Steam vs Wolfire Games: la causa dell'antitrust è un nulla di fatto, Valve non ha il monopolio del mercato PC
Valve vince in tribunale: la causa riguardo il monopolio di Steam sfuma.
Sul finire dello scorso aprile, gli sviluppatori di Overgrowth e Receiver, Wolfire Games, hanno intentato una causa contro Valve a per via delle pratiche anti-competetive della sua piattaforma, Steam. In sintesi, Steam è accusata di esercitare un monopolio tramite la sua piattaforma, poiché il 75% dei titoli per PC vengono pubblicati su Steam rendendo estremamente difficoltosa la competizione, e questo permetterebbe alla compagnia di Gabe Newell di poter imporre la sua tassa del 30% su tutti gli acquisti effettuati tramite il suo store.
A luglio, Valve ha chiesto al giudice che si occupava della causa di respingere la denuncia in quanto "non arriva ai requisiti minimi per un caso dell'antitrust": nella giornata di ieri, il giudice ha dato ragione a Valve.
Da quanto emerso, ci sono due punti in cui la denuncia di Wolfire Games è labile: il primo punto, secondo il quale Valve stia cercando di legare lo store di Steam alla piattaforma usando il quasi-monopolio di Steam come libreria, launcher e social media per costringere i giocatori a comprare su Steam, non ha solide basi perché la piattaforma di Steam e la sua vetrina digitale sono riconosciuti come "un singolo prodotto all'interno di una piattaforma di gioco e mercato di compravendita integrato".
Il secondo punto riguarda invece la tassa del 30% di Steam, presunto risultato del monopolio esercitato da Valve, che non viene riconosciuto come tale in quanto gli sviluppatori hanno libertà di scelta sul mercato presso cui preferiscono interfacciarsi - per esempio l'Epic Games Store, che trattiene appena il 12% del prezzo d'acquisto lasciando l'88% allo sviluppatore. Oltretutto, la percentuale richiesta da Steam non è mai mutata nel corso degli anni, nonostante ci siano state altre piattaforme che imponevano una tassazione minore.
Fonte: PC Gamer