Epic e le donne di Gears 3
Non sono prostitute guerriere.
Cliff Bleszinski, responsabile della saga di Gears of War, ha detto a Gamasutra che dopo essere rimasto sorpreso dal grande successo della serie presso il pubblico femminile lui e il suo team hanno sentito "la necessità di rappresentare adeguatamente le donne" in Gears of War 3.
"Sinceramente, la serie ha molte fan. Non so perché, ma è così. Il fatto che ad eventi come il Comic Com si incontrino giocatrici che mostrano con fierezza i loro tatuaggi di Gears of War è davvero pazzesco", ha commentato. A questo riguardo Bleszinski ha rivelato che l'inserimento di personaggi femminili in Gears era previsto fin dall'inizio, ma che il loro arrivo è stato posticipato per problemi di pianificazione.
"All'inizio volevamo inserire personaggi femminili in Gears of War, ma non abbiamo avuto il tempo di modellarli adeguatamente", ha commentato. Il terzo capitolo della saga, tuttavia, mostra un'umanità sull'orlo della disperazione le cui perfino le donne, secondo Bleszinski, "sono costrette a imbracciare le armi e a scendere in campo".
Riguardo al personaggio di Anya, Cliffy ha sottolineato quanto sia stata interessante la sua evoluzione, che l'ha vista passare da "una semplice operatrice che comunicava in cuffia col giocatore alla guerriera che schiaccia la testa della locusta al suo fianco".
"Sentivamo il bisogno di rappresentare adeguatamente le donne nel gioco e siamo convinti che il personaggio sia venuto bene", ha commentato il creatore della serie, insistendo che il loro obiettivo principale era quello di non creare una donna che sembrasse una prostituta su un campo di battaglia. Una scelta che è stata seguita anche da altri studi, come quello al lavoro sul nuovo Tomb Raider.
"La nuova Lara Croft non somiglia affatto a quella originale, col suo seno enorme, ma sembra piuttosto una sosia di Hilary Swank impegnata a lottare per la propria sopravvivenza nella giungla, dettaglio che penso dimostri una certa maturazione dell'industria attuale".