Condannata a pagare 3 milioni di dollari in Australia, Valve ricorre nuovamente in appello
Il procedimento riguarda le condizioni di rimborso di Steam, che avrebbero ingannato gli utenti.
Che Steam sia diventato un vero e proprio standard per il gaming su PC è fuori discussione. Vi abbiamo raccontato dei nuovi saldi sulla piattaforma previsti a febbraio, e Valve, la compagnia dietro Steam, si prepara ad affrontare l'enorme volume di acquisti che puntualmente vengono eseguiti quando gli sconti sono applicati sulle decine e decine di titoli presenti nella libreria del servizio.
Nonostante quindi gli affari sembrino andare bene per Valve, Gamespot ci ha raccontato di qualche grana che la compagnia sta affrontando in Australia, dove una battaglia legale è in corso da alcuni anni in merito alle politiche di risarcimento dei videogiochi acquistati su Steam, che sembrino essere state non proprio cristalline, almeno per le autorità australiane.
Valve fu infatti condannata nel 2016 dalla Corte Federale australiana a versare tre milioni di dollari, per aver ingannato gli utenti in merito alle politiche di rimborso di Steam. Un primo appello da parte della compagnia era stato seccamente rigettato, ma sembra che adesso una nuova mozione sia stata consegnata alle autorità australiane per congelare la sentenza della corte.
La compagnia si è spesso dichiarata innocente affermando di non aver mai davvero operato in Australia, ritenendo quindi di non aver violato nessuna legge dei consumatori nel territorio. Altresì, Valve è convinta di aver permesso l'accesso degli utenti ai videogiochi tramite un client, che non rientrerebbe nella definizione di "merce" così definita dalla legge del commercio australiana.
Nonostante la fermezza di Valve, già nel 2017 queste motivazioni erano state respinte, con la Full Court australiana che aveva appurato come Valve avesse di fatto operato sul territorio e che quindi la compagnia dovesse interfacciarsi in Australia con i propri consumatori.
Non sappiamo quale sarà l'esito di questa nuova mozione d'appello consegnata da Valve, ma è evidente che questa battaglia legale sembra essere ben lontana dal raggiungere il proprio epilogo. Il risultato di questo procedimento sarà di estrema importanza, perché consegnerà ai futuri procedimenti un precedente che potrebbe riguardare altri servizi simili a quello offerto da Steam.
Che ne pensate? Siete d'accordo con le affermazioni di Valve? O credete che la condanna a versare i tre milioni di dollari sia stata corretta?