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Death Stranding trae ispirazione da lettere di guerra e dai rifugi sul monte Fuji

Il concetto di condivisione è molto profondo.

Ormai non è un segreto che, ogni volta che Hideo Kojima parla di Death Stranding tira fuori la parola "connessione". Durante il Tokyo Game Show sono stati mostrati alcuni gameplay che ci hanno permesso di capire alcune meccaniche del gioco. Tuttavia in Death Stranding c'è molto di più e a parlarne durante un'intervista è proprio il suo creatore.

"Gli strumenti social come ad esempio Twitter non mettono in comunicazione veramente le persone. C'è sempre qualcuno che adora essere crudele rimanendo nell'anonimato. Death Stranding vuole combattere questi comportamenti utilizzando l'omoiyari, una parola giapponese che potrebbe essere tradotta come empatia".

Per esprimere meglio il concetto, Kojima prende in esame gli accadimenti successi nel secolo scorso. "All'epoca c'era un soldato di guerra che scriveva lettere a sua moglie. Il trasporto avveniva via mare, ci volevano all'incirca quattro mesi. Poi, una volta che la lettera arrivava a destinazione, la moglie poteva leggerla. Tuttavia quelle lettere parlavano di cose successe mesi prima: il soldato nel frattempo sarebbe addirittura potuto morire, poiché non erano lettere scritte in tempo reale. La moglie doveva pensare a cosa stava passando il marito quattro mesi prima, in questa situazione: questo è l'omoiyari, il prendersi cura degli altri".

Kojima poi prende ad esempio il monte Fuji: "Salire il monte Fuji è difficile, ma tra una scalata e l'altra è presente una baita. Io sono grato a chi ha costruito quella baita e lo sono anche se posso bere un caffè in quel posto. Questa è la mia speranza per il gioco, di instillare gentilezza nelle persone". E a chi gli chiede se secondo lui ci saranno certi giocatori che ostacoleranno gli altri, Kojima risponde: "Non credo che ci sarà del male intenzionale".

Vi ricordiamo che Death Stranding sarà disponibile su PlayStation 4 a partire dall'8 novembre.

Fonte: Gamespot