'Cyberpunk 2077 è il gioco dell'anno così come Hitler fu l'uomo dell'anno del Times'
Il pezzo di Paste è a dir poco controverso.
Garrett Martin, senior editor presso Paste Magazine, firma un editoriale al vetriolo contro il titolo CD Projekt Red: "Cyberpunk 2077 è il Gioco dell'anno nello stesso modo in cui Hitler venne considerato l'Uomo dell'anno 1938 da Time Magazine" alludendo al fatto che non si tratta certo di un complimento, ma "solo" della misura di quanto sia diventato famigerato.
Il pezzo comincia tirando le somme: dopo otto anni di sviluppo, tre ritardi imprevisti e infinite ore di straordinario da parte dei dipendenti CDPR, ecco arrivare un titolo che soffre di una spiccata dicotomia di voto tra la versione PC (partito da 91 su 100) e console (in cui si aggira sulla cinquantina).
Martin afferma che Cyberpunk 2077 riassume tutti i problemi dell'industria dei videogiochi, quello che va cambiato assolutamente, come, nelle sue parole, il fenomeno del crunch all'interno dello studio, il lancio truffaldino che ha mascherato l'impresentabilità delle versioni console, le finte istanze di accessibilità, la procedura disastrosa per i rimborsi e tante altre cose, come potrete leggere dall'articolo originale.
Il pezzo ci va giù pesante, parlando di "gioco rotto" e "infuso di mascolinità tossica", e non sottolineando un elemento positivo che sia uno. Un punto di vista circostanziato, forse, verrebbe da dire eccessivo.
Fonte: Paste Magazine