BlizzCon 2019 tra le proteste: le scuse di Blizzard non hanno zittito i contestatori
Ci vorrà più di qualche scusa.
Blizzard ha aperto questa nuova edizione della BlizzCon con un messaggio di scuse rivolto a tutti i sostenitori della protesta di Hong Kong, in quanto lo scorso ottobre la compagnia ha avuto comportamenti che hanno fatto storcere il naso a molti.
Se non sapete a cosa ci riferiamo, dovete sapere che durante una diretta streaming su Hearthstone, il pro-player Ng "Blitzchung" Wai Chung ha protestato contro il governo cinese ed ha supportato la protesta di Hong Kong, per tutta risposta Blizzard ha bannato il giocatore e tutti gli utenti che lo hanno supportato. Inutile dire che nonostante le scuse di oggi, le proteste verso Blizzard non si sono placate.
Un gruppo di manifestanti si è infatti riunito all'Anaheim Convention Center, il gruppo include anche persone vestite da Winnie the Pooh (che ricordiamo al momento è stato bannato in Cina). Dalle dichiarazioni fornite dai manifestanti è chiaro ed evidente che le scuse della compagnia non hanno avuto alcun effetto:
"Per conoscere l'opinione di Blizzard (sui fatti di Hong Kong) basta guardare come si è comportata lo scorso ottobre, non credo si stiano scusando perché pensano che sia effettivamente la cosa da fare, ma solo per convenienza. Cosa voglio da Blizzard? Che consentano il libero pensiero sulla loro piattaforma. E' una compagnia americana quindi dovrebbero abbracciare i valori americani, non cinesi." - ha dichiarato un manifestante vestito da Winnie the Pooh (con il viso cartonato del Presidente cinese Xi Jinping).
"Capisco che ci sono precise regole durante un torneo, tuttavia sono a loro a decidere, e la loro decisione è stata sbagliata. Dovrebbero solo chiedere scusa per quello che hanno fatto, sembra abbiamo dimenticato i propri valori." - ha invece aggiunto un manifestante col volto coperto da una bandana.
Insomma, pare che Blizzard dovrà fare di più che fornire qualche parola di scusa, se vuole davvero far calmare le acque.
Voi cosa ne pensate?
FONTE: Eurogamer