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Devil May Cry deve il suo iconico stile di combattimento a...un bug di Onimusha

Hideki Kamiya svela questa particolarità di Devil May Cry.

Devil May Cry ha recentemente spento 20 candeline. La saga di Capcom, il cui quinto capitolo è stato pubblicato di recente per quanto riguarda la nuova generazione di console, aveva ancora uno strano segreto nascosto, come ha rivelato Hideki Kamiya.

Il creativo giapponese, ora in PlatinumGames, ha pubblicato una serie di tweet in cui ha raccontato alcune curiosità avvenute durante lo sviluppo. Forse uno dei più peculiari è che il sistema di combattimento del titolo sia nato da un bug di Onimusha, un'altra delle opere dell'azienda giapponese.

Secondo il messaggio di Kamiya su Twitter, Onimusha era in produzione in un altro studio, situato allo stesso piano del team guidato dal regista anche del primo Bayonetta. Lo sviluppatore ha assistito a un curioso bug durante lo sviluppo del gioco che faceva "volare" i nemici. Immediatamente, si è rivolto al programmatore Kazunori Inoue dicendo: "Voglio colpire i nemici e vedere come volano in aria". Inoue ha iniziato a lavorare su un sistema che implementasse quella funzione, e in seguito è diventato lo stile di combattimento di Devil May Cry che tutti conosciamo oggi.

Nello stesso momento in cui ciò stava accadendo, Inoue stava lavorando su un sistema di auto-targeting complementare incentrato sulle armi. Man mano che questi due elementi si combinavano, il sistema di combattimento iniziò a prendere la sua forma definitiva. D'altra parte, lo sviluppatore ha anche ricordato che è stato Shinji Mikami, il creatore di Resident Evil, a incoraggiarlo a convertire il prototipo di Resident Evil 4 che Kamiya aveva realizzato nella propria produzione. Questo perché il prodotto non sembrava più il titolo di una serie horror.

Fonte: IGN