Activision Blizzard fa causa a Netflix per l'assunzione "illegale" di uno dei suoi dirigenti
Concorrenza sleale?
Activision torna in tribunale, ma questa volta non c'entrano microtransazioni, giochi, stipendi o licenziamenti. Non è nemmeno al banco degli imputati, perché stavolta è lei ad accusare qualcuno, niente meno che Netflix.
Secondo quanto riportato da Deadline, Netflix avrebbe "fregato" un importante dirigente di Activision, il suo CFO Spencer Newmann, prima che il suo contratto con la compagnia videoludica fosse effettivamente terminato. Per questo motivo, pochi giorni fa, Activision ha sporto denuncia presso la Corte Suprema della California.
Il termine per definire questa mossa è "Employee poaching" ovvero il "bracconaggio degli impiegati": un fenomeno che accade quando una compagnia assume gli impiegati di un concorrente per indebolirla. Questo vale sia per la semplice forza lavoro, sia per i dirigenti di alto rango, come in questo caso.
Secondo quanto dichiarato dai legali di Activision, Neumann era nella compagnia dallo scorso maggio 2017 e il suo contratto sarebbe scaduto ad aprile 2020, con la possibilità di rinnovo di un ulteriore anno. Netflix avrebbe "rubato" Newmann ad Activision verso la fine del 2018, ben prima della normale scadenza e, a quanto pare, si tratta di un'azione passibile di denuncia.
Activision chiede alla corte un'ingiunzione permanente che impedisca a Netflix l'employee poaching nei confronti della compagnia e, ovviamente, il pagamento dei danni.
Ovviamente, tutto questo fa sorgere una domanda: come mai una compagnia come Activision, interamente dedicata al gaming, si preoccupa così tanto per le mosse di Netflix? A quanto pare, leggendo bene la denuncia legale, la casa di Call of Duty sostiene che Netflix si stia preparando ad entrare forzatamente nel mondo videoludico e questo la trasformerebbe a pieno titolo in un'azienda rivale.
Come prova di queste intenzioni, vengono presentati i videogiochi di Stranger Things e The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics, entrambi usciti recentemente e entrambi tie-in di importanti serie Netflix. La compagnia streaming era anche presente allo scorso E3 2019 con un panel tutto suo, quindi i sospetti di Activision non possono dirsi infondati.
Non abbiamo idea di come si evolverà la faccenda e quale sarà la decisione del giudice, quindi non possiamo far altro che restare in attesa di ulteriori sviluppi.
Secondo voi ha ragione Activision? Pensate che sia tutto collegato al futuro "gaming" di Netflix?
Fonte: Kotaku