Dying Light 2 e Techland allo sbando a causa delle pessime condizioni di lavoro nel team?
Quando un ambiente di lavoro tossico mina un intero progetto.
Lo sviluppo di Dying Light 2, secondo un report di The Gamer, sarebbe minato da un ambiente di lavoro tossico all'interno del team di sviluppo polacco, Techland.
Del titolo, effettivamente, non abbiamo ancora una data d'uscita e, probabilmente, sarà così ancora per un bel po' di tempo, e la colpa sarebbe il continuo turnover di professionisti al lavoro sul gioco, dovuto ai costanti abbandoni. Secondo le indiscrezioni di tanti ex dipendenti della compagnia, infatti, una pianificazione disattenta, un management accentrato e autocratico e, in generale, un ambiente di lavoro discretamente tossico sono all'ordine del giorno negli studi di Techland.
"Il pesce puzza dalla testa" si legge nei report, con tutta una serie di accuse verso il CEO di Techland, Pawel Marchewka, reo di accentrarsi poteri decisionali al limite del despotismo, ostracizzando chi dimostra troppa proattività nella visione e non si allinea alle procedure standard, votate -a quanto pare- al risparmio e al riciclo delle idee, spesso altrui.
Il report va molto nei dettagli e riporta molte situazioni al limite, cercando di essere il più neutrale possibile, ma l'impressione generale è quella di una grande confusione interna, che porta a un progetto poco coeso e funzionale, e di un estenuante turnover, minimizzato da Marchewka stesso. Sta di fatto che la problematica è ora palese, e probabilmente solleverà un polverone piuttosto grande, anche più dell'importanza del titolo in sé.
Fonte: The Gamer