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Activision continua a pescare in politica, questa volta un ex fedelissimo di George W. Bush

Il terzo ex-politico di destra ad entrare nella compagnia.

Activision ha annunciato l'assunzione di un avvocato che andrà a ricoprire la posizione di Chief Legal Officer all'interno dell'azienda, precedentemente occupata da Chris Walther.

La new entry si chiama Grant Dixton e il suo arrivo sta facendo discutere la rete: si tratta, infatti, di un legale precedentemente impiegato come consulente legale alla Casa Bianca, durante l'amministrazione del repubblicano George W. Bush.

Si tratta, ad oggi, del terzo esponente della destra americana ad entrare fra le file di Activision. Inizialmente si è trattato di Frances F. Townsend, consulente dell'anti-terrorismo per l'amministrazione Bush, mentre successivamente è toccato a Brian Bulatao, il quale ha lavorato per la ben più recente amministrazione Trump. Il primo si occupa ora degli affari legali di Activision, mentre il secondo è il nuovo Chief Administrative Officer.

Gli americani sono decisamente molto più sensibili di noi sulle questioni politiche, per questo l'ingresso in Activision di qualcuno legato a tale mondo, coincidentalmente un altro repubblicano, ha sollevato parecchie domande in patria.

Inoltre, pare che Dixton, esattamente come i suoi colleghi, non goda di un curriculum molto "onorevole": Townsend è famoso per essere favorevole alla tortura a scopo di sicurezza nazionale, Bulatao, invece, per esercitare un controllo eccessivo al limite del bullismo.

Dixton, invece? Sembra che nel 2005 si scagliò contro The Onion, un giornale satirico, per aver realizzato un articolo fittizio (per l'appunto, di pura satira), utilizzando al suo interno l'emblema presidenziale.

Ad un giocatore normale, specialmente non americano, questa notizia potrebbe riguardare molto poco, ma gli utenti americani preferiscono sempre tenere sott'occhio movimenti del genere, specialmente dopo il governo Trump.

E Activision, guarda caso, è tenuta sotto strettissima osservazione da quei giocatori che non vogliono vedere la destra americana in mezzo alle compagnie videoludiche. Non aiuta di certo il fatto che Bobby Kotick, il CEO dell'azienda, è risultato un grande finanziatore del partito repubblicano.

Fonte: Kotaku