Skip to main content

Cyberpunk 2077 e il crunch: promesse infrante o inevitabile conseguenza?

Il crunch di Cyberpunk 2077 era inevitabile?

Cyberpunk 2077 è sicuramente uno dei titoli più attesi dell'anno, se non dell'intera generazione, quindi l'hype e le aspettative sono letteralmente alle stelle.

Purtroppo, oltre alla fama esiste anche l'infamia e la nuova creatura CD Projekt RED ha attirato non solo interesse e ammirazione, ma anche una considerevole sfilza di controversie, amplificate dal suo esser un titolo di alto profilo.

Il lungo periodo di gestazione, dal primo annuncio nel lontano 2012, fino alla sua uscita nel 2020, con ben tre rinvii uno dietro l'altro, sono tutt'ora fonte di scherno e meme, ma la vera controversia legata a Cyberpunk 2077 riguarderà sempre e comunque il crunch, ovvero gli straordinari prolungati e forzati che stanno diventando un fenomeno fin troppo diffuso all'interno dell'industria videoludica.

Se il crunch è così comune, perché se ne parla così tanto con Cyberpunk 2077? Perché, anni fa, gli sviluppatori promisero l'esatto opposto. Fu la leadership di CD Projekt Red, lo scorso maggio 2019, a confermare a diverse testate videoludiche, che Cyberpunk 2077 sarebbe stato sviluppato senza crunch o comunque senza imporlo ai propri dipendenti. Queste le parole del co-fondatore di CD Projekt, Marcin Iwinski, ai tempi:

"Siamo noti per trattare i giocatori con rispetto. E vorrei che diventassimo noti anche per trattare i nostri sviluppatori con rispetto.".

Purtroppo, l'entusiasmo creato da queste dichiarazioni non durò a molto: nel gennaio 2020, quando venne annunciato il primo rinvio, il CEO Adam Kicinski dichiarò, durante una riunione con gli investitori, che un periodo di crunch, durante le fasi finali del progetto, sarebbe stato obbligatorio e inevitabile, nonostante le precedenti dichiarazioni.

Pochi mesi di crunch sarebbero stati un sacrificio accettabile per consegnare un titolo così ambizioso, ma le cose non fecero che peggiorare nei mesi successivi: fra la pandemia da COVID-19 e le diverse dichiarazioni di sviluppatori anonimi, i quali non erano particolarmente soddisfatti dell'attuale leadership di CD Projekt, nel maggio 2020 il gioco subì un secondo rinvio, con conseguente prolungamento del crunch.

Nel frattempo, continuavano ad aumentare le segnalazioni anonime, come condivise dal giornalista Jason Schreider: in esse, venivano riportati non solo crunch obbligatori di sei giorni, weekend inclusi, ma anche come tale pratica fosse attiva da ben oltre un anno, prima ancora che venisse annunciato il primo rinvio.

Come ciliegina sulla torta, dopo che Cyberpunk 2077 entrò ufficialmente in fase Gold, ovvero quando il gioco era pressoché pronto per pubblicazione e distribuzione, fu annunciato un ennesimo rinvio, dal 19 novembre al 10 dicembre 2020. Ovviamente, questo si sarebbe tradotto in un altro mese di crunch per sistemare gli ultimi dettagli.

Anche se Cyberpunk 2077 arriverà fra pochi giorni, gli straordinari di CD Projekt Red potrebbero continuare: in fondo, ci saranno sempre patch e contenuti extra da creare. L'hype per il titolo è ancora alle stelle, quindi il gioco sarà sicuramente un successo, ma tutte queste notizie sul crunch, sparse per l'intera durata del 2020, hanno influenzato non poche persone.

Basta farsi un giro per i principali forum e comunità videoludiche, per scoprire che in mezzo ai fan di CD Projekt, ci sono anche persone che non hanno digerito questo "dietrofront".

Tuttavia, ci domandiamo: Cyberpunk 2077 poteva essere completato senza crunch, in circostanze più favorevoli? Oppure il crunch, qui come in molti altri casi, è una pillola amara che va inghiottita per consegnare un progetto così ambizioso ai consumatori? E, prendendola sul personale, queste vicende sul crunch di CD Projekt Red hanno in qualche modo alterato la vostra decisione di acquistare Cyberpunk 2077?

Qualunque sia la vostra decisione e il vostro pensiero, vi ricordiamo che Cyberpunk 2077 uscirà il 10 dicembre su PS4, Xbox One, PC e Stadia, con una versione next-gen in arrivo il prossimo anno.

Fonte: Polygon