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Cyberpunk 2077 al centro del nuovo report di Jason Schreier fra problemi di sviluppo, crunch estremo e demo E3 'fasulle'

Gravi reveal dall'ultima inchiesta.

Secondo quanto riportato da un recente report di Bloomberg, a cura del noto Jason Schreier, pare che i problemi di sviluppo di Cyberpunk 2077 fossero ben più gravi di quanto potessimo immaginare.

Il lancio del titolo CD Projekt non è stato perfetto e questo è un dato di fatto, ma quali sono stati gli intoppi che hanno portato al risultato attuale, ovvero i numerosi bug, la deludente versione old-gen e la conseguente rabbia di fan e investitori?

Schreier sostiene di aver intervistato diversi dipendenti di CD Projekt Red, i quali hanno preferito mantenere l'anonimato, scoprendo alcuni interessanti retroscena. Innanzitutto, le tempistiche: Cyberpunk 2077 venne annunciato nel 2012, ma lo sviluppo reale avvenne solo nel 2016, quando l'attuale capo di CD Projekt, Adam Badowski, divenne il director del progetto, alterando completamente i piani degli sviluppatori.

Il cambiamento principale fu il passaggio dalla terza persona alla soggettiva, segno che Cyberpunk 2077 era effettivamente nato come RPG in terza persona.

Il giornalista ha poi affrontato il problema dei contenuti tagliati, come il wall running, le auto volanti e le imboscate, le quali furono tagliate in fase di sviluppo, anche se questo è un dettaglio che già conoscevamo.

Schreier ha voluto anche commentare il sistema della polizia di Cyberpunk 2077, considerata da molti fan una delle feature più noiose ed irritanti, specialmente per lo spawn dei nemici privo di qualsiasi logica.

Il giornalista rivela, sempre grazie al commento di sviluppatori CD Projekt anonimi, che la polizia venne inserita solo all'ultimo minuto, poiché i piani alti del team volevano rendere Cyberpunk 2077 più simile a GTA, nonostante la palese differenza di risorse fra il team polacco e Rockstar.

Altro grave punto di discussione è stata la spettacolare demo E3 del 2018, un gameplay talmente fluido e perfetto che molti non credevano fosse vero. Ed effettivamente sembra proprio fosse così. Una delle gole profonde di Schreier ha rivelato che la demo in questione era stata creata da zero solo per l'evento di Los Angeles e che non rappresentava il vero Cyberpunk 2077 nel suo attuale stato. Lo sviluppatore si è lamentato di questa decisione, in quanto la realizzazione della demo ha richiesto diversi mesi di tempo che, ovviamente, non sono stati spesi per lo sviluppo del gioco reale.

Il report di Bloomberg si chiude con uno spazio dedicato al crunch: nel settembre del 2020, CD Projekt chiese ai propri impiegati di lavorare sei giorni alla settimana fino al lancio di novembre (questo prima che Cyberpunk 2077 venne rimandato a dicembre), infrangendo la promessa di zero crunch.

A quanto pare, secondo gli informatori di Schreier, il crunch in CD Projekt Red non è partito solo a settembre dell'anno scorso, ma era una consetudine che andava avanti già da parecchio tempo, una pratica che ha causato anche l'abbandono di diversi membri dello staff, fra cui uno che cita "turni di 15 ore".

La questione assume particolare importanza se consideriamo le rigide regole che governano il mondo del lavoro in Polonia: se ciò si rivelasse vero, CD Projekt avrebbe delle grosse grane con il governo locale.

Il report di Schreier rappresenta una grave rivelazione su ciò che è successo dietro le quinte di Cyberpunk 2077. La risposta di CD Projekt Red non tarderà ad arrivare, vedremo quali saranno i commenti ufficiali.

Voi cosa ne pensate? Secondo voi tutte le testimonianze del report sono vere, oppure frutto di esagerazioni di sviluppatori insoddisfatti?

Fonte: Eurogamer