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E se il single-player fosse "un trucco"?

Il CEO di Gogogic si lancia in un discorso filosofico.

Nessun gioco nasce come esperienza single-player, anzi i videogiochi come li conosciamo oggi sono stati creati come una "attività multiplayer".

La pensa così il CEO di Gogogic Jonas Antonsson, che ha approfittato di un'intervista concessa a GamesIndustry International per lanciarsi in un argomento alquanto spinoso.

"Penso valga la pena ricordare che la meccanica del single-player è un trucco", ha spiegato Antonsson. "I giochi sono nati per essere giocati con gli altri e non importa se lo si fa dal vivo od online".

"I primi giochi sono stati creati come esperienze multiplayer, ma quando i computer e le console diventarono realtà c'era bisogno di costruire un antagonista e/o un protagonista per scopi commerciali. Non si poteva dipendere da persone che potevano incontrarsi o meno per avere esperienze sincrone, questo avrebbe semplicemente bloccato le vendite. E dal momento che non esistevano altri modi per unire le persone (a parte i cabinati), proteggere il gioco e i giocatori dagli altri diventò importante per l'industria".

"Giocare", ha così concluso lo sviluppatore, "è un'attività multiplayer e questo può essere facilmente riscontrato vedendo i bambini che giocano da soli. Loro s'inventano sempre qualcuno con cui giocare, qualcuno con cui parlano e interagiscono".

Cosa ne pensate?

Avatar di Paolo Sirio
Paolo Sirio: Boxaro ma non troppo, sonaro a tratti con un occhio di riguardo per Nintendo, comprende ben presto che il mestiere del giornalista, filtrato per la passione dei videogiochi, ha tutto un altro sapore.

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