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Secondo il CEO di EA è ancora possibile usare le microtransazioni in maniera intelligente

Andrew Wilson ha le idee molto chiare.

Nel panorama videoludico di oggi capita sempre più spesso di vedere politiche volte a trasformare alcuni giochi in veri e propri servizi, con l'uso (a volte spropositato) di microtransazioni, DLC, loot box, modelli free to play e molto altro ancora.

Come riporta Segmentnext, molti esponenti del settore si sono dichiarati contrari a tali pratiche, tuttavia c'è un gruppo di aziende che continua a difendere queste politiche. Secondo il CEO di EA Andrew Wilson è infatti possibile usare in maniera intelligente i modelli game as a service con tutto quello che ne deriva:

"Abbiamo alcuni modelli di business basati sulle microtransazioni che hanno molto successo, quindi è possibile utilizzare nel modo giusto questi modelli."

Wilson continua poi affermando che i modelli free to play sono decisamente sostenibili, infatti il giocatore può scegliere di giocare normalmente e sbloccare i vari oggetti impiegando più tempo o pagare subito per ottenere dei vantaggi e sbloccare più velocemente il tutto. Qui entrano in gioco gli strumenti per difendere i più giovani (e le carte di credito dei genitori) dal pericolo delle microtransazioni e acquisti compulsivi:

"Quello che stiamo cercando di fare è di inserire ancora di più questi sistemi (di tutela dei più giovani) nei nostri giochi, nel loro linguaggio e nella comunicazione che ruota attorno ad essi. In questo modo i genitori possono utilizzarli per avere più controllo sulla vita digitale dei propri figli."

Sulla carta di tratta senza dubbio di un ottimo ragionamento, tuttavia basta pensare ai comportamenti di alcune aziende (Activision con il suo Black Ops 4 è un ottimo esempio) per nutrire più di qualche dubbio sulle parole di Wilson. In ogni caso ben vengano iniziative simili.

Voi cosa ne pensate? E' possibile utilizzare in maniera intelligente loot box e pratiche simili?