Capcom sotto accusa! Avrebbe rubato le foto di un artista per Resident Evil e DMC
Risarcimenti in arrivo?
Capcom avrebbe usato foto protette da copyright in giochi come Resident Evil 4 e Devil May Cry, senza accreditare l'artista originale che ha scattato quelle immagini. Questo è il riassunto di una nuova denuncia che ha recentemente colpito l'azienda giapponese.
L'artista e designer Judy A. Juracek ha presentato la sua accusa al tribunale del Connecticut lo scorso venerdì. In essa, la donna sostiene che Capcom abbia preso diverse fotografie dal suo libro, Surfaces, utilizzandole per sviluppare ambienti, dettagli e perfino loghi ufficiali.
Il libro in questione, in circolazione dal 1996 e tutt'ora in vendita su Amazon, contiene oltre 1200 fotografie destinate ad aiutare artisti, architetti e creativi con del materiale di supporto.
Tuttavia, per utilizzare questi supporti a usi commerciali, bisogna ottenere il permesso esplicito della Juracek, cosa che, a suo dire, Capcom non ha mai fatto.
A supporto della sua tesi, l'artista ha presentato oltre 100 pagine di documentazione, nel quale vengono messe a confronto le foto originali da lei scattate, con alcuni frammenti dei giochi Capcom.
Sotto accusa c'è perfino il logo ufficiale di Resident Evil 4, a quanto pare "copiato" dalla foto di un vetro rotto scattato in Italia dall'artista.
"È difficile immaginare che Juracek abbia scattato la foto di un vetro rotto in Italia e il design interno della porta di una magione e che un artista di Capcom abbia riprodotto lo stesso pattern del vetro rotto e quel design interno, senza beneficiare delle foto di Juracek" riporta la denuncia.
Gli avvocati dell'artista hanno chiesto alla corte 12 milioni di dollari per infrazione di copyright, oltre a risarcimenti danni quantificabili da 2.500 a 25.000 dollari per ogni foto "rubata".
Capcom, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato di essere al corrente della denuncia, ma non di non aver alcun commento da fare. Ovviamente, non possiamo aspettarci delle dichiarazioni ufficiali finché la causa è attiva.
Una situazione sicuramente spinosa e che andrà avanti ancora per parecchi mesi, in attesa che la corte emetta il suo verdetto: quale sarà la verità?
Fonte: Polygon