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Days Gone vuole proporre un "mondo dinamico e vivo che reagisce alle azioni del giocatore"

Freakers, umani e Deacon formano un vero ecosistema.

Days Gone incuriosisce per varie ragioni. Si tratta di una esclusiva che sin dall'annuncio era alla ricerca di una propria identità e che potrebbe finalmente dimostrare tutto il talento di un team che negli ultimi anni è stato soprattutto "relegato" su progetti lontani dalla console ammiraglia di Sony.

In attesa dell'uscita fissata per il 22 febbraio del 2019, Eric Jensen di Sony Bend Studio ha parlato con GameReactor di alcuni elementi cardine del gioco.

"Mentre procedete nel gioco vedrete sempre più freakers e avrete anche più possibilità e capacità di affrontarli e di eliminarli. Questi infetti fanno parte del nostro open world, del nostro ecosistema proprio come qualsiasi altra cosa. Potreste imbattervi in loro quando meno ve lo aspettate e provare ad affrontarli rischiando di perdere o tentare la fuga e tornare successivamente con più provviste e armi migliorate con degli upgrade.

"Nel gioco ci sono diversi leader degli accampamenti con motivazioni differenti e ci sono vari tipi di lavori che puoi ottenere da questi campi. Questi sono alcuni degli elementi più statici del gioco mentre il resto del mondo è dinamico e vivo, e reagisce a Deacon. Per questo motivo man mano che vi occupate di quelle che vengono definite "infestazioni", ovvero luoghi dove i freakers possono creare dei nidi, vedrete l'ambientazione iniziare a cambiare e ad adattarsi. Dove prima erano presenti gli infetti potreste trovare in futuro degli esseri umani".

Cosa pensate di questo aspetto dinamico di Days Gone e della volontà di dare vita a un ecosistema vivo e in grado di reagire al giocatore?