenti, incappa in una bambina di circa 10 anni, sfuggita a un agguato in cui è stato ucciso il suo accompagnatore.
La ragazzina molti anni prima era stata rapita dagli indiani Kiowa, cresciuta poi con loro, in seguito recuperata dall'esercito in una riserva ed era in viaggio per essere restituita a lontani parenti. La ragazzina parla e si comporta come un'indiana, ostile e intrattabile, anche se terrorizzata. Il Sistema non intende occuparsene e rovescia su Kidd la responsabilità. Inizia così un lungo viaggio attraverso un territorio pieno di pericoli, che porterà entrambi a comprendere come la propria casa, la propria famiglia siano a volte davvero altrove, e siamo noi a decidere dove.
News of the World è diretto da Paul Greengrass (tre film della saga Jason Bourne, Captain Phillips, Green Zone, United 93) ed è un film nel complesso piacevole, un civile compito svolto con estrema cura (alla fotografia Dariusz Wolski, musiche di James Newton Howard, un cast di contorno di ottimi e noti interpreti, compresa la giovane Helena Zengel) ma grande intenzione didascalica, un po' troppo avvertibile. Kidd attraversa un paese non ancora (mai, possiamo dire oggi) unificato, un cortese, garbato intrattenitore, quasi un anchorman ante litteram, in luoghi dove imperversano i violenti, gli impostori, i profittatori. E gli analfabeti, gli ignoranti totali.
In questa Nazione che si sta formando, la legge della giungla si è riproposta come in quell'Europa dalla quale i nuovi "colonizzatori" sono fuggiti per ricreare un nuovo paradiso. Perché era insita in loro, homo homini lupus. Dopo avere combattuto con i francesi sulla costa Est, avere sterminato i nativi nel corso del loro avanzare verso Ovest, stanno iniziando a devastare l'ambiente. Dopo avere lucrato sul traffico di schiavi e superato la Guerra di secessione, sono alle prese con una mai accettata integrazione con gli ex schiavi, sempre razzisti nei confronti anche di nativi e messicani. E già allora (ci dice la sceneggiatura scritta da Greengrass insieme a Luke Davies, tratta da romanzo del 2016 di Paulette Jiles), c'è chi vorrebbe costringere l'onesto Capitano a leggere notizie false, per imbonire i poveracci del paesino.
Uno dei motivi per guardare il film, oltre alla cura formale, è senza alcun dubbio la presenza di Tom Hanks, attore che ormai ha una sua amata cifra stilistica, fatta di estrema sobrietà, con quella sua capacità di essere bonario (buono) educatamente, sempre rispettoso, senza diventare mai offensivo, senza però sembrare uno sciocco illuso. Dal personaggio traspare tutta la sua educata cautela nel muoversi in un mondo di bruti, la civile convinzione che migliorare si possa, la dolorosa coscienza che non sarà facile e in mezzo scorrerà tanto sangue ancora. Ma qualcuno, da qualche parte deve pur cominciare e questo avverrà solo facendosi carico delle proprie responsabilità.
News of the World è anche una gradita incursione nel genere western, abbandonato perché i risultati al botteghino pare fossero gradualmente sempre più insoddisfacenti, mentre il tema della frontiera meglio di mille trattati sociologici spiega la genesi del Grande Paese (vedi il grande successo di una serie tv come Yellowstone).
Oggi però News of the World risulta un film per famiglie (e chissà forse questo era l'intento, anche educativo per i più piccini). Ben altra forza dirompente aveva avuto nel 1970 Soldato blu, uno dei primi film, insieme a Il piccolo grande uomo, a ribaltare completamente il mito dell'uomo bianco buono e del pellerossa cattivo, oltre che alludere alla guerra del Vietnam, allora in corso.
A rendere il film più attuale non è la più volte riproposta ambientazione storica, non sono gli obbligati passaggi di un'avventura già vista, ma è la professione del protagonista, il tema della forza della parola, della cosiddetta affabulazione, la narrazione della realtà, della cronaca, della storia, che invece è importantissima, oggi forse sovrastata dal potere dell'immagine, che se posta da sola, senza l'ausilio di una spiegazione, può essere fraintesa in mille modi.
Si tratta insomma di comunicazione, di diffondere messaggi e di conseguenza piantare semi, buoni o cattivi. Ed essere poi coerenti con quanto si afferma, ricordandosi che sulle bugie si fonda il potere e "i disinformati sono i mattoni per la schiavitù".