Come mai lo sviluppo di Cyberpunk 2077 si sta rivelando così lungo?
Dal 2013 al? Il CEO di CD Projekt spiega la situazione.
Prima dell'E3 2018 c'era tantissima attesa nei confronti di Cyberpunk 2077. I rumor davano praticamente per certa la presenza di CD Projekt e una presentazione a porte chiuse dettagliata che vi abbiamo raccontato nella nostra approfondita anteprima. Il trailer mostrato e i tanti dettagli molto interessanti delle varie anteprime non hanno fatto che aumentare l'interesse per un progetto che ha indubbiamente il potenziale per rivelarsi un capolavoro ma che purtroppo continua a non avere una data di uscita.
A gettare benzina sul fuoco le parole di Mike Pondsmith, creatore del gioco da tavolo da cui trae ispirazione Cyberpunk 2077. Pondsmith ha fatto intuire che una ulteriore attesa di un paio di anni non sarebbe affatto improbabile. Il 2020 sarà l'anno del gioco dei creatori di The Witcher? Per ora non lo sappiamo ma ciò che è chiaro è che lo sviluppo si sta rivelando piuttosto lungo considerando che il primissimo trailer del titolo è stato condiviso nel gennaio del 2013.
A più di cinque anni di distanza non abbiamo ancora una data di uscita? Quali sono le ragioni dietro a uno sviluppo così lungo? Kotaku ha intervistato il co-CEO e cofondatore della software house polacca, Marcin Iwiński, per cercare di fare chiarezza.
Il reboot o cambio di direzione
"Sì è vero. Se le persone internamente allo studio non sono contente di ciò su cui si sta lavorando essendo degli sviluppatori indipendenti abbiamo il nostro destino al 100% nelle nostre mani. Se non ci piace qualcosa non abbiamo problemi a dire "ok rifacciamo questa parte". Questo può significare gettare al vento anche sei mesi di lavoro e ci sono stati momenti di quel tipo. Alla fine l'unica cosa che importa è la qualità, quindi se c'è la qualità e abbiamo bisogno di riprovarci per tre anni siamo innanzitutto abbastanza fortunati da potercelo permettere e quindi abbiamo questa capacità e questa possibilità. A volte sentire queste cose può sembrare spaventoso dall'esterno ma spero che non ci siano più timori da questo punto di vista.
"Non lo chiamerei un reboot ma abbiamo cambiato direzione, in realtà stavamo cercando la sostanza del gioco, la sua essenza. È molto difficile quando stai gettando le basi di una nuova IP perché puoi fare quello che vuoi ma allo stesso tempo metti sempre in dubbio tutto ciò che fai. Il processo di dialogo interno allo studio, a volte un monologo nella teste dei singoli sviluppatori, è molto duro perché non sai se qualcosa potrà essere considerato bello o meno e ritorni sulla questione più e più volte continuando a cambiare idea.
Gli errori di valutazione: sviluppare due progetti contemporaneamente
"Quando mostrammo il teaser nel 2013 pensavamo che saremmo stati in grado di sviluppare due progetti allo stesso tempo (The Witcher 3 venne pubblicato poi nel 2015). A volte funziona, ad esempio nel caso di Ubisoft. Ci sarebbe piaciuto averlo saputo ai tempi e forse in futuro riusciremo in questa impresa. Penso sia anche una testimonianza della qualità del nostro lavoro perché teoricamente avremmo potuto farlo ma poi The Witcher 3 non sarebbe stato ciò che si è rivelato. Stessa cosa se pensiamo alle espansioni con Blood and Wine che propone anche 40-50 ore di contenuti. Questo è successo grazie al fatto che ci fosse un gruppo più piccolo al lavoro su Cyberpunk. La nostra intenzione iniziale o spavalderia o ingenuità ci diceva che ci saremmo riusciti ma poi ci siamo resi conto della realtà dei fatti.
"In ogni caso non è stato tempo sprecato perché in questo modo abbiamo avuto una fase molto solida di pre-produzione e non abbiamo dovuto fare le cose di fretta. Ci sono state molte riflessioni sul mondo, i concept e molto altro quindi tutto questo ha aiutato ad accelerare lo sviluppo in maniera molto più netta una volta che avevamo i team liberi da The Witcher 3.
Cambi di direzione ed errori di valutazione su cui CD Projekt RED decide di essere assolutamente onesta (un fatto sicuramente più che positivo). Consigliandovi di dare un'occhiata alla intervista completa di Kotaku vi domandiamo: cosa pensate delle parole di Iwiński e di Cyberpunk 2077?